sabato 4 ottobre 2003

Otranto è un posto bellissimo, e tuttavia...

La Gazzetta del Mezzogiorno 3.9.03
OTRANTO/ Oggi e domani, un convegno con insigni studiosi della Psichiatria nazionale
Come demolire il «Pianeta schizofrenia»
Tra i relatori, il professore Piro, lo psicanalista Rossi Monti, il sottosegretario Cursi


OTRANTO Insigni studiosi della Psichiatria nazionale discuteranno oggi e domani ad Otranto del «Pianeta schizofrenia». Tra i partecipanti il professore Sergio Piro autore de Il linguaggio schizofrenico tradotto in tutto il mondo e rappresentante del gruppo (Basaglia, Minguzzi, Pirella, Jervis) che sul finire degli anni '60 iniziò il lungo viaggio per condurre la sofferenza psichica fuori dal ghetto dei manicomi. Le giornate di Psichiatria «La Torre e l'Arca» prenderanno il via alle 8.30 nell'auditorium «Porta d'Oriente». Il significato metaforico della Torre, inteso come arroccamento ed incomunicabilità tra i saperi e quello dell'Arca, come strumento per la transizione verso un modello di saperi integrati e comunicanti tra loro, sono i simboli, presi in prestito dal mosaico pavimentale del 1163 conservato in Cattedrale, che ben si adattano ai temi delle «giornate» avviate nel 1998 da Francesco Tornesello direttore del Dipartimento di salute mentale della Ausl Le/2 di Maglie. La terza edizione di quello che è ormai diventato un evento formativo di alto livello scientifico e culturale in ambito nazionale si occuperà di schizofrenia. «La schizofrenia - sostiene Tornesello - non è, sul piano clinico, la più grave tra le malattie psichiatriche ma è il disturbo che più risente del pregiudizio culturale e dello stigma sociale. La diagnosi di schizofrenia può modificare la vita di una persona al di là dell'andamento della malattia. L'isolamento sociale, il cambiamento delle relazioni affettive, la perdita del lavoro e il ridimensionamento del ruolo sociale sono influenzati nell'immaginario collettivo da un fantasma culturale ed emotivo». Dunque va combattuta non la gravità di una malattia ma un nome: schizofrenia. Di tutto questo discuteranno i direttori di clinica universitaria Italo Carta, Matteo Balestrieri e Marcello Nardini, lo psicanalista Mario Rossi Monti, l'esperti in Psichiatria transculturale Antonino Jaria, i più alti rappresentanti della Società italiana di psichiatria come Pier Luigi Scapicchio e Luigi Ferrannini, il sottosegretario alla Sanità, Cesare Cursi ed il magistrato Vincenzo Macrì cui si deve l'unico commento alla famosa legge 180.

Salute di Repubblica 2.10.03
Un’iniezione ogni 15 giorni
controlla meglio la schizofrenia
In una ricerca i vantaggi del farmaco a lento rilascio


Praga Un’iniezione intramuscolare ogni quindici giorni libera il paziente con problemi mentali dalla schiavitù delle pasticche giornaliere. Merito dei ricercatori della JanssenCilag che hanno messo a punto una formulazione a lento rilascio (longacting) del risperidone, antipsicotico di ultima generazione approvato in oltre trenta paesi per curare la schizofrenia e il disturbo bipolare. Il farmaco grazie all’azione prolungata evita alti e bassi a livello ematico, frequenti se non si rispetta l’assunzione quotidiana delle terapie, riduce del 30 per cento gli effetti collaterali come il tremore, gli spasmi e la rigidità, e quel che più conta riduce le ricadute e i ricoveri frequenti nel 50 per cento dei pazienti in cura con altri antipsicotici.
I risultati emersi dallo studio FutuRis che ha coinvolto 35 centri, 49 équipe cliniche in undici paesi e oltre 500 malati, sono stati presentati al 16º Congresso dell’European College of Neuropsychopharmacology. Durante i lavori gli specialisti hanno spiegato che il trend delle malattie mentali si mantiene costante negli anni con una leggera anticipazione dell’età di comparsa proprio della schizofrenia, più verso i 2030 che i 3540 anni. Le persone colpite sarebbero oltre 24 milioni, una persona su 100 ha la probabilità nel corso della vita di ammalarsi e all’incirca il 20 per cento dei pazienti necessita di un ricovero dopo il primo episodio. Riguardo al disturbo bipolare («alti» e «bassi» dell’umore) questo colpisce il 6,4 per cento della popolazione. «Nella schizofrenia più che in ogni altro disturbo mentale è necessario intervenire precocemente con la terapia, preferibilmente un solo farmaco meglio se a lunga durata d’azione», ha detto Emilio Sacchetti, ordinario di psichiatria all’Università di Brescia, «è fondamentale che il paziente assuma la terapia con regolarità poiché le brusche sospensioni la fanno riesplodere. In tal senso il risperidone dovendo obbligatoriamente essere iniettato dal medico permette un controllo continuo».
Una patologia emergente di cui si è parlato al Congresso è la Adhd, un disordine dell’attenzione e della normale attività che colpisce dal 4 al 16 per cento dei bambini in età scolare. Gli psichiatri, specie gli anglosassoni, prescrivono attualmente methylphenidato. I successi non si farebbero attendere ma molti specialisti pongono un interrogativo: «Negli anni cosa accadrà di questi piccoli pazienti iperattivi»?
(mp. salmi)