martedì 30 marzo 2004

buddhismo

Repubblica 30.3.04
È L´UNICO CAPO RELIGIOSO CHE CERCA UN CONFRONTO
IL DALAI LAMA E LA PASSIONE PER LA SCIENZA
il desiderio di contatto con le altre popolazioni
un lavoro di aggiornament anche sui testi sacri
di LUIGI MALERBA


Secondo una leggenda registrata negli annali buddhisti il primo contatto del Tibet con la religione indiana avvenne nel 333 della nostra era quando il ventottesimo sovrano delle montagne ricevette dal cielo una cassetta preziosa contenente due sutra e altri testi indiani. Si dice che il sovrano non comprese il senso di quei testi ma li conservò devotamente per i suoi successori.
Non si sa che fine abbia fatto quella cassetta, ma il vero e proprio ingresso del buddhismo in Tibet avvenne nel VII secolo sotto il regno del trentatreesimo sovrano. Vengono fondati i primi monasteri e ordinati i primi monaci. Dopo lunghi secoli di tradizione monastica nel 1576 il sovrano mongolo Altan Khan si converte al buddhismo, invita a corte l´abate di Drepung Sönam Gyatso e gli conferisce la guida spirituale del Tibet con il titolo di Dalai Lama (Maestro Oceano di saggezza). Lo stesso titolo viene attribuito postumo a due maestri tibetani per cui Sönam Gyatso risulta essere il terzo Dalai Lama. Ma la grande figura storica fu il quinto Dalai Lama, che unificò il paese sotto la sua autorità politica e spirituale. Nel 1682 quando morì, il suo reggente non osò dare la notizia della sua morte che riuscì a tenere segreta per ben tredici anni mentre si portava a termine sotto la sua guida il Potala, il monastero-reggia-palazzo grande come una città, a somiglianza della reggia-città-proibita degli imperatori cinesi. Non geometrica come quella ma labirintica e misteriosa come il buddhismo tibetano, già produttore di oltre sessanta volumi di testi fra cui un profondo monumento esoterico come il Libro tibetano dei morti.
L´attuale Dalai Lama Tenzin Gyatso, il quattordicesimo della serie, ha dovuto compiere il gesto più doloroso della storia del Tibet, abbandonare il paese e rifugiarsi in esilio in India nel 1959 dopo l´invasione cinese. Tenzin Gyatso che unisce nella sua persona carismatica il potere politico e quello religioso è una presenza di grande rilievo mondiale, premio Nobel per la pace, riformatore del buddhismo secondo i principi moderni della scienza di cui è un attento osservatore, esperto soprattutto nelle neuroscienze.
Dal suo esilio in India il Dalai Lama ha continuato il suo magistero e ha pubblicato vari libri, in gran parte frutto di riunioni internazionali alle quali partecipa con interventi in prima persona. L´ultimo uscito Le emozioni distruttive, firmato dal Dalai Lama e da Daniel Goleman, (Mondadori pagg. 462, euro 18,00), è un nuovo esempio del lavoro di aggiornamento del buddhismo tibetano messo in opera dall´attuale Dalai Lama da anni, con interventi anche sui testi sacri del buddhismo. Il desiderio di prendere contatto con altre popolazioni e di apprenderne le peculiarità, lo ha portato a viaggiare in ogni parte del mondo e a suscitare nuovi adepti al buddhismo rinnovato.
Già nell´infanzia l´attuale Dalai Lama manifestò grande interesse per la meccanica e in seguito per le scienze. Un giorno, per studiarne i principi del funzionamento, il giovane Tenzin Gyatso smontò pezzo a pezzo il suo orologio da polso e senza nessun aiuto riuscì a rimontarlo e a farlo funzionare. A sedici anni aveva completamente smontato e rimontato, mettendoli in condizione di funzionare, un generatore autonomo di corrente, un proiettore cinematografico e due automobili.
Un testo classico del buddhismo, portato in Tibet dall´India circa dodici secoli fa, articolava una cosmologia secondo la quale il mondo era piatto e la luna splendeva di luce propria come il sole. Il Dalai Lama con la sua autorità e la conoscenza dei principi essenziali della cosmologia è intervenuto secondo il principio, da lui manifestato più di una volta, che se qualche dogma del buddhismo è in contrasto con le conoscenze scientifiche, si dovranno apportare le opportune modifiche. Insomma Giordano Bruno in India non sarebbe stato bruciato sul rogo.
Il Dalai Lama promuove periodicamente riunioni a Dharamsala ai piedi dell´Himalaia con scienziati per confrontare le teorie buddhiste con quelle della scienza. Nel volume Emozioni distruttive lo psicologo Daniel Goleman si domanda come si può liberare la mente dalle emozioni distruttive come rabbia, desiderio e illusione. Alla stessa domanda risponde il Dalai Lama e si scopre che gli stessi risultati di liberazione si possono ottenere parallelamente con i mezzi della psicoterapia e con la meditazione buddhista. Nessun capo delle religioni attuali cerca, come sua Santità (è il titolo che compete al Dalai Lama), il confronto diretto con gli scienziati delle discipline laiche, dalla psicologia alla fisica nucleare. Altri volumi su queste riunioni sono stati pubblicati in Italia. Uno recente su Il sonno, il sogno, la morte, pubblicato da Neri Pozza, mette a confronto le zone d´ombra della neurobiologia con le collaudate tecniche della meditazione buddhista. Questi incontri costituiscono una delle rare occasioni di contatti profondi tra le civiltà d´Oriente e quelle d´Occidente, al di là dei commerci, del traffico della droga, del petrolio o delle guerre preventive.