mercoledì 19 gennaio 2005

sinistra
Fausto Bertinotti con i cinesi
...e intanto Fassino freme e minaccia...

APCOM 19.1.05
PRC/ BERTINOTTI INCONTRA DELEGAZIONE PARTITO COMUNISTA CINESE

All'odg guerra, movimenti e globalizzazione neoliberista

Roma, 19 gen. (Apcom) - Il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti ha incontrato oggi a Roma una delegazione del Partito comunista cinese, guidata da Jiarui Wang, ministro del Dipartimento internazionale del Pcc. L'incontro si è svolto presso la direzione nazionale del Prc, in viale del Policlinico 131. Bertinotti, accompagnato dal responsabile Esteri di Rifondazione comunista, Gennaro Migliore, si è intrattenuto con Wang sui temi che oggi caratterizzano maggiormente lo scenario politico ed economico internazionale: "la globalizzazione neoliberista, la guerra permanente della dottrina Bush, il terrorismo, i movimenti per la pace, contro la globalizzazione e per un altro mondo possibile, i mercati, la concorrenza, la competitività, i diritti di lavoratrici e lavoratori", informa una nota del Prc. "Le due delegazioni si sono salutate con l'impegno di incontrarsi ulteriormente. Inoltre, il Partito comunista cinese ha confermato che una propria delegazione sarà presente al sesto Congresso del Prc che si terrà il 3-4-5-6 marzo 2005 a Venezia", conclude la nota.

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Il Messaggero Mercoledì 19 Gennaio 2005
La segreteria Ds: «Serve subito un chiarimento con gli alleati»
Altolà di Fassino: corra solo Romano o è sfida nei collegi
Angius: «Se Prodi si fa il suo progetto, noi ci facciamo il nostro». La Margherita: «È il suicidio della coalizione»
di NINO BERTOLONI MELI

ROMA Calmo e misurato, senza alzare la voce, Gavino Angius dà voce al malcontento diessino senza nascondere l’irritazione. Reduce dalla riunione di segreteria dei Ds, dove è stato chiesto «un chiarimento» ai cari alleati della coalizione e al leader Romano Prodi, il capogruppo al Senato attacca: «Non ci si può continuare a svenare e al contempo non far marciare il progetto della federazione. Non siamo masochisti». L’irritazione è tutta politica e prende le mosse dalla ”svendola” pugliese. Martella Angius: «In Puglia è stato un pasticcio. Se il centrosinistra è diviso, non si può pensare di risolvere il problema con le primarie che accentuano i contrasti e lasciano morti e feriti sul campo. Sono state una grande prova democratica? Allora facciamole per tutti e ovunque, a cominciare dai collegi, così ci pesiamo sul serio. Non è che il metodo può essere capovolto: prima le primarie per il leader e poi lui sceglie i candidati da far eleggere nei collegi. Alt, non si può. Primarie in tutti i collegi, invece, e io nel mio già mi candido, c’è qualcun altro?». Il capogruppo prosegue: «Quelle di Prodi non sono vere primarie dal momento che è già stato scelto, sono caso mai consultazioni popolari». E già che ha citato Prodi, il pensiero corre a un altro nodo che ai diessini proprio non è andato giù, quella riunione super segreta sulle colline bolognesi dove il Professore ha riunito 45 altri professori per il programma. Attacca Angius: «Prodi si fa il suo programma? Allora anche noi ci facciamo il nostro. Non è che possiamo stare a guardare quando anche la Margherita fa un’assemblea programmatica prima del nostro congresso, Bertinotti vuole un programma tutto suo, i Verdi pure. E che, solo noi stiamo fermi?».
La linea del ”primarie solo per Prodi o ci candidiamo tutti”, Piero Fassino l’ha anticipata per telefono ai segretari dei partiti piccoli. E Diliberto, Di Pietro, Pecoraro Scanio arrivando al vertice della Gad hanno annunciato che sì, se primarie inutili hanno da essere visto che Prodi è già stato scelto, allora eccoci qua, ci presentiamo tutti, mica lasciamo al caro Fausto libertà di pascolo a sinistra e non solo. È stata la giornata dell’“orgoglio diessino”, cominciata al mattino a via Nazionale, sede della Quercia, riunione della segreteria. Un Fassino in formato battaglia batte i pugni sul tavolo. Il ragionamento è che così non si può andare avanti, il progetto riformista non marcia, e alcuni alleati si muovono più per creare problemi ai Ds e metterli in difficoltà che con spirito di coalizione. Troppo per far finta di niente. Fassino ammette che ci sono problemi con Rutelli ma anche con Prodi. Poi, ma alcune circostanze sono state smentite, in un colloquio burrascoso con Ermete Realacci, il leader Ds lo dice chiaro: «Così non ci sto, non ci sto». Il leader Ds è anche irritato con il correntone, che in Puglia avrebbe votato e fatto votare per Vendola. Angius mette sul tappeto la controproposta: se primarie devono essere, allora si facciano sempre e ovunque, anche per i sindaci, per le regioni e per i collegi. Un avvertimento neanche troppo larvato ai piccoli partiti, Rifondazione in testa, come a dire: con le primarie nei collegi eleggeremo solo diessini. Ma Beppe Fioroni della Margherita stoppa: «Vogliono il harakiri della coalizione? Se estendiamo le primarie a tutto è difficile a quel punto tenere una alleanza». E gira già voce che domenica la Margherita ”per ritorsione” non voterebbe il dalemiano La Torre alle suppletive.