martedì 30 settembre 2003

una mostra a Verona: «L'angoscioso ritratto del Novecento»

Il Gazzettino Martedì, 30 Settembre 2003

A Verona una mostra di quasi 200 opere per rappresentare "La creazione ansiosa da Picasso a Bacon"
L'angoscioso ritratto del Novecento
L’emergere della psiche e la frantumazione dell’identità nei quadri di Enson, Schiele, Kokoschka


Verona, nostro servizio
Secondo gli psichiatri l'ansia è "una sensazione di disordine emotivo, uno stato effettivo di disagio che segnala una tensione interna non risolta, o l'apprensione per un possibile evento gravido di pericolo o di minaccia, indefinito e indefinibile". Le conseguenze dell'ansia sono quindi "vaghe paure, senso di colpa, inquietudine, perplessità, pessimismo, bisogno di sentirsi rassicurare". Una mostra a Verona cerca di interpretare queste condizioni ansiogene attraverso una sequenza di 195 opere, molte delle quali di grandi artisti tra fine Ottocento e primo Novecento.

La mostra è suddivisa in capitoli, che peraltro danno l'impressione di pretesti. Ad esempio: l'emergenza della psiche, la narrazione impossibile, la ferita della materia, l'identità frantumata, la crisi del soggetto. In sé la mostra centra il tema, ma appare anche dispersiva e pretenziosa. Nel catalogo Marsilio figura un solo lungo testo del curatore Giorgio Cortenova che, trascurando le opere, disquisisce di deliri, di notti disvelate e di disturbi psichici, citando soprattutto Hoelderling, Artaud, Heidegger, Lacan. La conclusione di Cortenova è che l'ansia e l'angoscia accompagnano buona parte dell'arte moderna. La citazione finale è da Trakl: "Quando l'uomo nasce alla terra / scrosciano di notte / acque azzurre nell'abisso; / gemendo scorge la sua immagine l'angelo caduto".

Lungo il tortuoso percorso di Palazzo Forti, in realtà ben adatto alla tematica della mostra, ci troviamo di fronte ad opere quasi tutte intrise di angoscia. Vediamo "Le maschere e la morte" (1897) di James Ensor, con quei colori acidi che si coniugano perfettamente all'esasperazione tragica del segno. Poi ecco Egon Schiele con alcuni suoi disegni tipici di nudi e soprattutto il dipinto del 1912 "Madre e bambino" di una ossessività allucinata. Gli sta accanto Oscar Kokoschka (siamo sempre nella "scuola di Vienna", cioè nel cuore dell'espressionismo) con due ritratti di una mestizia profonda. Ma compare all'improvviso il Picasso più truce, soprattutto con la "Testa di cavallo", particolare di "Guernica" (1937), ma anche con l'autoritratto del 1972 con quei grandi occhi dalla fissità ipnotica. Il vertice dell'alienazione più tetra è dato dai due dipinti di Francis Bacon, uno dei quali è un curioso "Omaggio a Van Gogh".

C'è anche una sezione ("La ferita della materia") che esaspera la forza in sé della materia pittorica, al di là della rappresentazione. E' il caso di Chaïm Soutine con le sue nature morte dai risvolti antropomorfi; di Georges Rouault, che fa crepitare il colore; di Jean Fautrier con una impressionante testa bronzea del 1942, per metà scavata e deturpata. Asger Jorn rende drammatici i suoi apparenti pupazzi, mentre con Jean Dubuffet colore e segno parlano di per sé un linguaggio che scavalca la rappresentazione (come del resto cerca di fare Alberto Burri con le sue Plastiche rosse e nere). Arriviamo alle più crudeli deformazioni del volto umano con le maschere-feticci di Orlan, che arriva a mutilare se stesso cambiando identità.

La mostra è tutta su questa linea. Ci sono naturalmente gli esempi classici della "Neue Sachlichkeit" con Otto Dix e George Grosz, oltre che rappresentazioni oggettive della realtà, fino ai calchi minuziosi (e rabbrividenti) di John De Andrea. Non trascurato è il versante espressionistico, compresi Permeke e Lorenzo Viani. Ma la caratteristica delle mostre di Cortenova è anche quella dell'inserimento, pur non molto congruo, di opere attuali: ad esempio Carlo Guarienti, George Baselitz, Debora Hirsch, Antonio Violetta, Konrad Klapheck. In tal modo, anche se la mostra da l'impressione di un'estrema incoerenza, la tematica dell'ansia è riportata dall'ieri all'oggi. E il risultato è impressionante.

"La creazione ansiosa da Picasso a Bacon". Verona, museo di Palazzo Forti. A cura di Giorgio Cortenova. Fino all'11 gennaio, da martedì a domenica 9.30-19.30, chiuso lunedì. Biglietti: 9 euro, ridotto 7, scolaresche 4. Informazioni tel. 199199100.