giovedì 29 maggio 2003

Emanuele Severino

Salò, il ciclo di incontri si chiude con Mercedes Bresso
In principio era l’Acqua Così provoca Severino
di Mario Baldoli

Si conclude oggi il ciclo di conferenze sull’Acqua ideato dall’Ateneo di Salò con il patrocinio della Comunità del Garda. L’ultima conferenza - «Quale diritto, quale futuro per un bene collettivo» - sarà tenuta alle 17 nella sala consiliare del comune di Salò da Mercedes Bresso, presidente della Provincia di Torino e docente di Istituzioni di economia al Politecnico di Torino. La professoressa Bresso è esperta di politiche comunitarie, economia del turismo e dell’ambiente e autrice di molti libri sull’argomento. È stata presidente dell’associazione «Ambiente e lavoro» e ha ottenuto nel 1995 il premio «Airone d’oro» per il suo impegno in campo ambientale. La precedente conferenza era stata tenuta venerdì scorso dal filosofo Emanuele Severino, intervistato dal giornalista Armando Torno, su «In principio era l’acqua».
Emanuele Severino ha esordito applicando, con una sorta di gioco, la più celebre affermazione di Talete, il primo filosofo, a Giovanni Evangelista. Talete ha detto che l’acqua è l’origine di tutte le cose. Severino immagina di sostituire il Verbo con cui inizia il Vangelo di Giovanni, col termine Acqua. Impressionanti le analogie. Del resto lo stesso Talete ha detto che «il mondo è pieno di dei», quindi l’Acqua è parte della divinità. Nell’Acqua si detergono le dee. Dall’Acqua nasce Venere Afrodite. L’Acqua è ciò che è identico in tutte le cose, il luogo originario a cui tutto ritorna, l’essere che non nasce e non muore.
«L’anima dell’uomo è come l’acqua, che scende e sale al cielo», ha scritto Rilke. Poi, dopo essere stata per 2.300 anni uno dei quattro elementi fondamentali dell’universo, Lavoisier l’ha spogliata della sua aura magica per trasformarla in idrogeno e ossigeno.
L’Acqua, all’origine della filosofia, è anche l’elemento lustrale delle religioni. L’Acqua deterge i peccati. Per salvarsi dall’angoscia e dall’orrore, l’uomo escogita il concetto di colpa, e l’Acqua diventa l’intermediario tra l’uomo e dio.
Ma l’Acqua non è solo un principio, è anche attraversabile, cedevole, solcabile, è il divenire. Senza il divenire - secondo Severino - non esisterebbe la storia dell’uomo occidentale, così legata al cambiamento, alla volontà di potenza e alla tragicità che tali concezioni comportano.
Sollecitato dalle domande di Torno, Severino è poi approdato all’attualità. Il futuro suggerisce scenari non rassicuranti, il mondo avrà sete. Eppure il filosofo vede una via d’uscita. Le attuali possibilità tecnologiche sono gestite da una filosofia, il capitalismo, che ha come obiettivo l’incremento del profitto. Ma il capitalismo oggi sta prendendo coscienza, almeno in parte, della propria distruttività, del fatto che per realizzare il profitto sta distruggendo la terra. Il capitalismo non vorrà distruggere la terra, per non distruggere se stesso. Questo è il quadro teorico ? ha concluso ? entro il quale discutere il consumo delle risorse.