Corriere della Sera 28.4.04
Il Graal, un enigma da 20 secoli. Con decine di teorie
Per la tradizione è il calice in cui venne raccolto il sangue di Gesù. Per alcuni studiosi di esoterismo è un segreto sulla vita di Cristo e significa «sangue reale»
La Storia
di Ranieri Polese
Più di sette milioni di copie negli Stati Uniti; oltre mezzo milione in Italia (Mondadori), vicino al milione in Germania, ecc. ecc. In un solo anno, "Il Codice da Vinci" di Dan Brown si è affermato come il bestseller mondiale numero uno. Che ha appassionato lettori dovunque, ma insieme ha portato al pubblico più vasto argomenti di una discussione storico-teologica che non accenna a finire. Cos’è il mistero del Graal? Perché la Chiesa ha tenuto nascosti gli altri Vangeli? E perché ha sminuito il ruolo di Maria Maddalena, e della donna in genere? Accanto alle folle choccate dalla Passione secondo Mel Gibson, i lettori di Dan Brown costituiscono una variopinta legione di credenti in cerca di nuove verità. Vediamo i punti del Codice da Vinci che hanno suscitato tante domande.
IL GRAAL - Tradizionalmente è identificato con la coppa in cui Giuseppe d’Arimatea raccolse il sangue di Cristo sulla croce, e che poi portò in Francia. La parola, secondo l'interpretazione più diffusa, verrebbe dal latino gradalis : piatto, coppa. Assente nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli, questo oggetto carico di sacralità appare fra XII e XIII secolo, in poemi scritti nel filone di Re Artù. Delle molte versioni della leggenda, due sono le più importanti, Perceval di Chrétien de Troyes ( prima del 1190) e il Parzivaldel tedesc o Wolfram von Eschenbach (circa 1200-1210). Quest’ultimo introduce una variante: il Graal sarebbe una gemma preziosa; inoltre, nella descrizione dei cavalieri-monaci, Eschenbach appare ispirato dall’esempio dei Templari. Il suo contemporaneo francese Robert de Boron aggiunge un dettaglio: il vaso di Giuseppe d’Arimatea è il calice dell’Ultima Cena.
Riscoperti in età romantica, i poemi del Graal ispirano il poeta Tennyson e i pittori Preraffaelliti. Ma soprattutto è Richard Wagner che con l'ultima sua opera, "Parsifal" (1882), ridà vita alla leggenda. Da Wagner muove le sue ricerche il tedesco Otto Rahn [cfr un altro articolo su Otto Rahn già inserito in "segnalazioni".Ndr], i cui scritti furono usati dalla propaganda nazista. Nel 1920, l’antropologa inglese Jessie Weston descrive il Graal come il lascito di antichi riti pagani della fertilità, travestiti nel Medioevo con elementi cristiani. Dal suo studio avrebbe tratto ispirazione T. S. Eliot per "La terra desolata" (1922).
Nel 1982, tre giornalisti inglesi - Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln - pubblicano "Il Santo Graal". Il testo contiene molte «novità»: a) Graal deriverebbe da Sang Réal, ovvero Sangue Reale; b) non è una coppa o una gemma, ma un segreto che la Chiesa di Roma cercò di occultare: Cristo sposò Maria Maddalena, ne ebbe una figlia, non morì sulla croce, si trasferì con la famiglia in Provenza, da lui deriverebbero i re Merovingi; c) la prima Crociata, guidata da Goffredo di Buglione (discendente dai Merovingi e quindi da Cristo), aveva lo scopo di trovare il segreto nascosto sotto le rovine del Tempio di Gerusalemme; d) custodi del segreto sono stati i Catari, i Templari, i Rosacroce e infine gli adepti della società segreta, il Priorato di Sion (fra i cui maestri figurano Sandro Botticelli, Leonardo da Vinci, Victor Hugo e Jean Cocteau). Sei anni dopo, Umberto Eco pubblica "Il pendolo di Foucault". Nel 2003, negli Stati Uniti, esce "Il Codice da Vinci" che attinge a piene mani al libro di Baigent-Leigh-Lincoln.
I TEMPLARI - Monaci combattenti, i Cavalieri del Tempio fondarono il loro ordine a Gerusalemme nel 1118, 19 anni dopo la conquista della Città santa. Potenti e temuti, ricchi per lasciti e donazioni, si espansero in tutta Europa. Nel 1307, il re di Francia Filippo il Bello con l’appoggio del Papa, accusò i Templari di eresia, sodomia e riti satanici. Catturati, sottoposti a tortura, molti cavalieri finirono sul rogo. Nel ’700, massoni e illuministi li rivalutarono come martiri del libero pensiero. Secondo vari autori, il segreto dei Templari sarebbe passato ai costruttori di cattedrali (i maçons, da cui la Massoneria) e poi ai Rosacroce del ’600. Anche i Catari, gli eretici del XII-XIII secolo, molto forti in Linguadoca e Provenza, conoscevano il segreto.
GLI ALTRI VANGELI - L'idea di un Cristo diverso dalla tradizione della Chiesa sembrò trovare conferma grazie a due scoperte, quella dei papiri di Nag-Hammadi in Egitto (1945) e poi dei Rotoli del Mar Morto (1947). Si tratta di testi dell’età di Gesù, in particolare quelli egiziani propongono narrazioni della vita del Messia di cui il canone del Nuovo Testamento non serba traccia. C’è un Gesù molto più umano, e Maria Maddalena ha molta più importanza. I Rotoli del Mar Morto, solo da pochi anni messi a disposizione di tutti, addirittura hanno fatto credere a un Gesù affiliato alla setta degli Esseni. Baigent, Leigh e Lincoln usano queste scritture «apocrife» nel loro libro; e lo stesso farà Dan Brown.
MISTERI E BESTSELLER - Con Il Santo Graal del 1982, un nuovo filone d’oro si è aperto per l’editoria mondiale: la storia segreta del mondo, tutto quello che la Chiesa non ci ha mai raccontato, i Quattro Vangeli non sempre avevano ragione. Un fiume in piena che si è arricchito delle riletture della Leggenda del Graal, ha riaperto i processi dei Catari e dei Templari, ha incontrato le rivendicazioni femministe, ha incrociato riti new age. «E’ il filone inarrestabile del Grande Complotto, della Storia Segreta che soddisfa il desiderio di ciascuno di noi di pensare che dietro a ogni avvenimento c’è un direttorio occulto» dice Mario Baudino, che ha da poco pubblicato da Longanesi "Il mito che uccide", documentatissima ricostruzione sulla bizzarra figura di Otto Rahn, che credeva di aver individuato il segreto del Graal nelle grotte dei Pirenei, accanto alle rovine dei castelli catari distrutti dalla Crociata del 1208-29.
Ma cosa c’è di certo? «Niente» risponde Baudino. «Documenti veri non esistono, solo qualche falso ormai smascherato. C’è questo fenomeno di letteratura romanzesca, di avventure, che fa presa sul grande pubblico e produce una serie di seguaci e imitatori». Ma perché il libro sul Graal dell’82 ha avuto meno successo del "Codice da Vinci"? «Penso per la scelta di Leonardo, un pittore e un artista conosciuto da tutti. I tre inglesi, invece, usavano il quadro di Poussin, Pastori d’Arcadia: troppo sofisticato. Dopo che Bill Gates ha ricomprato uno dei codici, Leonardo è diventato famoso come una popstar».
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»