lunedì 9 marzo 2015












il Fatto 7.3.15
Rivoluzione in camice
La zona oscura in sala operatoria
Il romanzo verità di un chirurgo italiano che ha creato al Mit un software salvavita
di Fabrizio d’Esposito

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SULLA STAMPA DI LUNEDI 9:

Corriere 9.3.15
Viaggio negli ospedali psichiatrico giudiziari
Gli ultimi internati della nostra storia
Così finisce un’idea di detenzione
Viaggio tra i folli che tornano a noi
Il 31 marzo è prevista la chiusura degli Opg
Le incognite sul futuro
Per i soggetti considerati gravi nuove «residenze» affidate alla Sanità
di Paolo Giordano

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Corriere 9.3.15
Che ci fanno ancora qui?
Dentro l'ospedale giudiziario di Aversa. Uno dei sei rimasti in Italia
Dovevano chiudere entro il 31 marzo 2013 e invece sono ancora funzionanti
di Fulvio Bufi

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La Stampa 9.3.15
Italicum, Giustizia e unioni civili
Il percorso a ostacoli dei renziani
di Francesca Schianchi

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Corriere 9.3.15
Le parole del leader e il popolo sovrano (atto secondo)
di Antonio Polito

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il Fatto 9.3.15
Essere fedeli al partito o all’Italia?
Ministri, onorevoli e dirigenti Pd e la paura di dissentire
di Ferruccio Sansa

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Corriere 9.3.15
Miguel Gotor, minoranza Pd
«Votare con Forza Italia? Non è un problema Renzi pensi a unire il Pd»
Gotor: Italicum e Senato, intervenire si può
intervista di Alessandro Trocino

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Corriere 9.3.15
Legge elettorale fatta a misura Pd
La Regione Umbria ha stabilito un premio di maggioranza alla coalizione vincente senza soglia minima di voti
Decisione forse incostituzionale, comunque un brutto segnale
di Giovanni Belardelli

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Repubblica 9.3.15
Il piano di Renzi aprire ai bersaniani tutelando la ditta
Il premier accetta l’idea di un partito strutturato ma avverte che sulle riforme non si torna indietro
di Stefano Folli

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Corriere 9.3.15
Rebus giustizia: dieci giorni per decidere
Il presidente del Senato e l’anticorruzione: non si va oltre il 17 marzo
Ma serve l’emendamento entro domani
di Flavio Haver

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Corriere 9.3.15
Gli standard europei che la nostra scuola non sa raggiungere
di Lorenzo Bini Smaghi

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Repubblica 9.3.15
La riforma della scuola
Ecco il disegno di legge, via i precari in due anni
di Corrado Zunino

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Corriere 9.3.15
Il Papa spiega l’inferno a una bimba «Dio perdona tutti, sei tu che scegli»
Francesco celebra l’8 marzo: le donne ci danno la capacità di vedere oltre
di Gian Guido Vecchi

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il Fatto 9.3.15
Due anni dopo, dal 13 marzo 2013
Francesco, la Chiesa millenaria che vorrebbe tornare giovane
Una ventata di cambiamento
L’approccio nuovo con la gente, l’attenzione per le donne, l’apertura su celibato e unioni gay. E l’impegno per la pace
di Marco Politi

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il Fatto 9.3.15
Fenomeno mediatico
Un giornale tutto per lui pubblicato in sei paesi
di Caterina Minnucci

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il Fatto 9.3.15
Non solo Roma
Lontano dal Palazzo e dal pantano italiano
di Fabrizio d’Esposito

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il Fatto 9.3.15
Oltre San Pietro
“Il Conclave scarnifica sempre i favoriti”
di Carlo Tecce

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il Fatto 9.3.15
Gli avversari
La potente Curia non è sconfitta
di Carlo Tecce

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il Fatto 9.3.15
Fuori dal coro
Non indica un inizio ma è il segno della fine
di Pietrangelo Buttafuoco

L’effetto Marziano a Roma è già alle sue spalle. Francesco Bergoglio, il Papa che piace a tutti, ha già esaurito la metafora di Ennio Flaiano. Le Città eterna, infatti, ha più che digerito la novità. Non c’è, Diocenescampi, la pernacchia all’angolo di Via Veneto ma ciò che compete a questo Pontificato è solo reiterazione del popolaresco. Perfino Sergio Mattarella (uno che col cattocomunismo ci campa), prendendo il tram, ricalca l’effetto torpedone del Papa ma tutta questa estetica della sottrazione del fasto curiale, in Bergoglio, non è sottrazione mondana e non è neppure il jihad del francescanesimo. È solo tristo poveraccismo.
L’elezione di papa Francesco è seguita alle dimissioni di papa Benedetto XVI. Non è con la morte di una papa che se n’è fatto un altro e la presenza di due pontefici, quella che in altri tempi avrebbe determinato uno scisma, nella beata epoca dei beoti ha assunto un tono easy. Il vecchio è sceso dalla Croce per sparire dalla scena e chiudersi – confortato da musica, studi e preghiere – in un eremo. In circostanze solenni, invece, i due – il bavarese e l’attuale regnante, l’argentino – hanno raddoppiato l’effetto bianco: due di un trono doppio, quello di mistificazione e rinuncia.
L’elezione di Bergoglio sorge dalla rinuncia dell’ultimo successore di Pietro. Un segno più che un lapsus. Un potente scrittore, Sergio Claudio Perroni, con Renuntio vobis (edizioni Bompiani) ha saputo ricostruire in un dialogo (con le parole delle Sacre Scritture), l’incontro tra il vecchio che getta l’Anello del Pescatore e il suo unico interlocutore possibile, la verità del Sacro.
È venuto dalla fine del mondo, Papa Francesco. Ecco, il lapsus. Ha preso un nome che gli ha permesso di numerare col principio ma tutto il suo teatro è un ammiccare alla fine. Ogni suo gesto – dalla valigetta ventiquattrore all’appartamento di Santa Marta, svuotando il Vaticano – è un prologo al finale. Attento, in ogni sua azione, a ricavarne il plauso dello spirito del tempo, volge tutto in parodia. Chiama Marco Pannella durante uno dei suoi digiuni quando prima di questa scenetta, con altra tempra, e con più rovente battaglia, Giovanni Paolo II scriveva una lettera a Bobby Sands, l’eroe della libertà d’Irlanda. Lo supplicava d’interrompere il digiuno e gli inviava – certo di non poter smuovere dal proposito di lotta quel guerriero – la Croce d’oro con cui i fedeli di San Patrizio avrebbero poi aperto il corteo funebre di Bobby Sands, combattente dell’Esercito repubblicano irlandese.
Piace alla gente perché fa arrestare un vescovo pedofilo, alza i lai contro l’omertà e le complicità della Chiesa ma, forte della buona coscienza proprio dell’Inferno, fa un errore blu in punto di caritas se non di pietas: non combatte il peccato, mette le manette ai peccatori. Papa Francesco, perfetto per i souvenir delle bancarelle, sembra sparlare da una centuria di Nostradamus. È nel finale di partita perché sacralità e carisma, con lui, sono optional. Non è un Papa, è solo il direttore generale di un Cda la cui ragione sociale è umana, troppo umana.

Corriere 9.3.15
Il ricatto al Vaticano su una lettera di Michelangelo rubata nel 1997

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Repubblica 9.3.15
La democrazia deve chiedere l’esilio di Dio
Chiesa o Stato, sacro o razionale: ecco perché il principio di legittimità delle nostre leggi non può che essere “umano e solo umano”
E la sfera personale in interiore homine. Al fedele restano i luoghi di culto
di Paolo Flores d’Arcais

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il Fatto 9.3.15
Cacciari: “Io denuncio dei disastri, ma è inutile”
intervista di Alessandro Ferrucci

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Corriere 9.3.15
La Nato non basta, Juncker vuole un esercito Ue
di Luigi Offeddu

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Corriere 9.3.15
Siamo noi l’America
Sul ponte della storica marcia per i diritti civili

E Barack «patriota» stavolta piace anche alla destra
Ha ridefinito l’identità di un popolo. Spiegando i segreti della sua «eterna giovinezza»
Pubblichiamo i brani più significativi del discorso che il presidente Usa ha pronunciato sabato a Selma (Alabama) a 50 anni dalla marcia per i diritti degli afroamericani organizzata da Martin Luther King nel 1965

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Repubblica 9.3.15
“Solo così vinceremo la battaglia”
Selma e mio padre Martin Luther King. La nonviolenza resta l’unica strada
Cinquant’anni dopo la “Bloody Sunday” la figlia del leader del movimento
per i diritti civili invita a seguire l’esempio di quanti marciarono nel 1965
di Bernice A. King

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Corriere 9.3.15
Dai Budda di Bamiyan ai siti degli assiri:
Così scompare il patrimonio dell’umanità
La mappa di quanto abbiamo perso
di Lorenzo Cremonesi

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Corriere 9.3.15
Un furore (poco religioso) distrugge i capolavori
di Roberto Tottoli
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Repubblica 9.3.15
Appello dell’Unesco “In Iraq cancellano l’arte dobbiamo agire subito”
Ieri colpito un altro sito archeologico a nord di Mosul Bagdad alla coalizione internazionale: “Serve la forza aerea”
La direttrice Irina Bokova: “L’obiettivo degli estremisti è annullare qualsiasi traccia che testimoni l’importanza del dialogo fra le culture”
intervista di Anais Ginori

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Corriere 9.3.15
Le Cassandre occidentali che inquietano la Cina
di Guido Santevecchi

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Corriere 9.3.15
E la Cina scopre la lingerie (molto costosa)
La campagna anticorruzione del presidente cinese ha un effetto imprevisto: il boom di acquisti di lingerie, perché ciò che sta «sotto» sfugge al dictat della «nuova sobrietà». Crescita a doppia cifra per tutti i brand: da La Perla a Agent Provocateur
di Enrica Roddolo
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Corriere 9.3.15
Un convegno a Firenze
L’intervento del 1915 che cambiò la storia

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Repubblica 9.3.15
La concorrenza globale che sconfigge i libertini
di Maurizio Ferraris

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Repubblica 9.3.15
Il romanzo criminale del patrimonio artistico
Il saggio di Tomaso Montanari sull’ingerenza e le storture dei privati nei beni culturali
di Adriano Prosperi

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