martedì 29 giugno 2004

cultura tolemaica:
da nuove tecniche ecografiche ribadiscono la credenza
in una vita psichica prenatale

Corriere della Sera 29.5.04
Comincia a stiracchiarsi, muoversi e scalciare nella pancia ...
Le immagini registrate vengono elaborate in tre dimensioni: possibile studiare lo sviluppo psichico
di Adriana Bazzi


Comincia a stiracchiarsi, muoversi e scalciare nella pancia della mamma quando ha soltanto 12 settimane, circa tre mesi. Fotografato, anzi filmato, per la prima volta da un sofisticato apparecchio a ultrasuoni di ultima generazione, il feto rivela non soltanto la sua anatomia, ma anche i suoi comportamenti e i suoi movimenti. Sconosciuti persino alla mamma che a quell’epoca ancora non lo «sente». Insospettabili per chi finora ha sfruttato la tecnica ecografica convenzionale a due dimensioni, quella che ci mostra un’immagine, piuttosto confusa, nei toni del grigio. Evidentissimi invece per un pioniere dell’ecografia in gravidanza, l’inglese Stuart Campbell, ginecologo alla London’s Create Health Clinic: perfezionando la tecnica dell’ecografia a tre dimensioni e in tempo reale, ha «immortalato» il feto in una serie di immagini molto dettagliate e in movimento, dimostrando, per la prima volta, come, fin dalle primissime fasi del suo sviluppo, sia impegnato in una serie di attività piuttosto complesse.
Se a 12 settimane già «cammina», a 18 è in grado di aprire gli occhi, inaspettatamente, dal momento che finora si è sempre pensato che a quell’epoca le palpebre fossero ancora fuse. A 26 settimane riesce addirittura a «esprimersi» in modi diversi: sbadigliando, fregandosi gli occhi, piangendo, succhiando e sorridendo.
«Siamo di fronte a una nuova scienza - ha detto Campbell in un’intervista alla Bbc online - che ci permetterà di comprendere meglio i comportamenti del feto, prima, e del bambino, dopo.
E forse, in futuro, potrà aiutarci a diagnosticare malattie genetiche o condizioni come la paralisi cerebrale, che rappresenta tutt’oggi un rompicapo per i medici».
Attualmente l’evoluzione di una gravidanza viene seguita con l’ecografia classica. La tecnica è sicura perché si basa sull’uso degli ultrasuoni (non su radiazioni) che raggiungono il feto e producono un’«eco» diversa a seconda della densità dei tessuti che incontrano: è questo segnale che viene poi registrato e dà origine alle immagini in bianco e nero.
Fondamentalmente l’ecografia tradizionale di routine garantisce tre tipi di informazioni: la data di inizio della gravidanza, la presenza di eventuali gravidanze gemellari e la vitalità dell’embrione o del feto.
Può anche segnalare altre condizioni come la presenza di malformazioni o il sesso del nascituro, ma sono indicazioni che non sono attendibili al 100 per cento.
Ora il «trattamento» informatico delle immagini ecografiche ha permesso di entrare nella terza dimensione e nella quarta, quella del movimento: ecco perché la faccia del feto può essere visibile in tutti i suoi dettagli, anche quando sorride.
Finora si era sempre pensato che il neonato cominciasse a farlo sei settimane dopo la nascita, imparando dalla mamma; l’ecografia ha rivelato il contrario: «Questo significa - ha commentato Campbell - che il neonato, dopo una vita intrauterina serena e priva di stress, deve superare il trauma della nascita e del nuovo ambiente prima di tornare a sorridere».