giovedì 17 luglio 2003

psichiatri dell'infanzia...

il Tempo 17.7.03
PSICHIATRI DELL’INFANZIA A CONVEGNO
Traumi, le «cicatrici» che restano nella mente dei ragazzi

NON SOLO guerra. A far soffrire di disturbi mentali leggeri o gravi un ragazzo su cinque, fino all’età di 15 anni, possono essere anche episodi di terrorismo o disastri naturali, abusi e violenze sessuali. I «segni» che restano sono depressione, ansia, mal di testa, attacchi d’asma, ulcera, dolori cronici oltre alla difficoltà a relazionarsi con i coetanei e con gli adulti.
È questo lo spunto del primo convegno in corso a Roma, promosso dalla Fondazione Child e dalla IACAPAP, l'associazione mondiale degli psichiatri dell'infanzia e dell'adolescenza, tra i più autorevoli scienziati internazionali nell'area della salute mentale che intendono individuare comuni modelli d’intervento per la prevenzione e cura dei traumi infantili. Secondo i recenti dati diffusi dall'International Society for Traumatic Stress Studies, se si considera l'intera popolazione mondiale, un numero di bambini compreso tra il 14 ed il 43% ha vissuto almeno un evento traumatico nella propria vita. All'11 settembre, alla guerra in Iraq, e al terremoto che ha colpito il Molise, vanno aggiunti a lutti improvvisi, episodi di violenza urbana, rapimenti, disastri naturali, guerre e attentati terroristici, abusi sessuali, violenze domestiche, incidenti automobilistici/aerei, senza dimenticare che la violenza può essere vissuta anche in modo indiretto, attraverso i mass-media.
Le reazioni dei bambini e degli adolescenti (vittime o testimoni) a questi eventi possono essere gravi e tutt'altro che transitorie; a partire da un'esperienza traumatica possono avere origine conseguenze psicopatologiche di diversa natura e severità (sintomi depressivi, disturbo post-traumatico da stress, disturbi dell'attenzione, abuso di sostanze, etc.)
«È necessario, anche in Italia, un investimento sempre maggiore nella ricerca in questo settore - ha detto Ernesto Caffo, presidente Child e vice presidente IACAPAP - Occorre costruire modelli di intervento efficaci, a partire dalle più recenti evidenze scientifiche, considerando il bambino come soggetto, e non come oggetto, di cura e protezione e valorizzando la rete dell'intervento costituita dalle agenzie presenti sul territorio: sia quelle dell'emergenza - protezione civile, emergenza sanitaria, forze di polizia - che quelle della prevenzione - scuola, servizi psico-sociali, volontariato». «L'impegno di ogni governo per la tutela dei minori dovrebbe essere attivo a 360 gradi - ha detto nel suo saluto il ministro Maurizio Gasparri - La protezione e la salvaguardia dei minori dovrebbe essere il primo dovere di ogni governo purtroppo la storia insegna che è quasi impossibile evitare le guerre, però è possibile attivarsi per il sostegno psicologico e materiale dei minori che sono le prime vittime di conflitti bellici, atti terroristici, e disastri ambientali». Lo scopo quindi è arrivare ad una «Carta di Roma», che sancirà la nascita di una rete internazionale di studiosi, che in uno scambio di riflessioni ed esperienze, dovrebbero contribuire a delineare modelli di intervento condivisibile a livello mondiale.
S.B.