La Stampa TTL 1/9/2004
FESTIVAL A SARZANA
Obiettivo: creare creatività
A Sarzana dal 3 al 5 settembre si svolgerà il «Festival della Mente», che poi, a leggere la presentazione e una buona parte del programma, più precisamente si propone come il festival della creatività. Lo annunciano i titoli degli interventi del biologo Edoardo Boncinelli, del matematico Piergiorgio Odifreddi e dello scrittore Vincenzo Cerami. Che li ospiti Sanremo, Castrocaro, Mantova o Sarzana, dei festival conviene diffidare, ma in effetti di creatività l’Italia ha un gran bisogno. Non quella modaiola della signora Versace né quella finanziaria di Tremonti o gastronomica di Vissani. Serve creatività scientifica, tecnologica, imprenditoriale. Serve soprattutto una creatività capace di generare creatività. A questo obiettivo dovrebbero puntare soprattutto la scuola e l’ambiente sociale che circonda i giovani. Purtroppo non è così. La nostra scuola, anzi, sembra fatta apposta per ingabbiare le menti, non per liberarle. E’ strano, ma la creatività è tra i temi di ricerca meno indagati. Mentre sono decine gli studiosi che hanno applicato la loro genialità alla fisica, alla biologia, alla matematica, anche alle neuroscienze, non si conosce un genio che si sia dedicato a capire la genialità. Persino la fenomenologia è incerta. Il creativo è molto intelligente o è un esaltato, un depresso, un folle? L’immagine popolare del genio pende più verso la stravaganza che verso l’intelligenza: ci sarà del vero? Si può leggere «Anatomia del genio» di Michael Howe (il Saggiatore, 254 pagine, 16 euro) ed entrare nell’intimità di scienziati come Darwin, Faraday ed Einstein o scrittori come Dickens senza trovare una risposta convincente. Neppure «Essere creativi» (ed. Il Sole-24 Ore)di Edward De Bono, guru del pensiero creativo, va oltre una serie di consigli tecnici, e «La Créativité» di Michel-Louis Rouquette (Presse Universitaires de France) si limita a un tentativo di definizione e ad una classificazione delle varie forme di creatività. Di De Bono è tuttavia illuminante il concetto di «pensiero laterale»: la creatività consiste nel saper guardare le cose da un punto di vista diverso. Spingendoci oltre, si può notare che spesso non basta la lateralità: occorre la divergenza, o addirittura il rovesciamento del punto di vista. La divergenza, però, non deve essere quella del folle, ma piuttosto quella di chi è vergine rispetto al problema da risolvere creativamente: è la divergenza del candore, l’ingenuità del bambino che vede l’imperatore nudo (anche se lo ha vestito la signora Versace), la verginità di chi non ha subito i condizionamenti accademici. Murray Gell-Mann, «inventore» dei quark e premio Nobel per la fisica, porta l’esempio illuminante di quei tecnici che, dovendo fare una legge a tutela dell’ambiente, stilavano un lungo elenco su come le acque dei fiumi utilizzate dalle industrie dovessero essere restituite dopo l’uso: temperatura non variata di oltre un grado, limiti di acidità, metalli pesanti sotto una parte per milione etc.; quando l’elenco delle norme era ormai di molte pagine, al punto da rendere inapplicabile la legge, interviene uno che era sempre stato zitto: «E se la legge avesse un solo articolo: “chi usa l’acqua di un fiume deve prelevarla a valle del proprio stabilimento e restituirla a monte”?». Ecco il rovesciamento del punto di vista. Ora le domande sono due. La prima: come si può creare creatività? La seconda: è possibile con le nuove tecniche di imaging cerebrale (risonanza magnetica funzionale e tomografia a emissione di positroni) verificare che cosa succede in un cervello quando crea? Sul primo punto possono dirci qualcosa le tecniche di ristrutturazione cognitiva, lo studio degli ambienti creativi e l’analisi storica. Scopriremo, probabilmentee, che solo l’1 per cento della genialità è ispirazione, il resto è traspirazione (cioè cultura, esposizione al giusto ambiente, metodo, fatica) ma proprio quell’1% ci interessa. Quanto al secondo punto, mi accontenterei di vedere le reazioni di un cervello mentre capisce una barzelletta. L’umorismo è puro rovesciamento del punto di vista.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»