Corriere della Sera 16.3.03
ANCHE NEI RIFORMATORI Psicosi e depressione per la maggioranza dei giovani
La prestigiosa rivista Archivies of General Psychiatry ha appena pubblicato un altro studio degli psichiatri dell'Università di Chicago su 1829 reclusi con età fra 10 e 18 anni. E' risultato che le malattie mentali affliggono anche chi sta in riformatorio, costituendo un grosso problema per il sistema giudiziario e, a fine pena, per i servizi d'igiene mentale della sanità pubblica: una «bomba a tempo» (come l'ha chiamata ai microfoni della Bbc l'ispettore generale delle carceri britanniche sir David Ramsbotham), che va disinnescata finché questi giovani possono essere curati e seguiti. Senza contare i cosiddetti disturbi della condotta, pressoché scontati negli ospiti dei riformatori: quasi tre quarti delle ragazze e due terzi dei ragazzi presentano disturbi psichici. Metà sono dediti all'abuso di sostanze (alcol o droghe) e più del 40% presenta un disturbo da comportamento distruttivo. Assai comuni sono anche le turbe dell'umore: oltre il 20% delle ragazze soffre di depressione maggiore e, particolarmente nelle giovani bianche non ispaniche, i disturbi mentali in generale crescono con l'aumentare dell'età, specialmente dopo i 13 anni.
Secondo uno studio pubblicato a novembre sul British Journal of Psichiatry , il disturbo più comune fra i detenuti è la psicosi, soprattutto fra 16 e 20 anni e dopo i 40, in particolare fra chi è rimasto per un po' senza casa. A rischio di psicosi sono anche i detenuti che hanno cominciato ad abusare di amfetamine, cannabis e cocaina prima dei 16 anni, mentre gli eroinomani sembrano, inaspettatamente, esserne protetti.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»