domenica 26 dicembre 2004

la religione americana

Da Il Gazzettino del NordEst - 24/12/2004 :
WASHINGTON Il 65% degli statunitensi si rivolge al Divino più d'una volta al giorno, anche davanti alla "Madonna delle autostrade", dove si fermano pure gli islamici. Natale o no, l'America si scopre religiosa e prega dove capita.

A Natale - ma non solo - l'America chiude gli occhi, china il capo e prega. In massa. Sempre di più e sempre più spesso si affida al divino: il 65% degli americani - rivela un sondaggio appena sfornato - prega il suo Dio, Buddha, Allah o Maometto, più di una volta al giorno. E lo fa senza nutrire dubbi: il 74% degli interpellati - dice il rilevamento condotto dal settimanale Us News & World report e da Beliefnet, il sito web della spiritualità frequentato da 65mila adepti - è convinto che se le preghiere non si avverano come auspicato è perchè «ciò non faceva parte dei piani del Sommo». In molti però hanno fortuna: il 42% ha giurato che le preghiere formulate hanno avuto la risposta richiesta. C'e' chi assicura di essere stato sull'orlo della bancarotta ed aver implorato il Divino che l'auto in pessime condizioni si mettesse a posto da sola ed ha ricevuto la benedizione: «Una mattina - ha confessato un anonimo - la macchina ha iniziato ad andare perfettamente».
Ci sono i miracolati: «Dovevo avere un'operazione alle arterie - ha detto un uomo - e il giorno dell'intervento i medici hanno scoperto durante l'ultima batteria di test che le mie arterie si erano "ripulite" completamente da sole».
Ecco allora che per qualsiasi ragione, supplica o ringraziamento, senza pudori o ritrosie, l'America prega ovunque si trova. Lo fa ad un angolo della battutissima "highway 95" tra Washington e Filadelfia dove c'è sempre coda: sono gli automobilisti in sosta di adorazione di fronte alla torreggiante statua di "Nostra Signora delle autostrade". Una Madonna del grande traffico, è stata infatti messa lì pochi anni orsono come ad un angolo di strada di un qualsiasi paesino d'Italia devoto al culto mariano, e ora attrae sciami di fedeli. Nel parcheggio gli adepti di religione battista esplicano complessi riti sacri sui mezzi di trasporto a quattroruote. Anche gli islamici ne approfittano, e li si vede spesso fermarsi per inchinarsi in direzione della Mecca. Sugli schermi tivù, inquadrati sui campi da baseball prima di ogni partita, i giocatori si prendono per i guantoni in circolo e pregano per vincere. Nei ristoranti, sugli autobus o in qualsiasi luogo pubblico, capita regolarmente di vedere signori dall'aria sino a quel momento normale fermarsi di botto e dare testate al primo muro che incontrano: sono gli ebrei ortodossi che replicano il rituale del Muro del Pianto.
In questi giorni tutti pregano per «i ragazzi al fronte». E con un presidente che non fa mistero dei suoi dialoghi quotidiani con Nostro Signore, gli Usa si avviano a diventare il Paese più credente del globo. Sia pure nel modo più contraddittorio immaginabile.
Nell'America delle grandi fedi individuali infatti il principio della separazione tra Chiese e Stato detta regola, raggiungendo situazioni paradossali durante le festività natalizie. L'ossessione del "politicamente corretto" sta infatti scatenando ondate di cause legali intentate dagli evangelici che, galvanizzati dalla recente vittoria politica, sfidano in tribunale le scelte laiche di molte comunità. Ecco allora che nelle scuole del New Jersey i bimbi hanno ricevuto la proibizione di cantare canzoncine Natalizie in cui si faccia menzione di Gesù; in quelle del Kansas le tradizionali festicciole (di Natale...) sono state ribattezzate di "Mezzo inverno" e sono stati banditi piattini di carta con i colori tipici della festività, ossia rossi e verdi; in una piazza della Florida è stata impedito l'allestimento di un presepe. Ma dopo l'intervento degli avvocati, ora tutto ciò verrà deciso dai giudici.