lunedì 28 novembre 2005

MASSIMO FAGIOLI
SU LIBERAZIONE DI SABATO 26 NOVEMBRE 2005


Idee e parole
Libertà, uguaglianza, fraternità...

Caro Sansonetti, sento la simpatia e il dovere di ringraziarti per l'editoriale di venerdì 18 su "Liberazione". Mi sembra di aver visto un pensiero complesso ma affascinante; e inizio dalla fine. Riprendere le tre parole della rivoluzione Francese per rifondare la politica è un'idea geniale; e vorrei partecipare all'entusiasmo espresso nelle ultime righe: «messaggio formidabile... alleanza politica capace di misurarsi con questi temi alti...». Sei seducente nella misura in cui inviti la sinistra a superare l'impotenza di sempre dovuta al vuoto teorico sui grandi problemi dell'umanità, sul mistero e i diritti della vita, sull'identità, sull'essenza, lo spirito e il destino dell'uomo. Ma... ho paura della delusione! Ho davanti agli occhi i più di duecento anni di storia che ci precedono e mi chiedo perché ho avuto un moto di fastidio quando ho osservato che usi i termini "idee-forza della rivoluzione Francese". Senza disturbare i professori di linguistica mi permetto di dire che hai sbagliato: i tre termini non erano idee, erano soltanto parole. In duecento e più anni non c'è stata mai nessuna libertà, salvo quella della produzione dei beni materiali e del commercio. Un medico, tuttora non è libero di esercitare la sua opera secondo scienza e coscienza, nonostante l'abilitazione statale a esercitare la libera professione; una donna non è libera di gestire il funzionamento del proprio corpo come crede: non viene riconosciuta cioè alla donna nessuna identità. Non è nata nessuna fraternità, non si è realizzata nessuna uguaglianza. Allora una preghiera: cerchiamo di trasformare le parole in idee, dare cioè, ad esse, un senso reale. E con buona memoria marxista ti do ragione: iniziamo dalla prassi lottando contro l'invadenza clericale (hanno fatto obbligatoria l'ora di religione), contro il Concordato e l'otto per mille, ma insieme cerchiamo idee e teoria dandoci una ragione di questa lotta accogliendo i dibattiti di Bertinotti con gruppi di studio sulla realtà umana, i suggerimenti di Giordano di occuparsi di realtà umana nell'editoriale di giorni fa, le idee di Giulia Ingrao. Così possiamo curare Bertinotti dall'angoscia di una sconfitta politica inevitabile nello scontro con l'invadenza e la violenza della ideologia della Chiesa. La sconfitta è inevitabile se la sinistra si occupa soltanto "di far funzionare e rendere efficace il mercato".

Massimo Fagioli via e-mail
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