giovedì 3 marzo 2016

LA RASSEGNA DELLA STAMPA DI GIOVEDI 3 MARZO:

Corriere 3.3.16
Preti pedofili, il cardinale Pell:
«Io ingannato dai miei superiori»
Il «ministro» dell’Economia vaticano, accusato di aver coperto gli abusi, ammette: «Potevo fare di più». Le vittime arrivate a Roma chiedono un incontro con il Papa
di Gian Guido Vecchi
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Corriere 3.3.16
Libia, missioni dirette dai Servizi. E sarà il premier a dare il via
Cinquanta incursori pronti a partire. Atti comunque secretati
Confermato l’invio di 3 mila militari se sarà decisa una missione di imposizione della pace
L’Italia si prepara a intervenire in Libia nell’ambito di una «missione militare di supporto su richiesta delle autorità libiche»
Per il via libera a un impegno del nostro Paese non occorre il voto del Parlamento, basta un’informativa del governo alle commissioni Esteri e Difesa
Roma metterà a disposizione le basi militari del Sud, compresa Pantelleria  Prossimo passo
di Giovanni Bianconi
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Corriere 3.3.16
l’Italia e la crisi libica
Peacekeeping e uso della forza non sono concetti antitetici
Se prima o poi ci troveremo obbligati a «mettere gli scarponi sul terreno», oppure
se riusciremo ad evitarlo, in Libia sarà giocoforza anche sparare. Non solo per tutelare
i nostri interessi, ma soprattutto per salvaguardare la sicurezza dei nostri militari
di Antonio Armellini
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Corriere 3.3.15
D’Alema: Renzi autoritario, lui e Verdini amici da tempo
«Penso che quando una parte significativa del tuo partito ti chiede il congresso si debba
rispondere in modo più argomentato e non nel modo sbrigativo e autoritario con cui si è risposto». Massimo D’Alema torna a occuparsi del Pd, a margine di un convegno a Genova, e va all’attacco di Renzi. «Non mi stupisce l’alleanza con Verdini. Credo che il rapporto tra Renzi, Lotti, il gruppo fiorentino e Verdini sia un rapporto di amicizia e di solidarietà che viene da molto lontano, molto prima che Renzi diventasse segretario del partito». L’ex premier accenna anche alle polemiche scoppiate sul ddl Cirinnà. «Il rifiuto del voto sull’emendamento canguro è
stato preso come la palla al balzo per fare quello che forse si pensava di fare fin dall’inizio». E conclude con uno sguardo alle Amministrative. «La preoccupazione dovrebbe essere quella di ricucire un rapporto con la sinistra, il proprio mondo».

Prepariamoci a fare a meno delle notizie che ci importerebbero di più
O prepariamoci a farle noi stessi
La famiglia Agnelli controlla anche la quota di maggioranza dell’editoriale del Corsera
Corriere 3.3.15
La Stampa e Secolo XIX si fondono con la Repubblica. Fca esce da Rcs
Alleanza tra l’Espresso (De Benedetti), Fca (Agnelli) e Perrone per dare il via a un nuovo gruppo. Cir avrà il 43%. In Piazza Affari il titolo l’Espresso sale del 15,89%
di Sergio Bocconi
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Il Foglio 3.3.16
La fusione che elimina i poteri forti
Scoop del Foglio confermato: Rep. e Stampa diventano un unico gruppo. La Fiat molla i giornali italiani. Il Corriere resta in una situazione di non confortevole galleggiamento. Affinità elettive e scommesse sui nuovi lettori
di Giuliano Ferrara
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Il Fatto 3.3.16
Nozze all’Espresso, via Solferino cerca un azionista La Stampubblica di Fiat-CdB scatena la guerra al Corriere
La fusione è ufficiale: Fca lascia l’editoria, la holding Exor di John Elkann diventa azionista con il 5 per cento del Gruppo Espresso che sommerà, a Repubblica, La Stampa e Il Secolo XIX. Gli Agnelli annunciano la vendita anche della propria quota nella Rcs e adesso il comando del Corriere è tornato contendibile
L’operazione come anticipato dal “Fatto”: Fca annuncia l’uscita dall’informazione: passa La Stampa e Secolo XIX al Gruppo Espresso e si libera della sua quota del 16,7% in Rcs
Dopo “la Stampubblica” si cerca di salvare il Corriere
di Stefano Feltri E Carlo Tecce
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Il Fatto 3.3.16
E la Camera regala l’editoria al governo
Approvato Il ddl prevede un Fondo unico per giornali e tv su cui deciderà Palazzo Chigi
di Marco Franchi
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Il Fatto 3.3.16
Pax Giornalistica
Finisce il lungo duello con l’establishment
De Benedetti firma la resa, le notizie possono attendere
di Giorgio Meletti
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il manifesto 3.3.16
Stampa e Repubblica, matrimoni in famiglia
Editoria. Giro di valzer fra Caracciolo, De Benedetti e Agnelli L’Espresso incorpora la Stampa, Fca in fuga dai giornali, presto via anche da Rcs. Il nuovo gruppo controllerà un quinto del mercato dei quotidiani.
di Andrea Fabozzi
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il manifesto 3.3.16
L’edicola in mano al governo, più fondi ai giornali locali e più vendi più ti pagano
Editoria. La camera approva la riforma dei contributi: incentivi alla stampa locale e al web. Poche luci e molte ombre nella legge delega targata Pd. Tutto rinviato ai decreti attuativi. Palazzo Chigi deciderà in solitudine i criteri di accesso per le testate e riforma delle pensioni dei giornalisti e del loro ordine
di Matteo Bartocci
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La Stampa 3.3.16
Dai salotti buoni alla Silicon Valley, la scommessa della nuova generazione
Ai De Benedetti il 43% del gruppo, Exor avrà il 5%. E Fca esce da Rcs
di Francesco Manacorda
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La Stampa 3.3.16
Elkann: l’impegno di tre famiglie per creare un gruppo leader in Europa
Il discorso in redazione: vogliamo anticipare i cambiamenti dell’editoria
di Luca Ubaldeschi
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Repubblica 3.3.16
Le radici comuni
di Ezio Mauro
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Repubblica 3.3.16
Unioni civili, verso la fiducia alla Camera. Vendola: "Dibattito isterico su stepchild"
Manovra per blindare il testo. Il leader di Sel: "Sbagliato parlare senza sapere". I deputati Pd provano a trovare un'intesa sul ddl adozioni
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il manifesto 3.3.16
É l’amore che conta
di Antonella Pozzi
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Repubblica 3.3.16
Vendola: utero in affitto? Atto d’amore
Il leader Sel in un’intervista a Matrix del 26 gennaio: “Sulla stepchild dibattito isterico”. Il Pd: avanti sulla nuova legge per le adozioni. I cattodem: ora basta forzature. La ministra Lorenzin: “La maternità surrogata è un abominio”
di Giovanna Casadio
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Repubblica 3.3.16
La lezione che viene dalla Sacra Famiglia
risponde Corrado Augias
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Repubblica 3.3.16
Le adozioni e l’interesse del bambino
di Chiara Saraceno
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Il Fatto 3.3.16
Il Pd s’è già rimangiato la legge sulle adozioni
di Wanda Marra
Magari dopo le amministrative. Magari mai. La legge sulle adozioni annunciata dalPd, spinta dal ministro delle Riforma, Maria Elena Boschi, subito dopo l’approvazione delle unioni civili, si è già incamminata su un binario laterale. La promessa era arrivata contestualmente all’accordo per il voto con fiducia del maxi emendamento del governo al ddl Cirinnà, senza la stepchild adoption (l’adozione del figliastro). “Faremo una legge che riguardi tutti: gay, single, eterosessuali. Noi dovremo partire da una cosa semplice: chi è il soggetto più importante? Per me non c’è dubbio, i bambini”, aveva detto la Boschi. Sono bastati pochi giorni per capire che non è aria, tra gli stop di Ncd per bocca del ministro Lorenzin e il timore di rivivere lo stesso film delle unioni. “I bambini da adottare non sono molti. E poi sull’utero in affitto si sono scatenate tutte le femministe: bisogna studiare, ragionare con calma”, ragionava ieri uno dei renziani che ha in mano la pratica. Alibi precostituito, rischio di scontentare tutti, dall’elettorato cattolico a quello gay prima del voto delle città, assolutamente da scongiurare. Tanto è vero che per ieri sera era stata convocata un’assemblea dei deputati del Pd, presentata come una grande occasione di confronto e di scambio. Ma nel corso della giornata si è capito che sarebbe stata tutt’altro che un incontro clou. E poi, ieri i deputati hanno votato fino a dopo le 21. E alla fine dell’aula, in pochi erano sufficientemente motivati da portare avanti le loro posizioni sul tema. I “diritti dei bambini”, per citare molti fautori della legge, possono aspettare.
Repubblica 3.3.16
La mossa di Verdini “Sì a Sala e Giachetti anche alle primarie”
L’aiuto ai candidati renziani pure con liste civiche Bersani: “Non avevo dubbi”. Anche D’Alema attacca
di Tommaso Ciriaco
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Repubblica 3.3.16
I verdiniani sono in maggioranza e vogliono restarci a lungo
Il partito del premier cerca alleati per la prossima legislatura
Il confronto tra pro-Renzi e anti-Renzi sarà a un passaggio cruciale Il drappello dei centristi servirebbe a calmierare i rapporti nel Pd
di Stefano Folli
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Il Fatto 3.3.16
L’ennesimo annuncio di Renzi: “2,5 miliardi per la ricerca”
Il premier promette investimenti, ma nella legge di Stabilità non ce n’è traccia: ci sono i tagli
di Virginia Della Sala
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il manifesto 3.3.16
Tra inchieste e paura di brogli primarie ad alta tensione dem
Napoli. I 5 Stelle all'attacco sul caso del comune di Casavatore. Fissato per domani il primo confronto tra i candidati. In forse la presenza di Bassolino
di Adriana Pollice
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La Stampa 3.3.16
Corsa contro il tempo per evitare l’ennesimo scacco sui migranti
di Marco Zatterin
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Corriere 3.3.16
Casa Bianca
L’America ignota di Trump
L’orizzonte è caotico, senza precedenti. Si possono ipotizzare tre scenari: una guerra non dichiarata tra i repubblicani e il loro outsider, una rifondazione della destra oppure una rivalutazione di questo eccentrico protagonista dell’attuale campagna elettorale
di Massimo Gaggi
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Repubblica 3.3.16
Delusa e impoverita l’America nascosta fa volare Trump
Migliaia di persone che non avevano mai votato portano al trionfo il più radicale dei repubblicani
di Federico Rampini
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Repubblica 3.3.16
L’altra America di Trump che fa paura a Hillary
di Alexander Stille
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Il Sole 3.3.16
L’avanzata del populista che si sposta al centro
di Mario Platero
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Il Sole 3.3.16
Repubblicani sotto shock
La cavalcata trionfale dell’outsider Trump mette in difficoltà il Partito
di Marco Valsania
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Corriere 3.3.16
Stati Uniti
Primarie Usa, Bernie ha rimesso
i liberal in gioco. E Hillary ci punta
Clinton punta a sindacati e minoranze per strappare voti a Sanders in Michigan e si sposta a sinistra parlando di salario minimo e diseguaglianze
di Maria Laura Rodotà
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Repubblica 3.3.16
L’amaca
di Michele Serra
BERNIE Sanders è magnifico. Mite, spiritoso, profondo, ambientalista, perfino socialista. Hillary Clinton nessuna di queste cose. È solo una intelligente, affidabile, bene introdotta professionista della politica, estera in particolare. Come tutti o quasi i progressisti del mondo, in tutte o quasi le elezioni del mondo, i democratici americani devono scegliere tra un candidato entusiasmante, ma troppo radicale per la media dell’opinione pubblica e quasi sicuramente perdente nello scontro finale per la Casa Bianca, e un candidato probabilmente vincente (perché non radicalizza il conflitto sociale) ma di scarso appeal ideale (perché non radicalizza il conflitto sociale). La necessità di battere Trump, qualora conquisti la nomination repubblicana, rende ancora più grande la responsabilità della scelta. Fossi americano non saprei che pesci pigliare. Probabilmente alla fine voterei Hillary, senza entusiasmo e con il cuore per Bernie. Tutto, pur di non vedere Trump diventare capo del mondo. Ma c’è da domandarsi — americani, italiani e altri — se questa scissione tra sconfitta virtuosa (Sanders) e vittoria viziata da compromessi e moderatismo (Clinton) sia, per la sinistra, una eterna condanna; oppure se esista una maniera di ricucire, prima o poi, il doloroso strappo tra speranza e realtà.
La Stampa 3.3.16
Cina, al via l’Assemblea del popolo: focus su crescita e spese militari
È l’appuntamento politico più importante dell’anno: arrivati a Pechino migliaia di delegati da tutto il Paese
di  Cecilia Attanasio Ghezzi
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il manifesto 3.3.16
Consacrazione di Xi nelle «due sessioni»
Cina. Al via l'annuale Assemblea nazionale. Il presidente ha chiesto ai media nazionali «lealtà assoluta», mentre viene approvato il Piano quinquennale
di Simone Pieranni
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Il Sole 3.3.16
La crescita volatile della Cina
una traiettoria economica quasi impossibile da prevedere
di Michael Spence e Fred Hu
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Il Sole 3.3.16
Parlamento al voto da oggi. la bottom line è il 6,5%
Piano quinquennale, la Cina si gioca il sogno
di Rita Fatiguso
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il manifesto 3.3.16
La «nuova normalità» in Cina: licenziati in sei milioni
Cina. Il governo taglierà le «aziende zombie». Acciaio e carbone nel mirino. Il Partito ha già pronti 23 miliardi di dollari per riqualificare e reinserire i lavoratori nei prossimi due anni
di Simone Pieranni
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La Stampa 3.3.16
Sánchez bocciato in parlamento, la Spagna resta senza il governo
Il segretario del Psoe, incaricato da Re Filippo VI di tentare la formazione di un esecutivo, ha trovato solo 130 voti (socialisti+Ciudadanos), su 350
di Francesco Olivo
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Il Sole 3.3.16
Il piccolo piano di un’Europa stanca di sé
di Adriana Cerretelli
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Il Sole 3.3.16
Le cinque peggiori mine politiche nell'Europa del 2016
Dopo il voto che rende instabile anche l'Irlanda, si moltiplicano i problemi per il Vecchio Continente: dalla minaccia Brexit allo stallo di governo in Spagna, dalla fragilità del Portogallo a una nuova crisi in Grecia
di Enrico Marro
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La Stampa 3.3.16
“Un europeo su quattro fa uso di stupefacenti”
Il rapporto dell’Antimafia: “Emergenza planetaria, valutare la depenalizzazione”
di Grazia Longo
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Corriere 3.3.16
i giovani e lo sballo
Spaccio di shaboo alle Colonne
La movida scopre la droga etnica
Tre cinesi presi con 6 grammi di metanfetamine. L’allarme degli investigatori: dal primo gennaio di quest’anno sono stati 19 gli arrestati per spaccio di shaboo a Milano
di Gianni Santucci
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La Stampa 3.3.16
Mosè ritrova la parola grazie a 250 mila volontari
Lavorando da casa con un software hanno decifrato un papiro trovato nell’800 in migliaia di pezzi e messo online ne è emersa un commedia ispirata al Libro dell’Esodo
di Vittorio Sabadin
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Corriere 3.3.16
Vita segreta di Tucidide Il mito di uno strano esilio
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La Stampa 3.3.16
I faraoni e Canaan: l’altra storia in mostra a Gerusalemme
Non solo contrapposizioni, ma sintesi e reciproche influenze
La stele dedicata alla dea Qadesh (1300 a. C.), dall’Egizio di Torino
di Lea Luzzati
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Corriere 3.3.16
La medicina egizia a cui dobbiamo tutto
Forse qualcuno ricorderà Sinuhe, il «medico reale» della XVIII dinastia (XIV sec. a.C.), protagonista del romanzo di Mika Waltari e del film di Michael Curtiz; ma nessuno inquadrerebbe quelle sequenze come antefatto della medicina greca (ippocratica) e quindi, per estensione, del «pensiero medico moderno». Proprio a quell’antefatto, invece, è dedicata la magistrale ricostruzione di Paola Cosmacini (Il medico d’oggi è nato in Egitto , Piccin, pp. 148, e 20, prefazione di G. Corbellini), con la «svolta» egizia che emerge innanzitutto a livello filosofico-concettuale, come mostrano il progressivo scremarsi della visione naturalistica da quella magico-teurgica (del medico dallo sciamano) e il riflettersi degli stati di salute/malattia in quelli di equilibrio/disordine dell’organismo. Non a caso, insieme a un ventaglio di acquisizioni fisiologiche (il sistema cardio-circolatorio e in particolare l’auscultazione del polso) e terapeutiche (l’uso del placebo e di principi attivi scoperti per caso), quella sapienza «arcaica» lascia in eredità una profonda lezione culturale, se il termine usato per designare il medico, sunu (da sun , soffrire), significa «colui che appartiene a chi soffre».

Repubblica 3.3.16
Il Cile oggi premia i diplomatici che durante il golpe riuscirono a proteggere nella nostra ambasciata i perseguitati da Pinochet
Gli eroi italiani di Santiago così salvarono gli oppositori
di Omero Ciai
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Repubblica 3.3.16
È pronto, tutti a tavola il cibo è diritto alla felicità
di Stefano Rodotà
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