mercoledì 3 gennaio 2007

Agi 2.1.07
SADDAM: FAGIOLI, NON PROPONIBILE PARALLELO CON MUSSOLINI
(AGI) - Roma, 2 gen. - «Va detto subito che se c'è la rivoluzione all'interno di un Paese, come avvenne in Italia con la Resistenza e la Liberazione, passare per le armi il dittatore [è] parte di essa rivoluzione: Saddam non è stato un angelo, ma non mi pare che ci siano similitudini tra l'Italia del '45 e l'Iraq di oggi». Così la pensa lo psichiatra Massimo Fagioli, per il quale da criticare e condannare è «Bush: la guerra preventiva in Iraq per esportare la democrazia è una guerra criminale e - aggiunge - le truppe americane si stanno comportando peggio di quelle naziste e così fu anche in Viet Nam». Quindi, nessun parallelo è possibile tra la fine di Saddam che tra l'altro «gli Usa appoggiarono nella guerra contro l'Iran per poi prenderne le distanze» e quella di Mussolini «passato per le armi dai partigiani che fecero una rivoluzione - precisa - per liberare l'Italia». Certamente Saddam «non è stato un angelo - conclude - ma mi chiedo chi è il criminale, chi dovrebbe essere giudicato per i crimini di guerra che sta consumando in quel paese occupato con la forza militare». (AGI) -
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qui (segnalazione di Anna Pettini)

sullo stesso tema vi sono oggi interventi di Gravagnuolo di Salvadori e di un lettore sull'Unità, di Luca Ricolfi su La Stampa, di Giorgio Bocca su Repubblica
da qui

l’Unità 3.1.07
La guerra santa dei due Islam nemici
di Wladimiro Settimelli
da qui

Corriere della Sera 3.1.07
Norimberga. La giustizia e i vincitori
di Sergio Romano
da qui

gazzettadelsud.it 2.1.07
Lo psichiatra
La famiglia diventa luogo di sfogo di patologie mentali
Roma. Va cambiata l'idea della famiglia che si rivela ancora una volta teatro di un duplice efferato omicidio seguito da un suicidio: è sempre più il luogo dove si manifesta la patologia mentale che sta alla base di simili delitti. A commentare la strage familiare di Pescia, è lo psichiatra Francesco Riggio, per il quale «ci troviamo davanti alla messa in atto di un delirio depressivo, covato per anni e mai comunicato e del quale è difficile accorgersi».
Purtroppo questo avviene sempre più spesso, siamo a circa 500 delitti l'anno, nel nucleo familiare: che fare? «Direi che è importantissima seppur costosa la prevenzione sul territorio: la politica deve sensibilizzarsi su un fenomeno sociale così dirompente e non negare l'esistenza della malattia mentale che non è solo quella cronica e conclamata ma è anche quella che si ritrova in situazioni perfettamente normali e poi la psichiatria che ha – precisa – un ruolo altrettanto decisivo e che dovrebbe comprendere le dinamiche non coscienti, oltre quelle coscienti, che fanno i rapporti interumani».
E, guarda caso, le dinamiche di rapporto coscienti e non coscienti si ritrovano anche in famiglia. «Dove però prevale il modello dell'identificazione, il tu sei come me, non quello dell'identità, per cui si riconosce l'altro e si è riconosciuti e non si viene privati della libertà e crescita personali: ecco queste dinamiche non possono essere eluse se si vuol rispondere adeguatamente a fenomeno apparentemente inspiegabile».

(segnalazione di Barbara De Luca)

citato al Giovedì:

sull'Espresso nelle edicole, pag.11:

LEFT. Fagioli per Ivan
Dopo la burrascosa fine della direzione di Giulietto Chiesa gli editori di 'Left' hanno deciso di dare una scossa al giornale. Andrea Purgatori firma da condirettore dal primo numero di gennaio, la macchina è affidata ad Alberto Ferrigolo, ex 'manifesto'. Ivan Gardini e Luca Bonaccorsi discutono coi direttori dei contenuti, dei costi, di tutto tranne che di Massimo Fagioli, il teorico della psicoanalisi collettiva, a cui Bonaccorsi e Gardini sono legati e che Lella e Fausto Bertinotti stimano: si sono moltiplicate le iniziative tra 'Left' e fagioliani quando serve. C. M. C.
(testo ricevuto da Roberto Martina)

sul tema si può leggere un lancio anche qui