giovedì 29 aprile 2004

«psico-conflitti di interesse»

una segnalazione di Roberto Martina

Repubblica Donna 24.4.04
Gaia Scienza
Psico-conflitti di interesse
Solo un ricercatore scientifico su 5 ammette pubblicamente i suoi legami con l'industria
di Silvie Coyaud


Giovanni Fava insegna psicoterapia all'università di Bologna, e dirige la rivista Psychotherapy and Psychosomatics. È famosa perché, oltre ai soliti testi di ricerca, pubblica editoriali e indagini che altrove non escono: farebbero fuggire gli inserzionisti. Dimostrano che nonostante le riviste scientifiche serie chiedano agli autori degli articoli di dichiarare eventuali conflitti d'interesse, soltanto uno su cinque lo fa. Chissà perché, gli altri quattro si scordano di aver brevettato la molecola di cui vantano l'efficacia, oppure di essere stati retribuiti con denaro, azioni, vacanze omaggio ecc. dall'azienda che la vende.
La settimana scorsa l'Associazione europea degli psichiatri teneva a Ginevra il suo congresso, spesato, come tanti altri, da multinazionali dei farmaci. Il professor Fava ci è andato a elencare scandali, risultati censurati o ritoccati, prescrizioni di medicinali che s'impennano in funzione delle elargizioni aziendali. A dire che così la ricerca ci rimette e i pazienti pure. A proporre che dai direttivi delle società scientifiche, dai comitati che decidono i finanziamenti pubblici, dalla direzione dei giornali importanti sia escluso chi è legato e imbavagliato da interessi economici. La sua doveva essere una tavola rotonda con "ricercatori vicini alle case farmaceutiche", ma tutti quelli contattati dall'Associazione si sono rifiutati di partecipare. Eppure erano spesati anche loro. Viaggio, vitto, alloggio, tutto compreso salvo minibar, telefono e libertà di parola.