giovedì 5 giugno 2003

psicoanalisi... del cambiamento?

il manifesto 5.6.03
Psicoanalisi del cambiamento
«Trauma e crescita. Teoria e clinica di Karen Horney», domani a Roma

«Trauma e Crescita - Teoria e Clinica della Horney nel contesto della psicoanalisi contemporanea. Trauma and Growth antecedents and consequences of Horney» è il titolo-tema della conferenza internazionale presentata dalla Società di Psicoanalisi Interpersonale e GruppoAnalisi (S.P.I.G.A.), fondata e diretta dal professor Vicent Morrone. Il tema della conferenza - che si svolgerà a Roma venerdì e sabato presso la Sala Basaglia, Padiglione 26, Comprensorio S. Maria della Pietà - è centrato sulla teoria e clinica di Karen Horney, in relazione alle problematiche individuali e sociali che sorgono in seguito ad eventi traumatici. Eventi che sono legati sia alla crescita della persona che al trauma connesso agli avvenimenti destabilizzanti politici e culturali, che hanno segnato la fine del XX secolo e l'inizio del XXI secolo.
Karen Horney (1885-1952) fu una delle prime donne psicoanaliste dell'Istituto Psicoanalitico di Berlino. All'inizio degli anni Trenta venne richiesta la sua collaborazione presso l'Istituto di Psicoanalisi di Chicago, nel 1934 si trasferì a New York, dove ebbe l'incarico come docente presso il New York Psychoanalytic Institute e alla New School for Social Research.
A New York Karen Horney stabilì dei profondi legami intellettuali e d'amicizia con Clara Thompson, Harry Sullivan, Strindberg e in seguito con Erich Fromm. Insieme diedero vita ad un movimento di pensiero sulla psichiatria, intesa come studio delle dinamiche interpersonali.
Nel 1941 fondò con la collaborazione di H. Kelman e altri psicoanalisti l'American Psychoanalytic Association (A.P.A.) da cui nacque l'American Institute for Psychoanalysis.
La sua pratica psicoanalitica e le sue esperienze cliniche la portarono ad elaborare una visione dell'essere umano la cui «natura .... non è più inalterabile, ma può essere cambiata», privilegiando il com-prendere intuitivo sul conoscere scientifico ed elaborando una nuova concezione della psicologia femminile che si differenziava dalle teorie freudiane.
Karen Horney non considera l'uomo come una creatura mossa esclusivamente da pulsioni e istinti, ma come un essere capace di scelte ed assunzioni di responsabilità.
Il processo che evolve all'interno della relazione terapeutica, non è soltanto una ripetizione simbolica della storia passata, che sollevando le barriere della rimozione sposta l'equilibrio interno, ma viene visto nel contesto dell'esperienze del passato e del presente del paziente, che lotta per crescere e sviluppare le sue potenzialità, la sua individualità in un progetto, che lo vede protagonista responsabile, proiettato nel futuro.