martedì 17 febbraio 2004

una dichiarazione di Marco Bellocchio all'Humanité

Humanité 16.2.04
Libertés Marco Bellocchio
Le réalisateur de Buongiorno, notte (consacré à l'affaire Aldo Moro) a réagi à l'emprisonnement de Cesare Battisti:


" Je ne connais pas Cesare Battisti, je ne l'ai jamais rencontré, je ne l'ai pas lu et je n'ai pas suivi cette affaire. Sur le fond, je pense que quand quelqu'un a commis des homicides, même il y a longtemps, il doit être puni, mais le fait est que Battisti dit ne pas en avoir commis. Par ailleurs, la tradition veut que, quand il y a eu une guerre, au bout d'un certain temps, il y ait amnistie. À la fin de la Deuxième Guerre mondiale, les vainqueurs ont offert une amnistie. Le problème est qu'il renaît en Italie une forme de terrorisme, donc on pourrait dire que la guerre n'est pas finie. Mais cette forme de terrorisme est très différente de celle des années soixante-dix. Les protagonistes sont en dehors de l'histoire, donc je ne pense pas qu'ils devraient être punis pour l'éternité. Il faut regarder de l'avant, pas adopter le principe de la vendetta. "

(Recueilli par Jean Roy)

il caso Cesare Battisti
BellaCiao.org martedi 17 febbraio 2004 :
Parigi: la manifestazione per Cesare Battisti
  

Dalle 17 - ma si sono in seguito aggiunte molti altri - una folla di circa quattrocento persone si è radunata davanti al carcere della Santé, per manifestare il proprio rifiuto all'estradizione di qualunque rifugiato politico italiano arrivato in Francia dopo gli anni Ottanta. Cesare Battisti si trova per l'appunto improgionato alla Santé, sotto richiesta di estradizione dall'Italia.
Annunciato dapprima come semplice conferenza stampa, il concentramento ha avuto luogo su boulevard Arago all'incrocio con rue de la Santé, ed è stato aperto dagli interventi di Alain Krivine (deputato europeo LCR-trotskista), Noël Mamère (Verdi) e dall'avvocatessa de Felice, appartenente alla Lega dei Diritti dell'Uomo, che difende Cesare. Philippe Sollers (autore Gallimard) ha in seguito preso la parola. Componevano l'assembramento scrittori e intellettuali di diversa estrazione (tra cui Tahar Ben Jalloun, il regista Yves Boisset, l'architetto PC Castro) insieme a una folta rappresentanza di editori, giornalisti, semplici militanti, rifugiati politici italiani (tra cui Oreste Scalzone) che indossavano gli adesivi "Libérez Cesare". Erano presenti anche gruppi più o meno radicali che contestano la carcerazione e il sistema repressivo.
I manifestanti sono rimasti più di due ore a scandire slogan di solidarietà con lo scrittore italiano, in modo che, se anche Cesare non avesse sentito, i cori raggiungessero comunque gli altri detenuti.
Cinque deputati, Krivine e tre parlamentari Verdi e un senatore del PC, sono riusciti, secondo i poteri di cui dispongono per legge, a fare ingresso nel carcere, ma il ministro della Giustizia ha loro illegalmente interdetto l'incontro con Cesare. Tra la folla, striscioni di sostegno alla causa di Cesare, un'enorme bandiera contro il sistema carcerario e la prima pagina del quotidiano l'Humanité (giornale del Partito comunista) che titolava a caratteri cubitali "Libérez Battisti !".
[...] Al termine della manifestazione, la sensazione generale è stata che il governo francese abbia compiuto una mossa azzardata e non priva di rischi.
Giovedì, alle 14.30, la Lega dei Diritti dell'Uomo terrà nella sua sede una conferenza stampa. Alle 20.00, presso il CICP (locale di incontro tra militanti) verrà proiettato il film CESARE BATTISTI, RESISTANCES.
Il comitato di solidarietà a Cesare continuerà a organizzare azioni di sostegno, in vista del 3 marzo, data dell'udienza sulla richiesta di scarcerazione.
Cesare libero! Nessuna estradizione degli esuli italiani!

Parola di presidente

Nel caso Cesare Battisti è in gioco il valore della parola data da un presidente della repubblica a nome di tutta la Francia. Nella migliore tradizione umanista francese, François Mitterrand si impegnò a dare asilo politico ai militanti politici italiani che avessero esplicitamente preso le distanze dai metodi violenti. Ma se è troppo chiedere all'attuale inquilino dell'Eliseo di mantenere quella promessa, che almeno si attenga alla sentenza della corte d'appello di Parigi, che ha dichiarato Cesare Battisti non estradabile.

Libération, Francia
http://www.liberation.fr/page.php?Article=179305


http://www.carmillaonline.com/archives/2004/02/000624.html#000624