Liberazione 19 aprile 2006
L’amore, quello vero
Cara “Liberazione”,
in merito all’articolo di oggi (martedì 18, ndr) di don Vitaliano Della Sala, consueta e comprensibile (da parte sua) esaltazione della figura “rivoluzionaria” di Gesù, vorrei sottolineare che sebbene la sua figura ha storicamente costituito il passaggio dalla religione “della Legge” (ebraica) a quella “dell’amore” (cristiano), solidale con gli umili e gli oppressi, è altrettanto vero che non si può negare che: 1) in questo nel passaggio è stato mantenuto il concetto di peccato originale e la discendenza da Caino che ci rende tutti potenziali assassini; 2) che l’amore cristiano è strettamente legato a questo vizio originario che fa di ciascuno un derelitto da assistere per tutta la vita perché tarato dal “male”, la cui trasformazione radicale verso il “bene” è impossibile proprio a causa di questa “tara”; 3) che questa posizione teorica è di ben 2000 anni fa!; 4) che in questi 2000 anni il pensiero occidentale, impregnato di cultura ebraico-cristiana, non ha fatto altro che tentare di annichilire la vitalità delle donne, altro che sancire, come sostiene don Vitaliano, «la fine del maschilismo e del patriarcato»! Onestamente mi sembra che la ricerca sulla non violenza e sul rapporto uomo donna abbia ben altre possibilità di sviluppo che non ripetere una strada che da questo punto di vista mi sembra palesemente fallita! Se vogliamo potremmo ripartire dalla ricerca del giovane Marx, quella di una «natura spirituale altrettanto necessaria concreta e dai contorni altrettanto sicuri quanto la natura fisica», espressa nella lettera al padre del 1837. Splendida lettera che inizia descrivendo l’amore «ebbro di desiderio» per la sua compagna, e mi piace pensare che forse anche per Marx il rapporto con la donna fu lo stimolo di una preziosa anche se poi abbandonata ricerca sulla realtà psichica, perché nessuna ricerca di questo genere è possibile senza rapporto profondo con l’essere umano diverso da sé. Ricerca e rapporto che per la cultura ebraico-cristiana sono praticamente il diavolo.
Livia Profeti via e-mail
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