domenica 5 marzo 2006

sulla prima pagina di "Libero" di oggi:
Massimo Fagioli e Fausto Bertinotti

Libero 5 marzo 2006 prima pagina e pag.12
La svolta di Bertinotti? Un caso psichiatrico...
di Nino Sunseri


Fausto nega di essere diventato un «fagiolino». Non nel senso dell'orto naturalmente. Ma come uno delle migliaia di fans di Massimo Fagioli, il «guru» della psichiatria eretica. Uno che, trent'anni fa, voleva «smascherare quell'imbecille di nome Freud» e per questo venne espulso dalla società italiana di psichiatria. Fausto nega. Dichiara… (segue a pag. 12)

PAG. 12
EMINENZE ROSSE – Dal rifiuto della violenza alla sfida della primarie. Dietro ad ogni strappo di Fausto c’è l’ombra del nuovo guru radical chic
Merito dello psichiatra se Fausto non è più global

… al “ Corriere della sera” che la svolta ultrapacifista ha origini ben più antiche. Quando il professor Massimo Fagioli, docente all’Università di Chieti, non era all’orizzonte. Eppure sono in tanti a ricordare la sera del 5 novembre 2004, il dibattito organizzato a Villa Piccolomini da Amore e Psiche, la libreria di cui il professore è insostituibile animatore. Le cronache raccontano di duemila persone, molte delle quali sedute per terra con le loro tecnoscarpette, le pance graziose, gli sguardi attenti. C’è perfino un maxi-schermo, per quelli che non trovano posto nella maxitenda. Sul palco, a richiamare tanta folla un vecchio capo comunista come Pietro Ingrao che esprime il disgusto per la “guerra preventiva”di Bush, sorvolando su tutte le “ guerre di liberazione” e su tutte le “violenze proletarie” che egli approvò fino all’altro ieri, Applausi. Applausi soprattutto per Massimo Fagioli che coglie l’occasione per un’altra di quelle “analisi collettive” che negli anni ’70 segnarono in maniera inequivocabile il suo successo. Al tavolo c’è Bertinotti. Il leader di Rifondazione se la cava piuttosto bene di fronte ad un pubblico febbrile, parlando del la non violenza, senza sconti per la sua tradizione politica. Anzi: sostiene, per la prima volta in maniera inequivocabile che nessuna aggressione è scusabile. Non quella dei no-global, tanto meno del movimentiamo dei centri sociali. E' stolto, sostiene, giustificare la prepotenza di sinistra mentre si condanna quella di destra. Otto mesi dopo, nel luglio 2005 è ancor ai palcoscenico di Amore e Psiche ad ospitare Fausto che annuncia la candidatura alle primarie dell’Ulivo. Il Segretario di Rifondazione parla di “felicità” di “premonizione”, “desiderio”, “promessa”, “liberazione”, “attesa”. Ad un certo momento, deposti i vecchi attrezzi lessicali del vetero marxismo, Fausto arriva ad invocare la “Provvidenza Rossa”; ad applaudirlo, in sala, l’ormai immancabile Fagioli.
Fausto e lo psichiatra adesso compaiono insieme su Left. La rivista pubblicata da Ivan Gardini e dal cognato Luca Bonaccorsi, sulle ceneri di Avvenimenti. Un’accoppiata che ha provocato un’altra delle mille scissioni a sinistra, piccola, piccola stavolta. Perché il Direttore Adalberto Minucci (vecchio dirigente del PCI) e Giulietto Chiesa (firma storica del giornalismo di sinistra) si sono dimessi per colpa di Fausto e di Massimo Fagioli. Il capo di Rifondazione accusato di essere il regista dell’apparentamento con Liberazione, il giornale del suo partito. “Questo legame non era nei patti con la nuova proprietà” tuona Giulietto Chiesa.
Fagioli, perché è stato la pietra dello scandalo? Perché la sua rubrica su Left è andata in pagina al buio della Direzione, perché al piano editoriale ha dato un contributo determinante. A cominciare dal nome di Left dove, all’acronimo della Rivoluzione Francese (“libertè, egalitè, fraternité”) è stata aggiunta la “t” che dovrebbe stare “trasformazione” dal titolo della rubrica del professore che proprio nel numero in edicola ricorda il primo appuntamento del cinque novembre del 2004, quando incontrò Fausto. Scrive Fagioli “fu l’inizio di una storia d’amore”.
Perché lo psichiatra si dichiara un ex radicale, ma sostiene che “Bertinotti sta conducendo una politica meno radicale di Boselli, Bonino e Capezzone” ma “più intelligente, realistica e saggia”. Fausto, sul settimanale, compare a pagina 38 come testimonial della campagna abbonamenti di Liberazione “che – dice lo strillo – è sempre critica (anche con me)”. Probabilmente avrà una rubrica fissa. Magari al posto di “Scampoli” curata da Diego Novelli, l’ex sindaco di Torino che dopo 18 anni (aveva fondato Avvenimenti con Claudio Fracassi) lascia il giornale. Si dimette anche dall’incarico di garante dei lettori “per la nomina del nuovo direttore che peraltro non conosco”. Si tratta di Pino Di Maula 44 anni, proveniente dalla galassia ambientalista (Nuova Ecologia, Il Restomancia, Clorophilla). Risponde Fagioli: “Penso che si possa risorgere dal comunismo per ricreare il socialismo, Ma non si può risorgere dal liberalismo". Ed è con queste parole che ha sedotto Fausto. Così come, negli anni ’70, aveva fatto con la disperazione di studenti e intellettuali delusi dal sogno rivoluzionario.

LO PSICHIATRA ERETICO
Chi è Massimo Fagioli
IL MEDICO.
Massimo Fagioli è uno dei “guru” della psichiatria italiana. Per le sue teorie eretiche nel 1976 venne cacciato dalla Società psicoanalitica italiana.
LO SCRITTORE
Gli avversari danno un giudizio negativo degli studi di Fagioli. Lo considerano invece estremamente presuntuoso. Ricordano che in uno dei libri ha scritto che le sue opere: “Si pongono come momento fondamentale della storia del pensiero rendendo passato quanto fino a ora era attuale”.
IL POLITICO
Il rapporto tra Fagioli e Bertinotti è nato il 5 novembre 2004 in un dibattito a Roma. Da allora la svolta ultra-pacifista del leader di Rifondazione.

ASSISTITO
Il leader di rifondazione Fausto Bertinotti (foto) . la prima volta che ha condannato la violenza in maniera inequivocabile si trovava ad una conferenza organizzata da Massimo Fagioli e dalla sua libreria, “ Amore e Psiche” . Stesso palcoscenico anche per annunciare la sua candidatura alle primarie dell’ulivo .

Fausto nega il legame con il medico, ma Fagioli parla liberamente della loro “storia d’amore”, che lo ha portato a sostenere il matrimonio tra la rivista Left, su cui scrive, e il quotidiano di Rifondazione Comunista.

CONSIGLIO ALL’ULIVO
UNA SCORPACCIATA DI FAGIOLI DOC
di Nantas Salvalaggio

Fagioli per tutti". E’ l'imperativo categorico che rimbalza sui cellulari della Unione, da Rifondazione Comunista al Campanile di Mastella.
Ma non si tratta, meglio dirlo subito, di una dieta mediterranea a base d'erbe e legumi. No, stiamo parlando della "terza via psicanalitica imboccata dalle élites progressiste sulle orme di un guru post-freudiano, Massimo Fagioli. "Fagioli, chi?" direbbe corrugando la fronte uno studioso della celebre Scuola di Vienna.
Difatti è inutile cercare il suo nome nelle enciclopedie, è ignoto sia alla Britannica che alla Treccani, e non trova neppure osto nella "Garzantina", fra un Marco Fagioli poeta novecentesco e un Fagiuoli Giambattista commediografo del Settecento. Si sussurra che il Nostro abbia ammansito l'ex rivoluzionario Marco Bellocchio, promettente regista de I pugni in tasca". Ma l'allievo prediletto oltre misura, secondo le chiacchiere di Montecitorio, sarebbe lo charmoso Bertinotti. Se dal suo programma Fausto ha cassato la violenza, il merito sarebbe del Massimo Fagioli l'Eretico, espulso dalla Società Italiana di Psicanalisi. Metà Gandhi e metà Rasputin, il Fagioli è riemerso conte un fiume carsico dopo una lunga assenza. Ed ora trionfa nelle vesti del salvatore, del "maitre à penser". Per abbeverarsi al suo verbo, la crema della società romana, accorre alle sue lezioni affollatissime. Le dame dei salotti alti, insieme ai politici mondani, si vantano di avere il suo telefono privato.
Dire che il Maitre Fagioli e un intellettuale dirompente non gli rende giustizia L'esperienza dimostra che il suo semplice apparire a una qualsiasi redazione di rivista, o a una cellula di partito, provoca risse e diaspore. L'ultimo caso, tutt'altro che sopito, riguarda la rivista "Left". "Left” che in inglese significa Sinistra, ma anche "lasciato' "abbandonato" - era il giocattolo culturale cui stava lavorando il figlio del povero Gardini, che ne affidò la direzione a due vecchie firme della stampa "engagée": Giulietto Chiesa e Adalberto Minucci. Ma nel frattempo s'era infilato dietro le quinte il Grande Max, lo psico-seduttore. E con la pura forza dello sguardo convinse Gardini junior che la rivista non sarebbe mai stata di livello senza una sua rubrica, in bilico tra psicanalisi e varia umanità. Prima convinto, e poi soggiogato, Junior disse subito si; e ne informò i due anziani e consumati direttori . Ma costoro già stavano all'erta, e subodorando una sorta di complotto ideologico tra il Max e il Fausto Bertinotti, hanno alzato le barricate con un cartello: "O lui o noi ". Junior Gardini ha risposto: lui! E ha licenziato i due "resistenti". Molte sono le idee e le fazioni che si stanno combattendo intorno alla figura di Max. Ma pure senza uscire allo scoperto, Bertinotti lo ammira e lo approva. E non è il solo: nella sinistra più radicale, molti altri sono convinti che il pen-siero di Max è ciò che occorre per vincere di slancio. Gardini junior sostiene che lo slogan di una nuova Sinistra, già gloriosa macchina da guerra, potrebbe essere "Tutti da Max il sabato sera". A cominciare dal farfugliante Prodi, gli ingessati leader dell'Unione trarrebbero gran beneficio dal sofà terapeutico del Fagioli. D'Alema potrebbe uscirne tollerante e senza baffi. Fassino non più macilento e nervoso. Il no-global Caruso meno torvo e manesco. Manca poco più di un mese all'appuntamento delle urne. Che si aspetta a tappezzare l'Italia di manifesti 8 x 4, con il faccione verde-ulivo di Max e la scritta: FAGIOLI PER TUTTI?

(si ringrazia Tonino Scrimenti)