sabato 25 dicembre 2004

l'informazione oggi

una segnalazione di Donatella Coccoli

il manifesto 22.12.04
INFORMAZIONE

Prigionieri del centro che non c'è
di GIULIETTO CHIESA


Paolo Mieli più Gianni Riotta più Pigi Battista al Corriere. Costanzo che si candida, hyphen, per la presidenza Rai. Lucia Annunziata in pectore per L'Unità. La Repubblica - che, per leggerla senza tristezza, bisogna aspettare Eugenio Scalfari la domenica - è diventato un giornale che crede alle armi di distruzione di massa (in Iraq) e, quando Berlusconi demolisce il potere giudiziario, titola così: «E' passata la riforma». Questo è il quadro informativo che ci attende nel caso (sempre meno sicuro) che il centro-sinistra sostituisca Berlusconi alla guida del paese. Questo è comunque il quadro informativo-cerchiobottista che i moderati (sempre più moderati) del centro-sinistra stanno componendo per condurci al grande scontro finale. Che è davvero un grande scontro finale, ma che loro considerano un episodio, da gestire mediante il «bipolarismo mite», di una normale alternanza di potere, senza rendersi conto che quegli altri non hanno alcuna intenzione di rispettarla, l'alternanza, e andranno giù a colpi di maglio televisivo, violando tutte le regole, come del resto stanno già facendo.

Insomma - come scrive Cordero - «oppositori morbidi», che «accreditano l'avversario», facendocelo passare come «normale», o addirittura «interlocutore possibile». Non hanno compreso che questo è ormai il tempo del ferro e del fuoco e, per questo, D'Alema docet, vanno a un centro inesistente.

Il pendant informativo-comunicativo è appunto l'inciucio con tutti i peggiori «centristi» dell'informazione manipolata: con il massimo responsabile della degenerazione infotainment di questi ultimi due decenni e oltre, cioè Costanzo; con i cantori delle guerre giuste (cito Franco Cardini) Annunziata, Riotta e Pigi Battista; con l'inventore autentico del mielismo revisionista storico, alleato naturale di Platinette con la barba (cito Marco Travaglio), e compagno di merende di Rossella 2000, approdato al Tg5. Ecco la squadra che dovrebbe accompagnarci al dopo Berlusconi! Ve lo figurate il risultato? Ma questo - bisogna esserne consapevoli - è anche il quadro (invero desolante) dei settori più progressisti della società italiana.

L'opposizione politica a Berlusconi è quella miseria che sappiamo, ma quella imprenditoriale non è più saggia e lungimirante. Chi potrà mai spiegare loro che it's the crisis, stupid? Che questo paese, come il resto del mondo, non si può salvare con la «cultura Ferrari»? E che è giunto anche per loro il momento del nuovo modo di produrre (sostenibile) e di consumare (meno e diverso)? Chi spiegherà loro la differenza esistente tra inciucio cerchiobottista manipolatorio e una grande riforma intellettuale e morale di questo paese? Chi spiegherà loro che devono studiare molto più attentamente Silvio Berlusconi, e dargli retta quando rivela che «tutto avviene in televisione»?