sabato 28 giugno 2003

Modigliani

La repubblica Bari 28.6.03
MODÌ A BARI
Modigliani dipingeva sui volti dei suoi personaggi tagli neri a mandorla come se i globuli oculari fossero assenti
Il mistero degli occhi bui uno sguardo verso l´anima
In meno di vent´anni l´artista nato a Livorno nel 1884 ha eseguito circa 400 dipinti
Sintesi perfette e persino algide. Persone fatte di colori ma con spiccate individualità
Il motivo delle orbite vuote è stato ripreso dalle maschere e dalla scultura arcaica
di Carlo Alberto Bucci

La cecità è, dimostra Tiresia, attributo dei veggenti. Ma quei tagli a mandorla, neri o vuoti, che Amedeo Modigliani ritagliava sui volti dei suoi personaggi, alludono a qualcosa di diverso di uno sguardo avanti nel tempo. Piuttosto uno sguardo rivolto all´interno, come se l´occhio fosse rientrato per scoprire i segreti dell´inconscio.
Nel 1918 l´artista eseguì il ritratto del pittore Léopold Survage, che l´aveva ospitato a Nizza. E all´amico, stupefatto nel vedersi rappresentato con un occhio vivo e un altro accecato, Modigliani rispose: «Ti ho dipinto così perché con uno guardi il mondo, mentre con l´altro guardi dentro di te».
Sottolinea Marc Restellini, nel catalogo Skira della mostra attualmente allestita al Palazzo Reale di Milano, che Modigliani fece questa scelta (dell´occhio aperto e dell´altro vuoto) nei ritratti, in particolare, di scultori, scrittori e poeti: da Henri Laurens a Raymond Radiguet, a Beatrice Hastings. Come a dire che è prerogativa degli artisti il poter scendere con il proprio sguardo a sondare i più segreti recessi dell´Io.
Gli occhi, dunque, secondo l´antica formula, come specchio dell´anima. Sì, ma occhi bui. Sguardi ciechi. Orbite svuotate. Eppure capaci davvero di mettere in contatto la veduta di chi guarda, magari distrattamente, quella figura immortalata sulla tela, e lo sguardo penetrante che il "ritrattato accecato" riesce comunque a restituire.
Modigliani è un´artista toscano. È un pittore che a Parigi, dove giunge nel 1906 e dove muore 14 anni dopo, appena 36enne, si porta dietro, perché ce l´ha conficcata nelle mani, la sintesi della grande tradizione rinascimentale italiana. E Modì, il pittore che abbiamo condannato alla formula stereotipata di artista maudit, respira armonia classica anche quando si immerge completamente nel rigore e nella forza dell´arte primitiva; e anche quando entra in contatto con le sperimentazioni delle avanguardie storiche, e le novità della tecnologia, della capitale francese.
Modigliani non accetta la scomposizione proposta dal cubismo, quella visione contemporanea e sfaccettata della realtà spazio/tempo; certo non il cubismo analitico, ma neanche quello della sintetico. E non sopporta neppure la simualtaneità dei suoi conterranei futuristi, che nel 1912 sbarcano rumorosi a Parigi prendendo per applausi le critiche ricevute. Modigliani, diversamente da Umberto Boccioni, non guarda dalla finestra per cogliere la compenetrazione delle figure nel paesaggio con quelle del balcone. L´artista livornese, per di più, è assolutamente indifferente ai treni, alle auto e alle macchine della realtà moderna. Persino alla realtà tout court. La sintesi della scultura di Brancusi, e la potenza degli idoli scavati nel legno dagli africani, studiati al museo etnologico del Trocadéro di Parigi, sono i modelli di Modigliani.
In meno di vent´anni di attività l´artista nato a Livorno nel 1884 ha eseguito circa 400 dipinti. Molti nudi, solo dal 1917 tuttavia. E solo quattro paesaggi. Tutto il resto, una valanga di ritratti. Ossia il genere che prevede una grande contaminazione con la realtà umana che circonda l´artista. Eppure, davanti alla carne, Modigliani riesce nel difficile equilibrismo di dare corpo a idoli fatti di forma e colore, più che di abiti e pelle.
Sintesi perfette e persino algide di forme umane, le sue. Eppure, comunque, persone fatte di colori ma dotate di spiccata individualità. È al teatro, che pure amava, oltre che alla statuaria dei primitivi, che Modigliani ha strappato l´immagine della maschera per applicarla sui visi. E, con essa, ha portato e reinterpretato quel magnifico vuoto oltre il taglio degli occhi. Il profondo sguardo dell´arte.