sabato 20 settembre 2003

***Marco Bellocchio questa sera in tv sulla 7 nella trasmissione di Gad Lerner "L'infedele"


La Repubblica 20.9.03

Stasera su La7 "L'infedele" con Marco Bellocchio, dalla rivolta giovanile agli anni di piombo
Lerner: il ´68, il caso Moro, Sofri ritratto di una generazione sconfitta
"Quei 55 giorni del rapimento hanno cambiato il nostro modo di ragionare"
di Silvia Fiumarola


"La generazione del Sessantotto è stata davvero la meglio gioventù?". Con un tema di grande attualità, la rivolta giovanile, raccontato nei film di questa stagione, Buongiorno, notte e, appunto, La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana (oltre a The dreamers di Bertolucci), Gad Lerner, stasera su La 7, apre la nuova serie dell´Infedele. «Non è solo una coincidenza», dice Lerner «che tre film importanti raccontino una generazione. La storia raccontata da Bellocchio mi ha emozionato e rattristato, come mi rattristo sempre pensando a quel passaggio come a un passaggio della mia vita, della consapevolezza. Penso spesso che alcuni di noi sono diventati adulti messi a confronto con la vita di Aldo Moro, giocata crudelmente in quei 55 giorni. Io stavo a Lotta Continua: su quel quotidiano, dove ho imparato a fare il giornalista, fu pubblicato l'appello dei vescovi. Quei 55 giorni hanno cambiato le nostre categorie culturali, il nostro modo di ragionare sulla vita umana, la finalità delle nostre lotte». Da Lerner si confrontano Bellocchio (in studio anche il figlio Piergiorgio, il fratello Alberto, la nipote Violetta), Ernesto Galli della Loggia, Anselma Dell´Olio, Enrico Fenzi, Marcello Flores, Luigi Manconi, Mario Mosca e Michele Brambilla.
Un altro spunto di discussione nella puntata viene offerto da La meglio gioventù. «Per gente come me», spiega Lerner «il film di Marco Tullio Giordana ha il paradosso che, anche nelle parte gioiosa, liberatoria, quella del viaggio a Capo Nord, già si sentiva l'angoscia dell´esito finale. La storia del ´68 italiano è una storia finita male come è simboleggiato dalla fine di Adriano Sofri in galera. Il '68 tedesco, francese, polacco, americano è un´altra cosa. Da noi c'è stato l'incubo degli anni di piombo, che ci costringono a ripensare a quell'esperienza di rivolta senza serenità, con dolore. In Germania il politico più popolare si chiama Joska Fischer, leader del ´68. Tempo fa hanno pubblicato le vecchie foto in cui picchiava un poliziotto: lui ha riconosciuto quella responsabilità, ha chiesto scusa al poliziotto, è rimasto al suo posto. Lo Joska Fischer italiano sta dietro le sbarre nel carcere di Pisa».