lunedì 22 settembre 2003

***la lettera alla Stampa di Roberta Pugno

(segnalata da Stefania Casule)

La Stampa VIVEREROMA 20.9.03

LETTERE
Quando un film ti emoziona

di Roberta Pugno


Il processo di annullamento
Sono una pittrice di Roma e vorrei intervenire, nel dibattito che si è aperto sul film Buongiorno, notte di Marco Bellocchio. Vorrei affrontare il discorso sul difficile rapporto (che riguarda da vicino anche la mia professione e la mia vita) tra arte, storia e politica, tra soggettività dell’artista e oggettività del mondo esterno. Il film di Bellocchio, a vederlo e a rivederlo, dà emozioni fortissime. Il fatto che sia piaciuto ai giovani e che abbia successo all’estero prova che non è un film di cronaca, né un racconto di un tragico momento della vita politica italiana. L’arte, e Bellocchio è sicuramente un artista, non solo stravolge la storia, ma la può capovolgere. Allora questo film che cos’è? Forse è la storia di un incontro tra due persone diverse, anzi opposte: una giovane donna, razionale, falsamente ribelle, plagiata nel comportamento e nel pensiero da un’ideologia criminale e patologica, ed un uomo saggio, di straordinaria umanità, un uomo incomprensibile. E’ la storia di una trasformazione, e andando ancora più a fondo, si potrebbe dire che il film nasce da un’idea geniale: dare immagini (utilizzando una vicenda nota e complessa come quella del rapimento di Moro) ad una dinamica interumana invisibile, ma molto frequente. È la dinamica che la psichiatria definisce «annullamento» e la filosofia «nientificazione». Ma il racconto va avanti e il finale è davvero una sorpresa... Può succedere che il padre che volevamo uccidere, l’amante che volevamo cancellare, lo psichiatra che volevamo eliminare, non muore; e tu gioisci (ed è per questo che il film di Marco è stato «liberatorio»), perché alla tua violenza l’altro, a volte, reagisce con la vita.