mercoledì 29 settembre 2004

citato ai Seminari del 20/23-9
il centro anoressia dell'Umberto I

ricevuto da Elio

la Repubblica – domenica 19 settembre 2004 – Cronaca di Roma

La struttura per la cura dei disturbi alimentari era stata inaugurata un anno fa
Centro anoressia Umberto I – contro la chiusura è rivolta
La protesta dei medici e dei pazienti
Un mese fa la delibera del Policlinico che cancella il presidio costato 500 mila euro
Wanda Cuseo

È stato inaugurato meno di un anno fa il «Centro per la cura dei disturbi della condotta alimentare» del Policlinico Umberto I: un investimento di circa 500 mila euro, che ha trasformato il vecchio reparto dell’ospedale in una struttura moderna e unica nel suo genere in Italia. Ma il Centro, dove tutti i giorni cercano aiuto circa 25 pazienti provenienti da tutta la Penisola e molti in pericolo di vita, rischia di scomparire il prossimo novembre, a un anno esatto dalla sua nascita. «Il mese scorso è stata firmata una delibera che mette il servizio in esaurimento – spiega il primario Emilia Costa – Al suo posto verrà istituito un nuovo servizio di psicoterapia: cosa del tutto inutile, visto che la psicoterapia viene svolta in tutti i servizi del dipartimento».

Ora il personale medico e paramedico chiedono spiegazioni. «Il nostro Centro è una struttura altamente specializzata – continua Emilia Costa – in grado di curare i disturbi alimentari in modo completo. Abbiamo ambulatori, day hospital, degenza: così possiamo seguire i pazienti in tutte le diverse fasi della malattia». Da quando il Centro è stato aperto, l’affluenza è aumentata sempre più: «Abbiamo pazienti che arrivano da tutta Italia, dopo aver girato diverse strutture senza trovare soluzioni a problemi delicati e lunghi da risolvere come la bulimia o l’anoressia. Disturbi che, tra l’altro sono in aumento».

Lo smantellamento progressivo della struttura è iniziato lo scorso maggio, «appena sei mesi dopo l’inaugurazione del Centro – racconta Luana De Vita, psicologa che collabora nella struttura – alla quale hanno partecipato entusiasti tutti i rappresentanti dell’azienda ospedaliera e della Regione». Il 29 maggio, infatti, al momento di firmare la delibera sui servizi in convenzione per il nuovo anno, quello per i disturbi della condotta alimentare è stato «messo in esaurimento». A quel punto il personale e le famiglie dei malati assistiti dal Centro, hanno iniziato a protestare. Il primo giugno, l’azienda ha assicurato che sarebbe stato firmato un nuovo accordo con la Regione perché il Centro continuasse la sua attività. Dopo la delibera del mese scorso, però, la sorte della struttura per i disturbi alimentari è di nuovo in pericolo. E così il dramma per i malati e le loro famiglie continua. «A mia figlia restava solo un mese di vita quando è arrivata qui – racconta Maria Grazia Breghi – Alta un metro e settanta, pesava solo 32 chili. Ora, dopo otto mesi di ricovero, è ancora viva. Ma ha bisogno di terapie quotidiane per combattere contro una malattia difficile da sconfiggere».