lunedì 13 marzo 2006

una segnalazione di Roberto Martina:

http://www.la7.it/invasioni/invasioniServizi.shtml?98
dal sito di La7. Le Invasioni Barbariche
con Daria Bignardi il venerdì alle 21.30
Venerdì 10.3.06 TransItalia

Partendo da "Transamerica", film americano arrivato nelle nostre sale in questi giorni che racconta in modo assolutamente normale le vicende di un transessuale, noi vi proponiamo la storia tutta italiana di Lucrezia Pasolini, avvocato di 36 anni che un tempo si chiamava Ivan.
Di fianco a lei lo psichiatra Massimo Fagioli, personaggio "mitologico" nel suo ambito, spesso definito "l'eretico".
Lucrezia, quando ha iniziato a sentirsi donna?
"Non l'ho capito subito. Verso i 7/8 anni però ho cominciato a farmi a delle domande. Preferivo giocare con le bambine e con i loro giochi. Poi, crescendo, mi sono accorta di quello che mi stava succedendo, e mi sono identificata con l'altro sesso".
Quando si è manifestato il problema?
"A dire la verità non ho mai vissuto una situazione drammatica. A crearmi disagio era più che altro la differenza fra come ero e come avrei voluto essere.
E quale è stato il momento in cui ha capito veramente la sua condizione?
"A 7/8 anni mi sono resa conto di non fare parte del genere maschile, ma non l'ho detto ai miei genitori perché pensavo che questo avrebbe creato loro dei problemi. Ed è rimasta sempre una cosa latente. Cercavo di vivere la sfera affettiva in maniera neutra perché sapevo che potevano insorgere delle difficoltà. E un bambino di 12 anni difficilmente ha la forza di affrontare un problema del genere".
Com'è stato il percorso che l'ha portata a diventare donna?
"Ho preso coscienza e poi ho aspettato di laurearmi e di sistemarmi dal punto di vista lavorativo, anche perché l'intervento rappresenta una spesa economica non indifferente. Poi, a 28 anni, ho iniziato Il percorso e a 30 mi sono sottoposta all'intervento.
La sua famiglia come ha reagito?
"Non l'ha presa malissimo. Mia madre si è preoccupata più che altro delle conseguenze fisiche dell'intervento: un genitore fatica a capire fin da subito. Bisogna avere pazienza e attendere che il cambiamento venga metabolizzato da chi ti sta intorno".
E so che poi si è sposata...
"Si, nel 2004".
Quando ha detto a suo marito di essere stata un transessuale?
"Il giorno dopo che ci siamo conosciuti, e devo dire che è andata bene. Lui mi aveva detto che lo aveva già intuito e che non sarebbe stato un problema, a patto che io avessi fatto l'intervento. Quindi, dopo undici mesi di fidanzamento, ci siamo sposati".
Beh, aperto di vedute...
"Si, molto aperto. Ma a differenza di quello che si può pensare, la maggior parte della gente non ha turbamenti così forti di fronte alla transessualità".
Di solito, quando si ascolta una storia come la sua, ci si sente investiti da una carica di sofferenza e di tormento, stati d'animo che però non le sembrano appartenere.
"Su di me non ha inciso granché: provavo sofferenza, certo, ma questo non mi ha impedito di vivere normalmente. È chiaro che il tormento esiste dal momento che il cambio di sesso è un'incognita, un salto nel buio, ma dopo l'operazione ho continuato a vivere nello stesso modo e a fare lo stesso lavoro di prima".
La parola allo psichiatra.
Fagioli, lei sostiene che alla radice di tutto ci siano solo la donna e l'uomo, quindi lei non vede nulla di anormale in Lucrezia?
"È una persona che deve godere di tutti i diritti civili, su questo non ci sono dubbi. E non sarò certo io a giudicare una situazione del genere. La ricerca sessuale a priori è una questione personale, nata da un rapporto tra Lucrezia e il suo medico, e io non posso intervenire. La deontologia dice però che non si può operare un corpo sano e chem se l'anatomofisiologia di un corpo non rappresenta anomalie, non si può operare, altrimenti si commette un reato gravissimo".
Quindi Lucrezia ha commesso un reato?
"Io parlo in generale, non è mio compito giudicare ciò che lei ha fatto con il suo medico Lucrezia, ovviamente, non è d'accordo: "Esiste una legge, la 164 del 1982 che autorizza questi interventi, e una sentenza della corte costituzionale italiana del 1985 ammette e tutela gli interventi chirurgici se sono finalizzati a tutelare anche a salute psichica del paziente".
Caso sicuramente più complicato quello di Mara, come dimostra l'estratto dal documentario di Bruno Bigoni e Lara Gastaldi, "Chiamami Mara": una persona sposata con due figli che a un certo punto della sua esistenza si rende conto che il corpo maschile non le appartiene e decide di cambiare senza però rinunciare alla sua vita matrimoniale.
La parola ancora a Fagioli: "Il problema da affrontare in questi casi è la scissione, addirittura all'opposto, tra realtà mentale e realtà fisica. Si va dal medico e si fa una diagnosi su quello che bisogna curare. Esistono delle situazioni nella quali bisogna operare: casi di ermafroditismo, casi di mancato sviluppo dei genitali".
Quindi, secondo lei, Ivan era una persona malata?
"Non sto dicendo questo. Quello che non mi convince è la scissione tra mente e corpo: io sono convinto che l'uomo nasca con una fusione tra realtà mentale e realtà fisica, la scissione avviene dopo ed è dovuta a rapporti patologici con gli altri. Quando una persona con questo tipo di problemi va dal medico deve stabilire cosa va curato: se bisogna intervenire sul corpo, come ha fatto lei, o se va curata la mente".
Lucrezia, secondo lei Fagioli sta complicando le cose o le sta semplificando?
"Credo che le stia complicando. Per quanto ne sappia io, l'identità di genere si stabilizza e non è più modificabile entro i tre anni di vita. Successivamente non è più possibile intervenire a livello terapeutico per modificare la situazione".
Controbatte lo psichiatra: "Questo non è assolutamente vero, esistono casi in cui si può intervenire con la psicoterapia ".
Lucrezia: "Io ho partecipato a convegni organizzati dalla Harry Benjamin Association e so che vi sono ricerche in Inghilterra che studiano i piccoli transessuali, di 6 o 7 anni. E se è vero che alcune persone arrivate a una certa età riescono a ottenere un'identità coincidente con il sesso biologico, credo che scoprire la causa del transessualismo sia attualmente impossibile Lucrezia, che effetto le ha fatto la storia di Mara? La invidia per il fatto di avere dei figli?
"No, assolutamente. Mi erano anche state proposte tecniche d'inseminazione, ma io sarei comunque il padre biologico del bambino e questo per me è inaccettabile perchè vorrei esserne solamente la madre".
Lei può adottare dei bambini?
"Si, tranquillamente. E credo che la capacità genitoriale passi attraverso altre cose".
Ha visto "Transamerica"?
"È una storia completamente diversa dalla mia. È un bel film e racconta il transessualismo in maniera non volgare come invece viene fatto di solito, soprattutto in tv".
Fagioli, lei l'ha visto?
"Purtroppo no. Però ribadisco il concetto: la medicina non può intervenire di fronte a un corpo sano, e credo che in questi casi sia necessario curare la mente".
Ma scusi, che problema c'è? Lucrezia sembra davvero felice...
"Nella pratica non c'è nessun problema, ma se devo adottare un punto di vista scientifico non posso non pensarla in questo modo".

http://www.articolo21.info/notizia.php?id=3260
articolo21.info venerdì 10.3.06
La TV del 10 Marzo 2006:

(...)
Fa storia a sé “Le invasioni barbariche” di Daria Bignardi, con la lunga intervista a Diego Della Valle, i commenti dello psichiatra Massimo Fagioli (polemico in merito alle politiche sanitarie del Ministro Storace: “Ha ragione Rosi Bindi quando dice che non si può interferire tra medico e paziente [...] non esiste un Ministro che mi dice quante iniezioni devo fare la mio paziente”) e lo sfogo bipartisan di Fabio Volo (...)