lunedì 6 marzo 2006

Left: l'intervista di Paolo Izzo a Luca Bonaccorsi

Nuova Agenzia Radicale, 4 marzo 2006 ore 13.47
http://www.quaderniradicali.it/agenzia/index.php?op=read&nid=7154
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Interviste - Luca Bonaccorsi (direttore editoriale di Left): “La sinistra che abbiamo in mente”

“A Roma è scoppiato l’anti-Freud”, così il Corriere della Sera titolava il 12 marzo 1978 un articolo di Giuliano Zincone. L'anti-Freud era Massimo Fagioli che già da qualche anno aveva esposto con tre libri (pubblicati tra il 1970 e il 1974) la sua teoria della nascita, in cui erano innanzitutto manifeste la cesura con la psicanalisi freudiana definita una truffa storica e la volontà di affermare finalmente una vera ricerca sulla malattia mentale e sulla natura umana. Le reazioni dei “realisti” freudiani erano state e furono violentissime, ma Fagioli proseguì “tranquillamente” per la sua strada, portando avanti le sue idee e proseguendo quel fenomeno che ormai è riconosciuto ovunque: l’Analisi collettiva - che molti definiscono come l’unico luogo in cui si fa ricerca psichiatrica, in cui anzi si realizza un ormai famoso trinomio, coniato sempre da Fagioli, “cura, formazione e ricerca”.
Oggi si potrebbe scrivere che, a quaranta giorni dalle elezioni, è scoppiato un altro putiferio, stavolta culturale, politico, mediatico, editoriale e che ad averlo scatenato è sempre lui: l’autore di “Istinto di morte e conoscenza” (Nuove edizioni romane, 1971). Oggetto del contendere sembra essere la nuova rivista settimanale Left, in edicola da sole tre settimane, ma i retroscena sono molteplici e coinvolgono tutta la sinistra, a cominciare da Rifondazione comunista e Ds, con annessi protagonisti e connessi giornali.
Gli editori di Left, Ivan Gardini e Luca Bonaccorsi, avevano promesso una vera trasformazione (il nome della testata, oltre a voler dire Sinistra, è anche un acronimo: le prime tre lettere richiamano il motto della Rivoluzione francese “Liberté, Egalité, Fraternité”; la t sta appunto per Trasformazione) e i fatti di questi giorni sembrano mantenere quella promessa. Del vecchio Avvenimenti, cui la nuova rivista è subentrata, non rimane quasi più niente. Si era cominciato rivoluzionando la veste grafica, raddoppiando il numero di pagine, inserendo nuove inchieste e contributi incisivi come quello di Massimo Fagioli, appunto. Al quale è stata affidata una rubrica settimanale. Stiamo comunque parlando di due Left usciti, duecento pagine in tutto, di cui tre di numero affidate allo psichiatra. Ma apriti cielo! Martedì scorso i giornali sono pieni di notizie che riguardano la fuoruscita da Left dei due direttori dell’ex Avvenimenti: Giulietto Chiesa e Adalberto Minucci, cui seguirà nei giorni successivi, la fuga dal settimanale di parte del loro entourage, da Vauro a Marco Travaglio, da Emergency a Diego Novelli. Ebbene, Chiesa e Minucci sono stati licenziati, ma fanno subito capire che avevano posto un veto agli editori di Left: “o Fagioli o noi”… Non solo, dal momento che la nuova testata si richiamava sin dall’inizio al sogno di trasformare i concetti della Rivoluzione francese da parole in idee, la cui urgenza era stata sottolineata proprio da Fagioli sulle colonne di Liberazione, ecco che Chiesa e Minucci hanno denunciato un possibile asse tra Left e il quotidiano diretto da Piero Sansonetti (che a tutt'oggi è rimasto silenzioso spettatore).
Questi i fatti, dal punto di vista di chi scrive. Ieri è uscito regolarmente il terzo numero del settimanale e la rubrica di Fagioli si intitola, non deve essere un caso, "trasformazione". Prevediamo che le polemiche si rinfocoleranno non poco, anche a seguito dell’intervista che ci ha rilasciato Luca Bonaccorsi, agguerrito direttore editoriale del nuovo Left, il quale racconta alcuni notevoli retroscena dell’intera vicenda.

Allora Bonaccorsi, comincerei da Giulietto Chiesa che, nel commentare l’infelice esito della sua direzione di Left, conclusasi con il licenziamento dopo sole due settimane, ha detto di essere all’oscuro del fatto che aveste affidato a Massimo Fagioli una rubrica settimanale. Non solo: Chiesa prima ha dichiarato che Fagioli per lui era uno “sconosciuto signore”, ma poi l’ha indicato come il deus ex machina di un intreccio tra Left, Liberazione, Rifondazione comunista… Cosa c’è di vero nelle invettive di Chiesa?

Quasi nulla. Chiesa è un famoso “complottista”. Noi ci siamo dovuti “difendere” dai suoi scoop! Pensi che per il primo numero voleva dedicare la copertina ad uno scoop incredibile: lui aveva scoperto che le Twin Towers le avevano tirate giù gli stessi americani! Il solito complotto Cheney-CIA-militari… Dopo tante riunioni siamo riusciti a riformulare la cosa come “analisi dei punti oscuri e delle domande non risposte sull’11 settembre”. Perché sia chiaro, le domande e i dubbi sono ancora molti: basta andare in rete per trovare centinaia di siti che raccolgono dubbi, sospetti e teorie sulla vera versione dei fatti. Ma lo scoop! Poi l’altra settimana dopo la conferenza stampa di presentazione (alla quale non ha partecipato quasi nessuno dei suoi amici che ora ci attaccano) mi ha preso da una parte e mi ha detto che aveva un altro scoop incredibile per il prossimo numero. Argomento voto elettronico: la stessa società contestata in America per presunti brogli alle ultime presidenziali è stata ingaggiata dal ministro Stanca (cioè da Berlusconi) per gestire le Elezioni italiane. Gettando così una pesante ombra sulla regolarità delle prossime politiche. Noi siamo corsi a verificare la storia e abbiamo scoperto che in Italia il voto è manuale e cartaceo, lo scrutinio pure, e solo dopo la trascrizione dei dati sul registro del seggio i dati vengono comunicati all’operatore informatico che li trasferisce al Viminale. Il cartaceo comunque c’è e rimane per qualsiasi verifica. Questa è stata la nostra breve esperienza con Chiesa. Un signore che oramai fa più il politico che il giornalista. Mentre a noi serve un giornalista. Tra l’altro da quando è arrivato lui ad Avvenimenti (luglio 2005) le vendite sono solo peggiorate.

Per tornare alla vicenda di Fagioli, che mi dice?

Secondo me il professor Fagioli è una delle voci più originali nel dibattito sui valori della nuova sinistra. Dibattito al quale Left vuole chiaramente partecipare. Fagioli mette in relazione le teorie sulla natura dell’uomo con le teorie politiche e la forma di stato. Fagioli, dopo 50 anni di ricerca psichiatrica, dice che gli uomini nascono tutti uguali e sani… più di sinistra di così! E’ anche uno che si è battuto perché la psicoterapia non fosse il privilegio di pochi ricchi borghesi, ma alla portata di tutti. Insomma io non vedo davvero perché dovrebbe essere censurato. Riguardo al fatto che Chiesa non sapesse che Fagioli era sul Timone del giornale questo prova solo una cosa nota a tutti: la scarsissima presenza di Chiesa in redazione. Lui al massimo passava un paio d’ore il venerdì. Perché lui ora fa il politico, appunto.

E riguardo al presunto asse Left-Rifondazione-Liberazione?

L’ennesimo complotto della fervida immaginazione di Chiesa. Il piano editoriale che i direttori stessi hanno proposto e che la redazione ha approvato, annovera come valore primo tra quelli a cui ci ispiriamo il principio della non-violenza. Ora, Chiesa non sa neanche che quella è l’idea su cui Fausto Bertinotti sta rifondando la linea politica del suo partito? Ma li legge i giornali Chiesa? Fare un giornale “non-violento” vuol dire essere plagiati da Bertinotti o contigui al suo partito? Mah… Mi sembra proprio una logica vecchia e di bottega quella di non poter condividere idee belle qualunque sia la paternità di queste. La laicità dello Stato segue nella lista del piano editoriale. Questo vuol dire che abbiamo fatto l’alleanza con i Radicali? Devo constatare che Chiesa non ha neanche letto il “suo” piano editoriale!

Perché insiste col dire che Chiesa fa il politico e non il giornalista?

Perché forse la verità di tutta questa vicenda è un’altra, e cioè quella che ci han detto subito tutti fin dall’inizio: che fosse Chiesa stesso a voler fare un partitino e che Left-Avvenimenti doveva esserne l’organo. E per questo non tollerava che il giornale condividesse valori con chicchessia a meno che non fossero quelli enunciati da lui. Effettivamente quando siamo arrivati, Adalberto Minucci ci parlò del progetto di Chiesa di far diventare Avvenimenti l’organo della lista Di Pietro-Occhetto. Solo che poi Chiesa e Di Pietro hanno litigato e ora sono in causa per cui la cosa non funzionò. Ma non sarà Chiesa quello litigioso?

Ho letto che ci sono stati anche altri motivi di conflitto interno: a cominciare dal battibecco con il Corriere della Sera che risale alla prima uscita di Left…

Anche la storia del Corriere è ridicola. Ivan Gardini aveva risposto un po’ piccato al pezzo del Corriere che “insinuava” un suo legame con Di Pietro attraverso la persona di Chiesa (eletto al Parlamento europeo proprio grazie al magistrato che ha così pesantemente influito sulla vita della famiglia Gardini). Ivan ha solo sottolineato che non c’era continuità editoriale tra Left-Avvenimenti e il vecchio Avvenimenti. Cosa evidente anche ai sassi! I direttori hanno usato questa cosa come pretesto per dire che Ivan metteva a rischio i finanziamenti pubblici alla cooperativa. Cosa falsissima, disinformazione terroristica alla redazione. Questo è stato uno dei motivi che ha fatto arrabbiare il CdA della cooperativa. Tra l’altro, per quanto riguardava invece il riconoscimento della tradizione di Avvenimenti, ci avevamo puntato noi stessi nella campagna pubblicitaria con lo slogan “dall’esperienza di Avvenimenti nasce Left”…

E’ sempre Chiesa ad aver detto: “si è già capito che razza di sinistra questi signori abbiano in mente”. Si riferiva a voi editori. Quindi le giro la domanda: quale sinistra avete in mente?

Quella annunciata nel piano editoriale: non-violenta, laica, pluralista, obiettiva, attenta alla libertà delle donne, attenta alle esigenze oltre che ai bisogni, all’ambiente, alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo. Questa sinistra ha incontrato il niet di Chiesa. Ma lo saprà cosa è un modello di sviluppo o lui pensa ancora al piano quinquennale?

Paolo Izzo