COMITATO "UNA PIAZZA PER IPAZIA"
Giovedì 5 marzo alle ore 10.30 saranno consegnate le oltre 1500 firme raccolte per dedicare a Roma una piazza ad Ipazia, scienziata e filosofa dell’antichità
Giovedì 5 marzo alle ore 10,30 una delegazione del Comitato “Una Piazza per Ipazia” consegnerà alla Commissione Consultiva della Toponomastica di Roma Capitale in via della Greca 5, la richiesta, con le oltre 1500 firme raccolte, per dedicare una piazza, via o giardino alla filosofa e matematica greca Ipazia. Ricordiamo che proprio tra il mercoledì delle ceneri 4 marzo e la domenica 8 marzo di 1600 anni fa, su istigazione di san Cirillo Alessandrino, fu catturata dai monaci Parabolani accecata, lapidata, fatta a pezzi e bruciata.
Sarà anche tenuta una breve conferenza stampa per spiegare le ragioni per cui è oggi necessario dedicare a questa donna dell’antichità, libera pensatrice e simbolo della laicità, del sapere trasmesso per insegnamento, della libera ricerca scientifica nonché vittima dell’integralismo religioso, dell’opportunismo politico e della violenza dell’uomo sulla donna, un luogo pubblico nella capitale.
Il Comitato “Una Piazza per Ipazia” comunica fin da ora che saranno tenute tutte le iniziative necessarie per dedicare alla studiosa alessandrina un toponimo che la ricordi.
Roma 03/03/2015
il Fatto 4.3.15
L’Unità, intesa con Veneziani: riassorbirà 25 giornalisti
Dieci a Roma, sei a Milano, gli altri nove tra Bologna e Firenze
E il Pd ne pagherà cinque
di Camillo Diomitri
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si ringrazia Francesco Maiorano
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Lo dicono fossili scoperti in Etiopia
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di Anna Meldolesi
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SULLA STAMPA DI GIOVEDI 5: |
La Stampa 5.3.15
Questo è un uomo
di Massimo Gramellini
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La cascina Raticosa è un rifugio sui monti sopra Foligno che durante la Resistenza ospitò il comando della quinta brigata Garibaldi. Nei giorni scorsi qualche nostalgico dello sbattimento di tacchi ha rubato la targa commemorativa e disegnato una svastica enorme sul muro. Forse non sapeva che nei pressi della cascina, in una notte di febbraio del 1944, ventiquattro partigiani appena usciti dall’adolescenza erano stati catturati dai nazisti, caricati su vagoni piombati e mandati a morire nei campi di concentramento del Centro Europa. O forse lo sapeva benissimo e la cosa gli avrà procurato ancora più gusto. Però non poteva immaginare che tra quegli adolescenti ce ne fosse uno scampato alla retata. Sopravvissuto fino a oggi per leggere sulle cronache locali il racconto dell’oltraggio.
Mentre tutto intorno le Autorità deprecavano e si indignavano a mani conserte, il signor Enrico Angelini non ha pronunciato una parola. Ha preso lo sverniciatore, il raschietto, le sue ossa acciaccate di novantenne ed è tornato al rifugio della giovinezza per rimettere le cose a posto. Con lo sverniciatore e il raschietto ha cancellato il simbolo nazista. E dove prima c’era la targa ha appoggiato una rosa.
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L’assedio di Sirte
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Il caso editoriale
Il Manifesto di Marx riesce in tascabile e in Gran Bretagna è subito bestseller LONDRA Boom editoriale per il Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx e Friedrich Engels che fa parte di una collezione di classici (Little Black Classic, 80 pences , 64 pagine) ripubblicati dalle edizioni Penguin: mille e settecento copie in una settimana. Un vero record per il libro che uscì proprio a Londra il 21 febbraio del 1848. Il Manifesto è soltanto uno degli ottanta titoli che la casa editrice britannica ha presentato in una collana per ricordare gli ottant’anni del primo tascabile Penguin che costava appena sei pence, in pratica quanto un pacchetto di sigarette. E se il Manifesto guida la classifica dei più venduti, a seguire, tra i primi dieci, ci sono La bella Cassandra di Jane Austen, una collezione di racconti giovanili di Edgar Allan Poe, gli aforismi sull’amore e l’odio di Friedrich Nietzsche, ancora Lev Tolstoj, perfino un “capitolo” della Commedia di Dante (l’ Inferno). E, ancora, il Delitto di Lord Arthur Savile di Oscar Wilde, una selezione di poesie di Emily Brontë, Si fa tenebra intorno a me. Al sesto posto del singolare elenco di bestseller c’è il Diario sul Grande Incendio di Londra del 1666, di Samuel Pepys, scrittore e membro influente dell’allora Ministero della Marina.
La Stampa 5.3.15
Le donne, i cavallier, l’arme d’Aspromonte
Un’antica cantata grecanica, declamata in Calabria per i crociati di Riccardo Cuor di Leone, alle origini delle chanson de geste carolingie e dell’Orlando furioso
di Mimmo Gangemi
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La prova di maturità sulle lingue classiche va rivoluzionata Guardando all’inglese
Quelle inutili anzi dannose traduzioni greche e latine
di Maurizio Bettini
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Repubblica 5.3.15
Primo Levi e la favola dell’uomo mutante
“Ranocchi sulla luna e altri animali”, una raccolta di racconti in cui lo scrittore s’ispira a Dante per narrare l’orrore dei lager
di Alberto Asor Rosa
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Repubblica 5.3.15
Matisse
“Arabesque”: cento capolavori alle Scuderie del Quirinale
Le lezioni orientali del signore della pittura
A Roma va in scena il mondo dell’artista francese che fu influenzato nel gusto per
l’ornamento dalle antiche civiltà
di Fabrizio D’Amico
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Repubblica 5.3.15Repubblica 5.3.15
L’ornamento non è più un delitto
Tutto è superficie nei suoi quadri così si afferma il dominio dei colori e della geometria curva
di Achille Bonito Oliva
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Repubblica 5.3.15
Illuminato sulla via di Tangeri
Due settimane di pioggia lo accolgono in Marocco poi finalmente arriva la luce
di Tahar Ben Jelloun
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Novità in edicola
Lo storico settimanale si rinnova nella grafica e nei contenuti Il direttore Vicinanza: torniamo a raccontare l’Italia rimanendo fedeli alla nostra grande tradizione
Lo spazio del settimanale è quello dell’inchiesta Dobbiamo essere sempre dove sono i lettori
L’Espresso compie 60 anni “Cambiare guardando al futuro”
di Concetto Vecchio
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