martedì 22 settembre 2015

SULLA STAMPA DI MARTEDI 22 SETTEMBRE 2015



Il Fatto 22.9.15
Attacco al Senato
l premier dà ordini anche alla seconda carica dello Stato
Renzi minaccia, Grasso s’infuria: “Non temevo neppure la mafia”
I ribelli temporeggiano
di Wanda Marra
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Il Fatto 22.9.15
Grasso: “Nemmeno la mafia mi fermò...”
L’ex pm resiste al premier: “Moderi i toni, non è una guerra”
di Paola Zanca
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Corriere 22.9.15
L’ex magistrato chiede «rispetto» in guerra non si arrivava a tanto
Dopo la rettifica resta l’irritazione e non esclude di riaprire l’articolo 2
di Monica Guerzoni
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Repubblica 22.9.15
L’ira del presidente “Quelle della mafia erano minacce lui non fa paura”
di Francesco Bei
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Il Fatto 22.9.15
Gianfranco Pasquino
“La proposta del leader Pd è chiara, sono altri nominati”
intervista di Luca de Carolis
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Il Fatto 22.9.15

Il mondo claustrofobico del premier Renzi
risponde Furio Colombo
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Il Fatto 22.9.15
Matteo loda Tsipras e attacca Corbyn
Anche ‘sto Varoufakis se lo semo tolto di mezzo”. Parla in romanesco Matteo Renzi, con una certa soddisfazione perché “chi di scissione colpisce, di elezione perisce” (ogni riferimento alla minoranza Pd non è puramente casuale). Durante la direzione fa i complimenti a Tsipras. Perché “Alexis ha avuto il coraggio di chiudere l'accordo in Europa e di chiamare le elezioni”. I giudizi del premier italiano su quello greco negli ultimi mesi erano stati tutt’altro che positivi. Matteo si vedeva sfilare lo scettro del rottamatore in Europa, con un leader che andava avanti a colpi di chiamate alle urne. E allora, è uno Tsipras addomesticato quello che salutava ieri Renzi. Uno che ha stretto un accordo più sfavorevole rispetto a quello per il quale aveva ottenuto il no dei greci al referendum. Renzi si è congratulato con il vincitore già domenica sera. E ci ha tenuto a far sapere che Palazzo Chigi era stato perennemente in contatto con Tsipras negli ultimi giorni. Atteggiamento ben diverso da quando il 29 giugno twittava: "Il punto è: il referendum greco non sarà un derby tra la Commissione Ue e Tsipras ma euro contro dracma. ”. E poi, qualche giorno dopo attaccava: “Il referendum è una scelta politica che a mio giudizio è molto azzardata: non è detto che se la posizione di Tsipras vincesse, le misure per i cittadini sarebbero più semplici”. L’Alexis che ha spaccato Syriza fa meno paura al premier. Il nemico (europeo) da attaccare è un altro. E si chiama Jeremy Corbyn, il vincitore delle primarie inglesi. “Il Labour party è rimasto l’unico luogo che gode nel perdere dopo il ritiro dei Washington Generals (squadra di pallacanestro, ndr), che si sono ritirati dopo 63 anni di sconfitte”. Solita ironia: “Non si tratta di essere blairiani o no, si tratta di capire se si va alle elezioni come alle Olimpiadi, cioè perpartecipare o se si va per vincere, ogni tanto”. Quando Matteo vede troppo rosso la paura avanza. Prossimo attenzionato: Pablo Iglesias, il leader di Podemos, che si misura alle elezioni spagnole a novembre.

Il Fatto 22.9.15
L’inchiesta sul Jobs act
Pd contro Rai3 e Presadiretta: “Troppa Cgil”
Vertici Rai  sotto accusa dal Pd. “Nelle trasmissioni Rai appare privi- legiata un’unica sigla sindacale a discapito delle altre. Già in passato era stato richiesto l’intervento dell’Agcom ma non sembra cambiato nulla. A ‘Presadiretta’ su Rai3 solo alla Cgil è stata data voce per parlare del Jobs Act. Perché gli altri sindacati vengono esclu- si quasi sistematicamente?". È quanto chie-
dono i parlamentari del Partito democratico Michele Anzaldi, Stefania Covello, Ernesto Magorno e Giovanna Palma, annunciando la presentazione di un’interrogazione parla- mentare alla Rai. "In alcune trasmissioni Rai - spiegano i parlamentari Pd - l’unica alter- nanza degli esponenti sindacali ospitati sembra essere quella tra Cgil e Fiom. Eppure ci sono altri grandi sindacati con pari iscritti, se non di più, rispetto a quello guidato da Su- sanna Camusso. La Cgil, rispetto alla totalità degli iscritti ai sindacati, rappresenta solo u- na minoranza. Perché il servizio pubblico non dà spazio a tutte le voci? Perché sul Jobs Act non è stato sentito anche il parere di altri, come ad esempio la Cisl, unico sindacato a non aver scioperato neanche un’ora contro la Riforma del lavoro del governo?".

Corriere 22.9.15
L’antilingua illeggibile dei commi dell’articolo 2
di Michele Ainis
La disfida sull’eleggibilità dei senatori sta per uccidere la leggibilità del testo di riforma. Tutto ruota, infatti, sull’articolo 2, che a sua volta ospita sei commi. E già questo è un problema, dato che la media aurea dei commi per articolo (rispettata nel 1947 dai costituenti) è esattamente la metà. Troppi commi significa troppi capoversi: ti viene il singhiozzo mentre leggi. E l’eccesso di commi denota o un eccesso di parole o un eccesso d’argomenti trattati sotto lo stesso titoletto. Dunque, meglio impugnare un paio di forbici. Oppure trasformare il testo in un paio d’articoli, evitando di congiungere carciofi e cavalli.
Ma il cavallo con la testa di carciofo sbuca fuori attraverso l’acrobazia semantica che dovrebbe mettere d’accordo i contendenti. Questa: «Le leggi regionali disciplinano le modalità con le quali sottoporre alle valutazioni degli elettori le candidature dei membri del Consiglio regionale destinati a rappresentare la Regione in Senato». Calvino la chiamava l’antilingua. È il burocratese, ma è anche la lingua preferita dai politici. Perché dice e non dice, sicché ciascuno l’interpreta un po’ come gli pare. Compromessi verbali, siglati per l’incapacità di raggiungere un accordo sostanziale. Da chi verranno eletti i nuovi senatori? Dai cittadini o dai consiglieri regionali? Vattelappesca.
Concetto Marchesi si rivolterebbe nella tomba. Fu lui, insigne latinista, a limare il testo licenziato dall’Assemblea costituente, curandone l’eleganza, la sobrietà, la pertinenza. Ma il comma da emendare è un bell’impertinente. Perché si tratta del comma 5, che disciplina la durata in carica dei senatori. Invece la loro elezione viene regolata dal comma 2, quindi è lì che si dovrebbe intervenire. Niente da fare, la maggioranza non ne vuol sapere. Eppure una soluzione ci sarebbe. La Finanziaria del 2005 inanellava 593 commi; un labirinto, tanto che il comma 168 istituì un Commissario straordinario per la vigilanza sul comma. Ecco, richiamiamolo in servizio.


La Stampa 22.9.15
Renzi incassa il sì in Direzione
Verso l’accordo con la minoranza
Ma i bersaniani non votano
Il premier sfida Grasso: un fatto inedito riaprire tutto
di Carlo Bertini
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Corriere 22.9.15
Il cammino della riforma e i conflitti da superare
di Francesco Verderami
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Repubblica 22.9.15
Conflitti e intese nella politica pop
La storia infinita forse si chiude nel segno antico del “Tatarellum”
La vecchia legge regionale viene riesumata e diventa l’uovo di Colombo che ricompone le fratture nel Pd
di Stefano Folli
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Il Sole 22.9.15
I lavori forzati della mediazione
di Lina Palmerini
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Corriere 22.9.15
Una sfida nel Pd che rischia di logorre anche i vincitori
di Massimo Franco
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La Stampa 22.9.15
Rimandato lo scontro nel partito
di Federico Geremicca
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Repubblica 22.9.15
Pierluigi Bersani
Dal leader della minoranza un via libera alla mediazione proposta dal premier
“Così a vincere è il metodo Mattarella e Verdini non serve”
L’ex segretario: “Si allontana il rischio deriva autoritaria Italicum? Non è tempo di aprire una nuova questione”
di Silvia Bignami
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La Stampa 22.9.15
Gotor: se c’è l’elettività per noi va bene, ma i “se” sono grandi come una casa
intervista di Francesco Maesano
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Corriere 22.9.15
Roberto Speranza
«È caduto un totem Così a scegliere saranno i cittadini»
intervista di Monica Guerzoni
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Il Sole 22.9.15
Difficile stravolgere il clima pro-riforma ma in Aula tutto può succedere
di Paolo Pombeni
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Il Fatto 22.9.15
Il Pd e la finta buona politica sulle tasse
Persino Padoan definisce “di sinistra” la cancellazione dell’imposta sulla prima casa
La demagogia non è una condizione per vincere
di Franco Monaco
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Il Fatto 22.9.15
Pacchetto giustizia
Carcere per i ladruncoli e non per chi nasconde 300 mila euro al Un regalo a inquisiti ed evasori
di Bruno Tinti
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Repubblica 22.9.15
Sul nuovo bavaglio è scontro alla Camera oggi il sì alla legge
Scomparsa l’udienza filtro, il governo limita ancora l’uso delle intercettazioni. Protesta M5S: no alla delega in bianco
di Liana Milella
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Repubblica 22.9.15
Ma io penso che si possa uscire dall’euro
di Luciano Gallino
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La Stampa 22.9.15
Fassina: “In Italia sarà diverso. La nostra è una proposta seria”
L’ex Pd lavora per creare un gruppo unico con Sel “La scissione nel Partito l’hanno già fatta gli elettori”
di Carlo Bertini
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Corriere 22.9.15
«Nord, cattedre vuote» Orari ridotti a causa dei buchi in organico
Potenziamento: 55 mila prof in arrivo «Ma non coprono le materie necessarie»
di Claudia Voltattorni
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La Stampa 22.9.15
Operare un latitante non è reato
Assolti dalla Cassazione due medici campani che curarono un camorrista ferito in un conflitto a fuoco durante un regolamento di conti, senza denunciarlo e senza stilare il referto, operandolo nella sua abitazione. Ad avviso degli ermellini, il diritto alla salute prevale sulle esigenze di giustizia. Annullate le condanne per favoreggiamento nonostante non fosse stato stilato nemmeno il referto. Per la Cassazione, «nell’intersecarsi di esigenze tutte costituzionalmente correlate (il diritto alla salute per un verso, cui si contrappone l’interesse pubblico sotteso ad un puntuale esercizio dell’attività di amministrazione della giustizia ed all’accertamento di fatti penalmente sanzionati), i valori legati alla integrità fisica rendono necessariamente recessivi quelli contrapposti e finiscono per imporre comunque l’intervento sanitario». I due medici prosciolti, Luigi A. e Mario T. che si erano prodigati ad assistere a domicilio un camorrista senza mettere a rischio la sua clandestinità. Il primo camice bianco aveva ricevuto la richiesta d’aiuto per telefono e dato che l’intervento necessario era «estraneo alle sue competenze», aveva girato il caso a un collega chirurgo dopo averlo avvertito che la famiglia della persona interessata «non era buona».

Corriere 22.9.15
Morte in corsia, 54 medici indagati
BARI Otto interventi chirurgici, in due ospedali diversi, passando per cinque reparti. Un’agonia di 2 mesi. Poi la morte, il 14 settembre. La vittima è un ragazzo di 24 anni, Antonio Picerno, operaio di Altamura (Bari) arrivato in ospedale con forti dolori addominali. Sono indagati 54 medici: 30 dell’ospedale di Altamura e 24 del Policlinico di Bari. Picerno si era presentato al pronto soccorso con forti dolori addominali. Dimesso e di nuovo ricoverato, la prima diagnosi era stata una colica renale, cui avevano fatto seguito nuove dimissioni.

Il Sole 22.9.15

In pensione con taglio del 3-4%
Le simulazioni. Gli effetti reali sugli assegni delle ipotesi di penalizzazioni
Riduzione di 42 euro al mese per un anno di uscita anticipata
di Gianni Trovati
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Corriere 22.9.15
Lezione di realismo da Atene
di Paolo Mieli
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Il Sole 22.9.15
Cinque lezioni dal successo inatteso di Tsipras
di Adriana Cerretelli
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Corriere 22.9.15
Panos Kammenos
Lingua e pugni pronti
Per Tsipras un alleato scomodo e necessario
di Marco Imarisio
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Corriere 22.9.15
La rottura a sinistra che non ha pagato E’ fallita la scissione da Syriza
Unità Popolare è rimasta fuori dal nuovo Parlamento: non è riuscita a superare la soglia di sbarramento del 3%
L’80% dei greci ha votato partiti che vogliono l’euro e sono disposti ad affrontare le riforme
di Federico Fubini
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Il Sole 22.9.15
L’Europa incalza il nuovo governo Tsipras
Commissione e Eurogruppo chiedono al riconfermato premier di avviare subito le riforme
di Vittorio Da Rold
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Repubblica 22.9.15
Alexis, la prova del fuoco ora 127 misure d’austerità da far digerire al paese
di Ettore Livini
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Il Sole 22.9.15
La Catalogna apre l’autunno caldo spagnolo
di Luca Veronese
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Repubblica 22.9.15
La caduta del mito
C’è il senso di un doppio tradimento nella catastrofe epocale della Volkswagen sorpresa a barare.
di Vittorio Zucconi
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Repubblica 22.9.15
L’ultimo giallo dell’ Ira
Dietro alle dimissioni del premier nord-irlandese Peter Robinson c’è “la morte di un assassino” un uomo dell’Irish Republican Army
Perché, anche se gli accordi del 1996 hanno messo fine alla guerra intestina tra cattolici indipendentisti e protestanti unionisti, non tutti i combattenti dell’esercito clandestino hanno deposto le armi
di Enrico Franceschini
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Repubblica 22.9.15
Catherine Dunne
“Ma la pace durerà nonostante gli irriducibili”
intervista di E. F.
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La Stampa 22.9.15
Netanyahu vola da Putin
“Intesa militare sulla Siria”
Il premier israeliano al Cremlino dopo l’invio di armi russe ad Assad
“Coordinamento per evitare incidenti”. Primi droni di Mosca in azione
di Maurizio Molinari
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Corriere 22.9.15
Putin rassicura Israele sulla Siria e invia 28 caccia
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La Stampa TuttoLibri 19.9.15
Anche l’indifferenza è un tiranno: sconfiggetela con un romanzo
Solo l’immaginazione ci salva dalla dittatura
Dopo “Lolita a Teheran” un nuovo inno alla libertà dell’immaginazione: come salvare la democrazia con le storie di Twain, Lewis, McCullers
E nelle democrazie non spetta solo ai politici difendere la libertà: ogni individuo è tenuto a lottare contro l’indifferenza del benessere
di Azar Nafisi
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La Stampa TuttoLibri 19.9.15
Non fu il popolo eletto di a mettere in croce Gesù
L’inchiesta di Augias sulle ultime ore di Cristo
Come e perché il “giovane profeta” fu condannato: il ruolo di Pilato, di Giuda, del re Erode e della folla
di Marco Malvaldi
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La Repubblica 22.9.15
Eugenio Scalfari lo zibaldone per un altro futuro
Esce oggi il nuovo libro del fondatore di “Repubblica” “L’allegria, il pianto, la vita” è una raccolta di riflessioni, ricordi, citazioni e poesie
Dopo i saggi e i romanzi per la prima volta la scrittura è in forma di diario per registrare non gli eventi, “ma i mutamenti interiori generati dalla realtà”
di Simonetta Fiori
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Repubblica 22.9.15
A caccia di parole tra Leopardi e Rilke
di Nadia Fusini
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