CON "LA REPUBBLICA" E "TROVAROMA" DI IERI:
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ANTONIO GRAMSCI NEL 1930 CONOSCEVA E TRADUSSE
LA LETTERA AL PADRE DI KARL MARX DEL 1837
VEDI QUI DI SEGUITO
QUESTA MATTINA A PAGINA 3 SU RADIO 3 RAI
IL CONDUTTORE HA SEGNALATO L'USCITA DI LEFT DOMANI NELLE EDICOLE
CITANDO L'ARTICOLO DI SIMONA MAGGIORELLI
ANTONIO GRAMSCI NEL 1930 CONOSCEVA E TRADUSSE
LA LETTERA AL PADRE DI KARL MARX DEL 1837
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CITANDO L'ARTICOLO DI SIMONA MAGGIORELLI
LE TRE PAGINE DI BOLOGNA, MILANO, TORINO, IN PDF
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Giovanni Senatore, Ufficio stampa de L'Asino d'oro edizioni
SU REPUBBLICA ON LINE, DALL'8 AL 14 APRILE:PER VEDERE LE TRE PAGINE IN DEFINIZIONE MIGLIORE (PDF) CLICCA QUI
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ANCHE DOMENICA 14 APRILE:
L'ASINO D'ORO - IMPREVEDIBILMENTE -
DI NUOVO SU "LA REPUBBLICA":
Il pdf della pagina è disponibile qui
mDALLA CLASSIFICA DEI LIBRI PIÙ VENDUTI
ALLA LIBRERIA IBS DI FIRENZE:
LUNEDI 22 APRILE, SU "LA REPUBBLICA":
LIBRI: STORIA DI ANNA O., IN ITALIA PRIMA EDIZIONE INTEGRALE
ANSA - ROMA, 12 APR - Per la prima volta in Italia esce l'edizione integrale del piu' famoso caso di isteria, 'La Storia di Anna O.' (pp 322, euro 18) di Lucy Freeman, pubblicata da L'Asino d'oro edizioni, con la prefazione dello psichiatra Massimo Fagioli. Il libro narra le vicende di Bertha Pappenheim, da quando, ventenne aristocratica ebrea viennese, nel 1880, fu sottoposta ad ipnosi da parte del dottor Joseph Breuer, fino alla sua morte, settantenne a Francoforte. Fagioli che, giovane medico, dirigeva negli anni '60 nel sanatorio Bellevue di Binswanger a Kreuzlingen, in Svizzera, una comunita' terapeutica, fu ospitato proprio nel lussuoso appartamento in cui Anna O. era stata ricoverata ottant'anni prima per una grave malattia mentale, dopo la ''cura'' con l'ipnosi di Breuer. Quanto emerge dall'indagine di Lucy Freeman, tra luci e ombre, e' una differente verita'. CA 12-APR-13 17:56 NNN
VENERDI 12 APRILE AL POLO DELLE SCIENZE SOCIALI DELLA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE SI È TENUTO L'INCONTRO SUL TEMA: "TRA NATURA E CULTURA: LA TEORIA ECONOMICA ALLA PROVA DELLA CRISI" SONO INTERVENUTI: STEFANO BARTOLINI, NICOLÒ BELLANCA, MASSIMO D’ANTONI, CLAUDIO GNESUTTA, ERNESTO LONGOBARDI, ANNA PETTINI, ANDREA VENTURA È STATO PRESENTE STEFANO FASSINA m LA REGISTRAZIONE DELL'EVENTO È DISPONIBILE IN DUE PARTI LA PRIMA PARTE QUI LA SECONDA PARTE QUI Riprese ed elaborazione di Serena Rizza |
La follia a due degli attentatori di Boston
di Domenico Fargnoli
qui
TROVI TUTTI I MATERIALI CITATI IN PRECEDENZA
QUI DI SEGUITO ALLA DATA DI VENERDI 19 APRILE
30 gennaio 1933: Paul von Hindenburg, il presidente della Repubblica,
nomina Adolf Hitler Cancelliere della Germania m «Hegel nota in un passo delle sue opere che tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale si presentano, per così dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere: la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa». Karl Marx, in Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte (1869)
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I VESCOVI INNEGGIANO A NAPOLITANO
E ALLE "LARGHE INTESE":
Avvenire, il quotidiano dei vescovi 21.4.13
Esempio del Presidente, doveri dei partiti
La spinta per risalire
di Marco Tarquinio
Il
soprassalto di saggezza politica e istituzionale nel quale anche noi
avevamo sperato c’è stato. L’Italia ha di nuovo un «presidente di
tutti», e lo ha di nuovo in Giorgio Napolitano. Stavolta, con quel
consenso amplissimo che sette anni fa lo storico leader della sinistra
già comunista non riuscì a ottenere dal Parlamento e che
nell’esercizio delle sue funzioni – pur non rimanendo immune da
polemiche e critiche, e affrontandole da par suo – ha saputo meritarsi.
Solo
la consapevolezza della disperata e disperante impotenza di tutte le
forze e frazioni politiche – tutte, nessuna esclusa, anche quelle che
più hanno lavorato per paralizzare sino al collasso il 'sistema' –
poteva indurre il capo dello Stato uscente a ripensare il suo ripetuto
'no' a qualunque ipotesi di rielezione. E c’è da essergli grati per
avere, con la propria costruttiva disponibilità, strappato via dalla
logica di guerra più dei due terzi del Parlamento repubblicano. C’è da
essergli riconoscenti per il supplemento di altissimo servizio
istituzionale al quale si appresta in un passaggio difficile e duro,
davvero cruciale, della vita nazionale. La sua figura sobria, la cultura
dialogante, la naturale misura, il senso del dovere sono un
riferimento saldo pure per chi, in tutto o in parte, non ha condiviso o
apprezzato il lungo percorso politico-istituzionale di cui è stato
protagonista. E di fronte alle polemiche e alle manovre esasperate e
devastanti di vecchi e nuovi personaggi della scena pubblica
rappresentano un antidoto esemplare, non solo utile ma, come si è visto,
alla fin fine indispensabile. Un esempio? Beppe Grillo è passato,
ieri, da una nuova annunciata marcia su Roma di «milioni» (!) di propri
sostenitori con finale e incendiario comizio di piazza contro un
proclamato «golpe» a una più politica e civile conferenza stampa (non
solo un monologo, si spera, ma un normale incrociarsi di libere
domande e di libere risposte...). Se lo ha fatto, è anche e
soprattutto perché una personalità del calibro e della popolarità di
Napolitano è di nuovo al vertice delle nostre malmesse istituzioni e al
centro del tentativo di dare esito ragionevole e proficuo allo stallo
politico e di governo che proprio Grillo, coadiuvato alacremente dalle
miopie altrui, ha sinora fatto di tutto per perpetuare.
Non
è inutile sottolineare, infatti, che questa prima conferma nel suo
ruolo di un presidente della Repubblica (Napolitano era e resta
l’undicesimo della serie) è una conferma, solenne e persino drammatica,
della gravità della situazione in cui versa l’Italia: il Paese legale
piagato dalle sterili supponenze dei partiti tanto quanto il Paese
reale piegato da una crisi economica e sociale sempre più pesante. La
conferma del capo dello Stato è, cioè, la conferma della necessità
assoluta di agire il più concordemente possibile, con visione davvero
lungimirante, per ridare lavoro e speranza agli italiani e per avviare
una buona volta a conclusione – quell’equilibrata conclusione che
attendiamo invano da quasi vent’anni – la tormentata transizione dalla
Repubblica pensata dai padri costituenti a una nuova Repubblica che,
tenendo fermo e caro il prezioso e attualissimo impianto valoriale della
nostra Carta, si giovi di un ordinamento saggiamente rivisto e
ammodernato.
Quest’epilogo al tempo stesso
incalzante e rassicurante della 'corsa al Colle 2013', per qualcuno era,
in fondo, già scritto. Eravamo tre giorni fa, e siamo oggi, a una sorta
di extrema ratio. A essa si sono inchinati il presidente Napolitano e
la stragrande maggioranza dell’Assemblea dei grandi elettori. Qualcosa
di generosamente e lucidamente analogo, nello sforzo per dare al Paese
il governo possibile e necessario, dovrà essere fatto almeno dai
partiti che hanno votato il bis del «presidente di tutti»: Pd, Pdl,
Scelta Civica e Lega. Ognuno di essi ha, in proprio, problemi non
piccoli (in qualche caso persino vitali) da risolvere, ma quelli 'di
sistema' ora contano di più. Perché il 'sistema' non è la Luna, siamo
noi: le nostre famiglie, le nostre città, le nostre aziende. Perché in
ballo c’è la qualità della nostra democrazia e il futuro stesso della
nostra gente, dei cittadini di questo Paese.
Siamo,
insomma, al dunque. Si dice, a ragione, che bisogna toccare il fondo
per poter cominciare a risalire. E gli italiani, anche quelli più
sfiduciati e spazientiti, sanno bene quanto ci sia bisogno, e ci sia
bisogno adesso, di una reazione positiva e convincente alla realtà
mortificante che viviamo (e alla pessima retorica che si fa su di essa).
Certo, il tasso di intossicazione della nostra politica è così alto da
far temere che il fondo non sia stato ancora toccato, non da tutti
almeno. Ma la risalita deve comunque cominciare adesso. Siamo certi che
questo è il punto cardine dell’agenda di Giorgio Napolitano. Più che
mai auguri, presidente.
CON "LA REPUBBLICA" E "TROVAROMA" DI GIOVEDI 25 APRILE:
IL PALAZZETTO BIANCO
VEDI E SCARICA IL PDF (64 PAGG) DA QUI
Si ringrazia Matteo Fago e Antonella Tramacere
SULLA STAMPA DI OGGI:
Stefano Rodotà. L’intervista
“È pericoloso fare a pezzi la nostra storia fuori dalla Costituzione l’Italia è perduta”
Rodotà: questa data è un simbolo da cui far partire la ricostruzione
di Alessandra Longo
su spogli
l’Unità 26.4.13
Il Pd schierato con qualche mal di pancia
Tutti i big convinti della necessità di far nascere il governo
L’abbraccio di Renzi
I dubbi dei giovani turchi: «Ma in Parlamento ci atterremo alle scelte della Direzione»
Bagnasco: serve esecutivo stabile e immediato
Dopo-Bersani: in campo l’ipotesi Epifani
di Maria Zegarelli
su spogli
IL CORRIERE DI OGGI: UN'AFFIDABILE PREVISIONE O UN INCUBO?
il Fatto 26.4.13
Il Pd caccia chi non vota il governo D’Alema-Alfano
I nuovi vertici del partito minacciano: fuori dal gruppo chi dice no
di Wanda Marra
su spogli
Repubblica 26.4.13
Clima sempre teso all’interno del Partito democratico
Pd, lite sull’ipotesi espulsione ma i ribelli usciranno dall’aula. E Renzi: non si può più disertare
I Giovani turchi chiedono lo stop agli “impresentabili” del Pdl
di Giovanna Casadio
su spogli
La Stampa 26.4.13
Nel Pd cresce l’ala del dissenso
Puppato e Civati si sono già esposti: “Non voteremo la fiducia”
La deputata Zampa, ex portavoce di Prodi: «Preoccupata da ultimatum minacciosi»
di Francesca Schianchi
su spogli
La Stampa 26.4.13
I giovani torinesi citano Letta “Un governo? Non a tutti i costi”
Continua la protesta dei ragazzi del partito: “Ci vogliono paletti robusti”
di Giovanni Cerruti
su spogli
il Fatto 26.4.13
Il sindaco di Bari Michele Emiliano
“Non ci manderanno via. Se ne vadano loro”
di Caterina Perniconi
su spogli
il Fatto 26.4.13
Lamezia Terme. Occupata la sede del partito
È Occupy Pd anche in Calabria. Da ieri, nella sede regionale del partito, a Lamezia Terme, un gruppo di dirigenti, amministratori, iscritti e simpatizzanti del Pd si è riunito in assemblea per elaborare un documento in cui spiegare le motivazioni dell’iniziativa e le varie proposte emerse. Ansa
Leggere i giornali in questi giorni è desolante. Impera quasi ovunque il clima di Union Sacrée, e la santificazione di Napolitano - alla quale il Vaticano ha dato e continua a dare una gran mano - insieme alla demonizzazione di ogni e qualsivoglia dissenso. Che comunque viene oscurato il più possibile...
Come in Bulgaria un tempo? come in Sudamerica solo un po' di anni fa?
Potrà rivelarsi utile agli scopi dell'omologazione collettiva la ricerca di cui parla Ferraris nella sua recensione su Repubblica qui di seguito?
il Fatto 26.4.13
Altro che cani da guardia i giornali non mordono più
di Caterina Soffici
su spogli
il Fatto 26.4.13
Se Parlamento e piazza non coincidono
risponde Furio Colombo
su spogli
Affidabilità. Così diceva, prima...
il Fatto 26.4.13
Ha distrutto l’Italia, mai al governo con Berlusconi
di Enrico Letta
su spogli
Rosso sbiadito
Pd, la storia sinistra di un partito che si rottama da solo
Uno scontro feroce scandisce la vita di un gruppo dirigente che si è sempre odiato
di Salvatore Cannavò
su spogli
“In venti anni ho fatto fuori sei leader della sinistra”: è la frase pronunciata ieri da Silvio Berlusconi in una intervista alla Fox a Dallas dove era per un’iniziativa in onore dell’ex presidente Usa George W. Bush
Corriere 26.4.13
Il Cavaliere regista di una nuova fase può acuire i sospetti a sinistra
di Massimo Franco
su spogli
Repubblica 26.4.13
Se nessuno ascolta la voce della base
di Curzio Maltese
su spogli
Repubblica 26.4.13
L’antiberlusconismo non è più sufficiente
di Chiara Saraceno
su spogli
Corriere 26.4.12
E il M5S fa autogol con lo streaming
di Aldo Grasso
su spogli
La legge francese sulle nozze gay
risponde Luigi Cancrini
psichiatra e psicoterapeuta
su spogli
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clicca sull'immagine per renderla leggibileLa lettiana De Micheli avverte i dubbiosi: “Non possiamo avere una parte del gruppo parlamentare all’opposizione”
Repubblica 26.4.13
Clima sempre teso all’interno del Partito democratico
Pd, lite sull’ipotesi espulsione ma i ribelli usciranno dall’aula. E Renzi: non si può più disertare
I Giovani turchi chiedono lo stop agli “impresentabili” del Pdl
di Giovanna Casadio
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Nel Pd cresce l’ala del dissenso
Puppato e Civati si sono già esposti: “Non voteremo la fiducia”
La deputata Zampa, ex portavoce di Prodi: «Preoccupata da ultimatum minacciosi»
di Francesca Schianchi
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I giovani torinesi citano Letta “Un governo? Non a tutti i costi”
Continua la protesta dei ragazzi del partito: “Ci vogliono paletti robusti”
di Giovanni Cerruti
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il Fatto 26.4.13
Il sindaco di Bari Michele Emiliano
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di Caterina Perniconi
su spogli
il Fatto 26.4.13
Lamezia Terme. Occupata la sede del partito
È Occupy Pd anche in Calabria. Da ieri, nella sede regionale del partito, a Lamezia Terme, un gruppo di dirigenti, amministratori, iscritti e simpatizzanti del Pd si è riunito in assemblea per elaborare un documento in cui spiegare le motivazioni dell’iniziativa e le varie proposte emerse. Ansa
Leggere i giornali in questi giorni è desolante. Impera quasi ovunque il clima di Union Sacrée, e la santificazione di Napolitano - alla quale il Vaticano ha dato e continua a dare una gran mano - insieme alla demonizzazione di ogni e qualsivoglia dissenso. Che comunque viene oscurato il più possibile...
Come in Bulgaria un tempo? come in Sudamerica solo un po' di anni fa?
Potrà rivelarsi utile agli scopi dell'omologazione collettiva la ricerca di cui parla Ferraris nella sua recensione su Repubblica qui di seguito?
il Fatto 26.4.13
Altro che cani da guardia i giornali non mordono più
di Caterina Soffici
su spogli
il Fatto 26.4.13
Se Parlamento e piazza non coincidono
risponde Furio Colombo
su spogli
Affidabilità. Così diceva, prima...
il Fatto 26.4.13
Ha distrutto l’Italia, mai al governo con Berlusconi
di Enrico Letta
su spogli
il Fatto 26.4.13il Fatto 26.4.13
Una Dinasty chiamata Letta
Non solo Gianni nell’albero genealogico del premier incaricato
su spogli
Rosso sbiadito
Pd, la storia sinistra di un partito che si rottama da solo
Uno scontro feroce scandisce la vita di un gruppo dirigente che si è sempre odiato
di Salvatore Cannavò
su spogli
“In venti anni ho fatto fuori sei leader della sinistra”: è la frase pronunciata ieri da Silvio Berlusconi in una intervista alla Fox a Dallas dove era per un’iniziativa in onore dell’ex presidente Usa George W. Bush
Corriere 26.4.13
Il Cavaliere regista di una nuova fase può acuire i sospetti a sinistra
di Massimo Franco
su spogli
Repubblica 26.4.13
Se nessuno ascolta la voce della base
di Curzio Maltese
su spogli
Repubblica 26.4.13
L’antiberlusconismo non è più sufficiente
di Chiara Saraceno
su spogli
Corriere 26.4.12
E il M5S fa autogol con lo streaming
di Aldo Grasso
su spogli
il Fatto 26.4.13
“Scongelatevi”, il ko dei 5 Stelle
di Paola Zanca
su spogli
Repubblica 25.4.13l’Unità 26.4.13
L’Amaca
di Michele Serra
Se Letta ce la fa, saremo di fronte al sogno di Grillo: un governo Pd-Pdl. Con l’alto patrocinio della presidenza della Repubblica, il consenso entusiasta di Berlusconi, la complicità convinta di pezzi del Pd, la rassegnazione impotente degli altri pezzi di un Pd in pezzi. Lo so, è una sintesi rozza e approssimativa. Non dà atto delle ragioni, anche rispettabili, di chi sottolinea l’emergenza, l’urgenza, la contingenza e tutti gli altri enza. Ma descrive la bruta sostanza di un esito politico durissimo da digerire per molti milioni di italiani. E tanto più duro quanto non obbligatorio, come in molti vogliono farci credere. Non lo rendeva obbligatorio il risultato elettorale (anzi!), che indicava una volontà magari scomposta, ma inequivocabile, di svolta radicale. Non lo rendeva obbligatorio il tripolarismo traballante del nuovo Parlamento, che metteva sullo stesso piano di improbabilità un’intesa Pd-M5S e un’intesa Pd-Pdl, ma un poco più improbabile la seconda almeno a giudicare dai programmi, dagli umori dei due elettorati, dalla storia degli ultimi vent’anni. È stata dunque scelta una strada evitandone un’altra. Gli attori di questa scelta (compreso lo stesso Grillo, che ha trattato la sinistra con spregio astioso) abbiano l’onestà, di qui in poi, di rivendicarla come tale: una scelta.
La legge francese sulle nozze gay
risponde Luigi Cancrini
psichiatra e psicoterapeuta
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Corriere 26.4.13
L'appello di Muti «Chiudere il Maggio sarebbe umiliante»
Si moltiplicano gli appelli per salvare il Maggio Fiorentino. Dagli Stati Uniti anche quello del maestro Riccardo Muti, direttore della Chicago Symphony Orchestra: «La sua chiusura sarebbe scandalosa non solo per la cultura italiana ma per tutta la cultura europea. Un ulteriore durissimo colpo per l'immagine del nostro Paese già deteriorata all'estero». L'appello di Muti è rivolto a tutti gli uomini politici, in particolare al nuovo governo che dovrebbe nascere. Il «rosso» previsto del Maggio Musicale Fiorentino è pari a 6 milioni di euro. Di questi, 2,1 milioni sono stati recuperati grazie alla rimodulazione della stagione, operata dal commissario straordinario Francesco Bianchi. Mancano dunque all'appello circa 4 milioni di euro, che dovranno essere recuperati attraverso un «doloroso» intervento strutturale.
Corriere 26.4.13
Mo Yan e la Cina: «La vita è una rana»
Il dramma degli aborti forzati, le scelte «obbligate» «Racconto una generazione, ma dietro ci sono io»
di Marco Del Corona e Paolo Salom
su spogli
l’Unità 26.4.13
No al segreto di Stato sulle stragi
Pubblichiamo ampi stralci del discorso che il presidente della Camera ha pronunciato ieri a Milano durante la manifestazione per il 25 aprile
di Laura Boldrini
su spogli
m
Repubblica 26.4.13
La storia non si calpesta
di Adriano Prosperi
su spogli
m
Repubblica 26.4.13
La chirurgia etica che cancella i nostri ricordi
di Maurizio Ferraris
su spogli
m
Repubblica 26.4.13
Neopartito e antipartito
L’deologia nascosta dietro la repubblica
Lo storico Salvatore Lupo ricostruisce in un saggio le pulsioni prepolitiche dal fascismo alla P2 a oggi
di Simonetta Fiori
su spogli
L'appello di Muti «Chiudere il Maggio sarebbe umiliante»
Si moltiplicano gli appelli per salvare il Maggio Fiorentino. Dagli Stati Uniti anche quello del maestro Riccardo Muti, direttore della Chicago Symphony Orchestra: «La sua chiusura sarebbe scandalosa non solo per la cultura italiana ma per tutta la cultura europea. Un ulteriore durissimo colpo per l'immagine del nostro Paese già deteriorata all'estero». L'appello di Muti è rivolto a tutti gli uomini politici, in particolare al nuovo governo che dovrebbe nascere. Il «rosso» previsto del Maggio Musicale Fiorentino è pari a 6 milioni di euro. Di questi, 2,1 milioni sono stati recuperati grazie alla rimodulazione della stagione, operata dal commissario straordinario Francesco Bianchi. Mancano dunque all'appello circa 4 milioni di euro, che dovranno essere recuperati attraverso un «doloroso» intervento strutturale.
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Lo storico Salvatore Lupo ricostruisce in un saggio le pulsioni prepolitiche dal fascismo alla P2 a oggi
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