giovedì 20 maggio 2004

«disfunzione erettile»

La Gazzetta del Sud 20.5.04
LA PILLOLA DELL'AMORE
L'identikit dell'italiano con disfunzione erettile
Sposato e sovrappeso


MILANO – Ha 52 anni, è sposato, sovrappeso, fuma e beve moderatamente l'italiano medio con disfunzione erettile che utilizza le pillole dell'amore. Lo ha fotografato la prima indagine epidemiologica di questi tipo, eseguita su 527 pazienti seguiti per 12 settimane da 70 Centri distribuiti in tutto il territorio nazionale, dalla Val d'Aosta alla Sicilia. I dati finali sono stati resi noti ieri a Milano dall'urologo Vincenzo Mirone (Università Federico II di Napoli) durante un incontro con i giornalisti promosso da Bayer in occasione del milione di pillole di Vardenafil vendute, a un anno dal lancio della pillola arancione, contro la disfunzione erettile (DE). «Per la prima volta – ha detto Mirone – abbiamo uno spaccato certo dei 500 mila utilizzatori italiani (la stima è di circa 3 milioni di soggetti con DE) delle pillole dell'amore. Tra essi l'età media è di 51,8 anni, il 78,7% è sposato, ha un peso medio di 80 chili per una statura di 1,73 (quindi è sovrappeso, quando non obeso) e il 70% ha un'altra malattia concomitante e tra queste, il 30% è il diabete e il 25% l'ipertensione». Sono dati, secondo Mirone, che la dicono lunga sul tipo di malattia che è la DE: «Sfatano, innanzitutto – ha rilevato l'urologo – il fatto che sia un disturbo degli anziani. Oggi, 52 anni è un'età relativamente giovane, rispetto ai limiti di durata media della vita. E danno anche altre informazioni, quali il ruolo giocato dalla condizione di sovrappeso o obesità». Un altro elemento molto importante, secondo Mirone, è il fatto che il tempo di diagnosi medio è di 1,1 anni, ad almeno 2-3 anni dal momento dell'esordio della malattia. «Al di là del fatto che si tratta di un tempo di diagnosi estremamente lungo se confrontato a qualunque diagnosi ginecologica femminile, che ha un tempo medio di 2-3 mesi – ha commentato ancora l'urologo napoletano – i 2-3 anni dall'esordio della malattia significano che c'è un autoriconoscimento della DE ancora molto difficoltoso». La concomitanza frequente con diabete e ipertensione, poi, non fa che confermare il fatto che nella grande maggioranza dei casi, la disfunzione erettile è la spia di altre malattie. «In particolare – ha osservato Mirone – questo studio ha finalmente dato delle certezze sulla natura del disturbo: 10 anni fa si pensava che fosse un problema della mente, 5 anni fa si è riconosciuto che era un problema del corpo, oggi si sa che nella maggior parte dei casi è un problema misto. Infatti, dallo studio è emerso che nel 22,7% dei casi la DE è problema organico, nel 21,9 psicogeno, ma nel 55,3% ha una causa in parte organica e in parte psicogena». La persona con disfunzione erettile, nel 54,7% dei casi beve moderatamente alcolici e nella stessa identica percentuale fuma. Due dati che confermano quanto già si sapeva, cioè che amore non va d'accordo con alcol e che la nicotina, vasocostrittore, chiude le arterie che portano sangue al pene. Nel campione esaminato, inoltre, l'86,9% ha denunciato problemi nel riuscire a mantenere un'erezione sufficiente per tutta la durata del rapporto sessuale, e il 73,8% nell'avere un'erezione troppo debole per la penetrazione. Solo il 20,7% accusava eiaculazione precoce, dimostrando che questo è un problema completamente a parte, non attinente con la DE.