sabato 21 febbraio 2004

depressione

Repubblica "21.2.04
Gli esperti: adolescenti a rischio
"Un italiano su dieci soffre di depressione"


ROMA - Cresce l'allarme depressione: ne soffrono cinque milioni di italiani (l?8% degli uomini e il 15% delle donne). In aumento anche il numero di adolescenti colpiti (il 27,5 per cento del totale). Le cifre sono state fornite ieri a Roma dal presidente dell'associazione Strade, Antonio Picano. Il costo sociale della malattia è altissimo: 15 miliardi di euro all'anno. Gli esperti hanno sottolineato che dalla depressione si può guarire, anche se solo un paziente su tre decide di curarsi.

Repubblica - ed. di Napoli
MA NON CHIAMATELA DEPRESSIONE
di SERGIO PIRO


Una donna, ormai avanti negli anni, deve affrontare la prospettiva di finire i suoi giorni in un istituto per vecchi. Non vi è altra possibilità di assistenza per lei e per suo marito, ancor più vecchio: così dovranno "andarsi a chiudere" insieme. La donna passa alcuni giorni in solitudine. Poi dà corrette istruzioni al portiere, si apparta e si tira alla tempia un colpo di pistola.
La voce corrente sul fatto è: era una malata, una depressa, se avesse preso le pillole di zic-zac non si sarebbe uccisa. Con questo viene negato l'orrore di un'esistenza che vede aprirsi una via obbligata che conduce al gerontocomio e di qui alla tomba.
Ma in un caso come questo la depressione è il chiudersi della vita, non una oscura malattia neurologica; qui la depressione riprende il suo diritto a costituirsi, insieme all'allegria e alla gioia, come insostituibile dimensione dell'accadere umano. Quel colpo di pistola è, probabilmente, una scelta lucida e legittima, non il sintomo di una malattia mentale.
Il suicidio ha significati profondamente diversi nelle culture che si sono succedute nella storia dell'umanità e che sono oggi compresenti nelle diverse contrade della terra. Nella civiltà europea multimillenaria con le sue radici preindoeuropee, indoeuropee, pagane, la tematica del suicidio va più chiaramente delineando in età classica (greca, romana, celtica): in quel mondo il suicidio non compare come sintomo, ma come decisione: sovente la decisione di un saggio per salvare la sua libertà, la sua integrità morale, la sua coerenza; altre volte il consenso al destino o una superiore ironia (Petronio); molto più raramente il senso di colpa o l'incontro con la punizione.
La nostra epoca considera invece il suicidio come una malattia, seguendo in questo e però svilendo la tradizione cristiana che fa del suicidio in primo luogo un peccato contro Dio. Circolano infatti una serie di proposizione fuorvianti: non occorre un'analisi scientifica per comprenderne la falsità e la tendenziosità. Nella mentalità corrente, alimentata dai mass-media, propagata per luoghi comuni e fortemente potenziata dall?industria globalizzata degli psicofarmaci, il suicidio è un sintomo di malattia mentale; la malattia prevalente è la depressione e sono depressi quasi tutti quelli che si suicidano; chi si suicida è un depresso; tutti i depressi debbono prendere gli antidepressivi.
No: il suicidio solo minoritariamente (dal 10 al 20 per cento a seconda delle statistiche) è segno di patologia mentale; la depressione è una normale reazione alle vicende dell'accadere e solo in piccola percentuale fa parte delle patologie mentali. Il suicida ha diritto al rispetto delle sue scelte che non possono essere nè negate, nè svalutate e considerate come pazzia. E per i vecchi il diritto a porre fine alla proprie sofferenze può creare disaccordo (dei credenti per esempio), ma non deve esprimere aborrimento.
Per chi è molto vecchio, questa libertà di scegliere è una garanzia di umanità.

Yahoo Notizie 21.2.04
PSICHIATRIA: DEPRESSIONE, IN ARRIVO CURE PIU' SEMPLICI


(ANSA) - ROMA, 21 FEB - Cure piu' semplici ed egualmente efficaci per molti malati di depressione che tendono ad abbandonare le medicine. Le ha annunciate il professor Maurizio Fava, psichiatra alla Harvard Medical School di Boston, in questi giorni in Italia per il congresso di psicopatologia. Quasi il 50% dei malati di depressione lascia nei primi due mesi le cure - ha spiegato Fava - e non rispetta le indicazioni mediche''. Tra pochi giorni, ha spiegato l'esperto, sara' reso disponibile anche in Italia un farmaco antidepressivo che ha la particolarita' di dissolversi in bocca.
La nuova formulazione del farmaco (a base di mirtazapina) è già in uso negli Stati Uniti e nei principali paesi europei ed è stata sviluppata allo scopo di favorire una maggiore adesione alla terapia.
Il fenomeno dell'abbandono delle terapie antidepressive, sembra essere generalizzato e interessare diverse malattie: secondo una vasta ricerca condotta dalla Boston Consulting Group su 13.553 pazienti cronici la depressione risulta tra le patologie che registrano una minore adesione al trattamento, con una percentuale di mancato rispetto delle prescrizioni mediche, che puo' arrivare fino al 50%.
''Almeno 4 pazienti su 10 - ha aggiunto Fava - pensano al suicidio e la depressione è il fattore di rischio più significativo''.
La depressione si conferma sempre più come la malattia dei nostri tempi e sembra destinata soprattutto nei paesi industrializzati a crescere anche per effetto del progressivo invecchiamento della popolazione. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanita', sono infatti circa 121 milioni le persone nel mondo che soffrono di depressione. Quanto all Italia la depressione colpisce circa il 18% della popolazione (20% donne, 12% uomini), con un incremento significativo per coloro che hanno piu' di 65 anni. (ANSA).

Repubblica Salute
Psicopatologia della vita quotidiana


"Psicopatologia della vita quotidiana nel XXI secolo": un titolo impegnativo per il convegno che si è svolto a fine gennaio a Roma (ospedale Forlanini) e promosso dalla Società Italiana di Psichiatria (Lazio), l’Irep (Psicoterapia Psicanalitica), Isp (Studio Psicoterapie), Dipartimento Salute Mentale Asl D di Roma. Dal fanatismo kamikaze allo stress, depressione, sport, corpo, coppia, cinema e psiche.

La Gazzetta del Sud 21.2.04
E secondo un sondaggio è in costante aumento il numero di donne vittime di omicidi tra le mura domestiche
ALLARME DEPRESSIONE, NE SOFFRONO CINQUE MILIONI DI ITALIANI
di s.s..


ROMA – Per comprendere meglio il «pianeta depressione» in Italia occorre un'agenzia nazionale della salute mentale con priorità per la depressione, una patologia che colpisce il 15% delle donne e l'8% degli uomini. Complessivamente sono circa cinque milioni gli italiani depressi, una malattia biologica dovuta alla prolungata esposizione allo stress, con una forte componente genetica. Il costo sociale è elevatissimo pari a quindici miliardi di euro ogni anno (1% del Pil). È la seconda malattia più diffusa dopo le malattie cardiovascolari. La fotografia della depressione è stata scattata dal presidente di Strade (l'associazione onlus), lo psichiatra Antonio Picano dell'azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma durante un convegno dove è stato presentato il «progetto 3%» mirato a un quartiere di Roma (50 mila abitanti) per il trattamento delle patologie depressive, un network e un progetto in tre anni per arrivare a trattamenti mirati sui pazienti depressi. «I pazienti hanno spesso sintomi che non sono riconosciuti come depressione e vengono trattati impropriamente con ansiolitici, occorre quindi intercettarli e curarli come depressi e monitorare coloro che si rivolgono eccessivamente al medico di famiglia e al pronto soccorso», ha detto Picano, sottolineando che il 20% di tutti i ricoveri ospedalieri sono dovuti proprio alla depressione. Sulla depressione è stato presentato un progetto di legge Burani-Naro che prevede la differenziazione del trattamenti dei vari pazienti con malattie psichiche. Intanto, è in costante crescita il numero di donne vittime di omicidi tra le mura domestiche. Tra il 2000 e il 2002 i casi registrati, che vedono come autori coniugi, conviventi ed ex-partner, sono aumentati del 19,6%. Nel 2003, le vittime in Italia sono state 96, il 4,2% in più rispetto all'anno precedente. Sono questi i dati forniti dall'Eures, nel corso della presentazione del calendario delle donne 2004, dedicato a Marie Trintignant, l'attrice morta nell'estate scorsa dopo essere stata picchiata dal compagno. Mentre gli omicidi in famiglia diminuiscono (-10,9% nella totalità, -2,9% quelli che vedono vittime donne, ma avvenuti in relazioni familiari ma non di coppia), la crisi riguarda particolarmente i rapporti tra mogli e mariti. I moventi principali dei novantadue casi avvenuti nel 2002 sono risultati essere quelli passionali causati da separazioni sofferte (43,5%), assieme a liti e dissapori (25%). Autori dei delitti sono coniugi o conviventi (64,1%), partner o amanti (16,3%), ex non rassegnati alla rottura dell'unione (15,2%). Le regioni italiane più colpite dal fenomeno sono quelle settentrionali (54,3%), mentre nel Sud si è registrato il 28,3% di casi. Le vittime sono per lo più donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni (30,4%).