Corriere della Sera 28.2.05
Il «tesoro di Priamo» resta (per ora) all’ombra del Cremlino
La disputa tra Germania e Russia per il «tesoro di Priamo» si arricchisce di un nuovo capitolo. L’oro di Troia - scoperto dall’archeologo tedesco Heinrich Schliemann nel 1873 sotto le rovine dell’antica città turca e trafugato dal Museo nazionale di Berlino nel 1945 dalle truppe sovietiche - resterà proprietà del governo di Mosca come parte del risarcimento per i danni di guerra. Ad affermarlo in un’intervista al Moskovsky Komsomolets è Anatoly Vilkov, vicedirettore dell’agenzia culturale russa. Il «tesoro di Priamo» è stato abbandonato per circa mezzo secolo in un deposito sotterraneo segreto del Museo Puskin ed esposto al pubblico per la prima volta solo nell’aprile del 1996, con una mostra parziale della collezione. Proprio da metà degli anni Novanta va avanti la contesa tra il Cremlino e Berlino per il possesso del tesoro: la controversia tra i due Paesi sembra però in stallo. Infatti, anche la Russia ha delle pretese sui bottini di guerra tedeschi risalenti al secondo conflitto mondiale. In ogni caso, parlare di «tesoro di Priamo» è storicamente scorretto: l’oro non apparteneva al leggendario re di Troia, ma è di un’epoca anteriore ai fatti narrati da Omero.
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