sabato 1 maggio 2004

incidenza dell'anoressia e della bulimia in Piemonte

La Stampa 1.5.04
Riconoscere anoressia e bulimia
di Marco Accossato


Saranno in distribuzione a giorni, in tutte le farmacie di Torino e della provincia, 65 mila opuscoli gratuiti dal titolo «Anoressia Bulimia». E’ il contribuito che l’associazione Pr.A.To - acronimo di Prevenzione Anoressia Torino - darà all’attività del Centro Amenorree nato circa un anno fa all’ospedale Sant’Anna di corso Spezia, primo esempio italiano di équipe mista di ginecologi, endocrinologi, neuropsichiatri infantili e psichiatri specializzata nel prevenire le conseguenze devastanti dei disturbi alimentari.
In Piemonte 700 mila ragazze sono nell’età a rischio anoressia. Ogni anno, nella nostra regione, si registrano tra i 180 e i 360 nuovi casi di anoressia e tra i 360 e i 550 di bulimia. Il rifiuto del cibo, come l’abbuffarsi per poi vomitare, sono due aspetti di uno stesso problema: «Otto volte su dieci - spiega il professor Roberto Rigardetto, direttore dell'Istituto di Neuropsichiatria Infantile dell'Università di Torino e specialista del centro torinese - dietro un disturbo dell'alimentazione c'è un rapporto difficile in famiglia che all'inizio il pre-adolescente o l'adolescente riesce a compensare, ma oltre un certo limite esplode nell'anoressia o nella bulimia». «Il problema - aggiunge Rigardetto - è che una famiglia in crisi si concentra sull'aspetto fisico del problema, mentre deve essere aiutata a spostare l'attenzione a monte, sulle cause dei disturbi organici».
L'obiettivo del Centro nato nel 2003 al Sant'Anna è prevenire: tre ambulatori, un day service con tre lettini dove vengono visitate le pazienti, sottoposte ai test ormonali, alle ecografie e alle densitometrie ossee. Accanto al professor Rigardetto lavorano il professor Carlo Campagnoli - promotore del Centro - e il professor Secondo Fassino, direttore del centro pilota dei disturbi del comportamento dell'Asl 3.
Il contributo concreto dell’associazione Pr.A.To presieduto da Evelina Christillin non si fermerà al prezioso opuscolo da 34 pagine, redatto da alcuni soci fondatori e pubblicato col contributo della Fondazione Crt: mercoledì 26 maggio, dalle 17 alle 19, nell’aula magna dell’Istituto Avogadro, è organizzato un incontro durante il quale saranno descritti fra l’altro i tipici segnali d’allarme dell’anoressia e della bulimia. «Il 15 per cento delle ragazze anoressiche, ancor oggi, non ce la fa a superare la malattia e muore», ricorda il professor Rigardetto. «La prevenzione si basa innanzitutto sull’informazione - sottolinea la presidente Christillin -. Genitori, medici, insegnanti e operatori sociali devono essere sensibilizzati a riconoscere i segni di disagio, i comportamenti, i sintomi che sono espressione precoce di una possibile anoressia, indirizzando i giovani alle strutture sanitarie adeguate».

Repubblica ed. di Torino 1.5.04
Parte la campagna di prevenzione promossa dall´associazione "Prato": conferenze nelle scuole, distribuiti centomila opuscoli
Anoressia, in calo l'età
La soglia dei disturbi si abbassa a 11-12 anni
Sette ragazze su cento hanno una condotta alimentare scorretta
di TIZIANA CATENAZZO


Cresce l´emergenza anoressia e bulimia: 100 nuovi casi all´anno, a Torino, mentre in Piemonte sono 700 mila i soggetti a rischio; 1400 quelli affetti da anoressia conclamata e 5000 i bulimici. Ogni anno il numero dei nuovi casi passa da 180 a 360, per l´anoressia, e da 360 a 550 per la bulimia. E intanto la soglia di inizio dei disturbi si abbassa agli 11-12 anni. Ne hanno parlato ieri mattina all´ospedale Sant´Anna i soci fondatori di Pr.A.To, associazione per la prevenzione dell´anoressia a Torino: Evelina Christillin, che la presiede, Secondo Fassino, direttore del Centro universitario per la cura dei disturbi da comportamento alimentare (Dca), e Carlo Compagnoli, promotore del Centro amenorree nato l´anno scorso internamente all´ospedale. Per ribadire l´importanza della prevenzione e della diagnosi precoce di questi ?malesseri da benessere´: genitori, medici, insegnanti e operatori sociali devono riconoscere i segni di disagio, i comportamenti e i sintomi per indirizzare i giovani alle strutture sanitarie. Da qui, la campagna di informazione con il contributo della Crt: un testo informativo - distribuito in più di 100 mila copie attraverso le farmacie, medici di base, associazioni femminili, l´Unitre - e una serie di incontri di approfondimento, a partire dal 26 maggio all´Itis Avogadro. Il Centro amenorree del Sant´Anna è attivo da quasi un anno, e vi operano ginecologi, psichiatri e psicologi. «Abbiamo preso in carico 65 ragazze sopra i 18 anni- spiega Carlo Campagnoli - per un percorso diagnostico e un primo intervento psicologico motivazionale. Come prevenzione abbiamo visitato finora 183 ragazze con amenorrea da sottopeso, di cui 40 minorenni: due giovanissime presentavano già uno stato di deperimento tale da suggerire un immediato ricovero, mentre cinque maggiorenni sono state inviate al Centro Dca dell´Università, e 151 al day service. La valutazione psicologica ha evidenziato una situazione a rischio per il 77% delle minorenni e del 59% delle maggiorenni, e l´esame densitometrico ha rilevato che per il 50% delle minorenni la massa ossea è nettamente carente». Uno studio condotto l´anno scorso nelle scuole superiori piemontesi ha dimostrato che le ragazze sottopeso sono circa il 17%, e che il 7% di loro presenta una condotta alimentare problematica.