lunedì 5 giugno 2006

Liberazione, domenica 4 giugno 2006, pag.8
Massimo Fagioli: «Ho mangiato e dormito per molto tempo con i pazzi»

Ho mangiato e dormito per molto tempo con i pazzi. Con la prassi ho cercato di comprendere e vedere perché erano malati; perché avevano perduto il rapporto con la realtà, perché non pensavano più ma credevano soltanto... (io sono Napoleone; gli alieni hanno invaso la mia casa...).
Non é per la prassi, quindi, che "si rabbrividisce". O, forse, la prassi che ho fatto in cinquanta anni viene ignorata. Oppure viene disprezzata «ci siamo resi conto della distanza esistente tra le nostre pratiche, socialmente fondate e quelle accademiche, evanescenti, lontane dal territorio, spesso incardinate sulla necessità di verificare la bontà delle teorie piuttosto che prendere cura delle difficoltà e della miseria in cui versano molti dei nostri pazienti»...
«Al di là della tristezza e del pessimismo che traspare dalle parole di Massimo Fagioli... è doveroso fare appello al pensiero di Basaglia»...
C'è qualcosa che non capisco. La prassi è stata sempre anche mia, sempre ho fatto ricerca con i pazienti e mai con i professori di neuropsichiatria e con i filosofi. Sono sempre stato per l'abolizione dei manicomi ed ho più volte ricordato che liberavo i pazienti dai muri che li tenevano prigionieri vent'anni prima della 180.
Se posso recepire l'accusa di una aristocrazia del pensiero nonostante cinquanta anni di realtà politiche democristiane e di destra, è una bugia che non abbia sempre fatto ricerca con i pazienti. L'Analisi collettiva è ben nota da più di trent'anni: lavoro sempre insieme a centinaia di persone senza nome e senza identità sociale o professionale; ed anche prima in Svizzera e a Padova.
Resta soltanto il problema del pensiero. Basaglia ha espresso pensieri che fanno inorridire me. «Tutti gli esseri umani sarebbero malati ed è l'istituzione che fa l'etichetta, lo stigma per alcuni come malati mentali». Non dico di più. Per me è l'ideologia del peccato originale, l'animalità che si nasconde sotto la ragione, una natura umana che non avrebbe raggiunto l'umano. Se, a monte ci sono queste idee prima della prassi non si farà mai nessuna ricerca sulla realtà della mente umana. Religione e Ragione non si sono mai chieste perché, ormai quotidianamente, esseri umani uccidono in modo efferato senza motivo. Per loro è il naturale Male insito nell'uomo; per me è pazzia. Sono convinto che, nella sinistra politica, è giunta l'ora di studiare e comprendere la realtà umana; la prassi c'è, non è il pensiero. Bertinotti ha detto: «Marx necessario ma non sufficiente».
E' tempo per una ricerca che vada oltre la sanità e il benessere del corpo. Se non è riuscito il lavoro di portare la politica alla psichiatria «l'esperienza ci dice che né gli uni né l'altra insieme separatamente determinano il guarire definitivamente dal male mentale» cerchiamo di portare la psichiatria (medicina della mente) alla politica.
Chiedo perdono! Non avevo letto la pagina 78 del numero venti di "Left". Sono molto frustrato perché Viano filosofo dice molto di più su Freud e Basaglia, Focault e Sartre, Adorno e Marcuse; e... Marx. Prego di leggerla. Io ricordo il 1953, il 1956.

Massimo Fagioli


(questo articolo è stato inserito in "segnalazioni" dopo la chiusura delle edicole; la scansione del testo è di Giorgio Valentini.
L'articolo di "Left" citato può essere letto qui)
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