sabato 13 novembre 2004

una lettera a Repubblica

segnalato da Carminia Pucci

La malattia mentale
dopo la legge Basaglia
Silvano Aseglio

Nostro figlio è schizofrenico. Dall'ultimo ricovero in ospedale è uscito prostrato e curvo: i medici impostano la terapia farmacologica e gli infermieri la somministrano, senza alcun aiuto psicologico tendente al recupero del paziente. Le comunità pubbliche di riabilitazione sono pressoché inesistenti, i pazienti dimessi dai reparti psichiatrici sono abbandonati a se stessi, lasciati sulle spalle delle famiglie. I malati psichiatrici non fanno "lobby", per cui di loro non s'interessa nessuno, se non le strutture private (che hanno costi proibitivi: ho sentito parlare di 5.000 euro mensili!). Questo per il ricovero. E dopo? Il nulla più assoluto. Strutture insufficienti, niente soldi, gli utenti sono troppi e si va avanti "a naso", giorno dopo giorno, senza una visione d'insieme. Il futuro dei più disagiati e deboli è affidato così al caso. Ora mi chiedo: è possibile attuare la legge Basaglia nella sua totalità?