martedì 3 giugno 2003

Catherine Deneuve sul set sarà Marie Bonaparte, la allieva di Freud

L'Unione Sarda 3.6.03
Cinema.
L’attrice francese protagonista di “Princesse Marie” diretto da Benoit Jacquot
Catherine sul lettino di Freud
La Deneuve è Maria Bonaparte, “salvata” dal grande psicanalista

Catherine Deneuve va dallo psicanalista, e non da uno qualsiasi, ma dal padre della psicanalisi, Sigmund Freud: naturalmente per esigenze di copione. A lei il regista Benoit Jacquot ha affidato il difficile e intrigante ruolo di Maria Bonaparte, la straordinaria principessa psicanalista che ammise di essere stata salvata dalla depressione da Freud e che “saldò” il debito permettendo al Maestro, nel 1938, di fuggire da Vienna e dai nazisti per rifugiarsi a Londra. Le riprese di Princesse Marie, alla quale si deve la creazione nel 1926 della Società psicanalitica di Parigi, e nel 1934 dell’Istituto di psicanalisi, sono agli ultimi ciak. Il film in due episodi è stato girato in Austria, nelle foreste austriache a sud ovest di Vienna, a Parigi, sui laghi del nord Italia, poi la troupe si è spostata per le scene finali a Saint Tropez, dove Marie Bonaparte morì nel 1962 a 80 anni.
Princesse Marie era la pronipote di Lucien, fratello di Napoleone Bonaparte, e aveva sposato Georges, secondo figlio del re di Grecia, ma era molto di più di una principessa. «Era una donna coraggiosa, indipendente, intelligente, intransigente», dice Catherine Deneuve: «Forse quel che mi ha più sedotto nel personaggio è una certa virilità, quel suo modo di prendere in mano la vita, la sua e quella degli altri, di affrontare la realtà, di saper mostrare vero coraggio davanti ad eventi dolorosi o terribilmente tragici. Marie non tace mai, è frontale». Nei panni del Maestro la Deneuve ha ritrovato Heinz Bennent, suo marito ne L’ultimo metrò, e il film scritto da Louis Gardel e Francois-Olivier Rousseau è incentrato sul doppio debito, quello che Marie pensa di avere nei confronti di Freud che l’ha salvata dall’orribile depressione che la stava divorando, e quello che Freud ha verso di lei che gli ha letteralmente salvato la vita. «È una donna complessa, non è mai una sola, qualcuno che si osserva costantemente», dice la Deneuve, al suo secondo film televisivo dopo Les liaisons dangereuses di Josée Dayan.
Il film comincia con una scena piuttosto drammatica e ardua, un’operazione chirurgica particolare voluta da Marie «che aveva in sé il mistero del desiderio di ritoccare il suo corpo che le sembrava non risponderle più, di cercare soluzioni tecniche a quella che definiva la sua frigidità», spiega l’attrice. «Un fatto singolare se ci si ricorda che è stata una delle prime discepole di Freud e che perciò avrebbe dovuto ricercare altrove le soluzioni al suo problema». Sul set anche due figli d’arte: Anne, la figlia di Heinz Bennent, nei panni di Anna, la figlia di Freud, e Christian Vadim, nato dall’unione della Deneuve e di Roger Vadim, nel ruolo di Antoine Leandri, il primo amante della Princesse Marie. «Niente paura», ironizza la Deneuve: «Ovviamente non sono io che recito la parte di Marie giovane, ma Marie Christine Friedrich». Difficoltà durante le riprese? Sì, ammette la Deneuve: «Stare a lungo sdraiata sul divano, in una posizione di vulnerabilità estrema. E poi la concentrazione molto densa nel rapporto tra paziente e psicanalista, difficile da trovare per dare il sentimento del segreto dello studio e al tempo stesso far sì che tutto parli allo spettatore».