una segnalazione di Francesca Testa e di Sergio Grom
Repubblica ed. di Roma 18.3.04
La Roma di Maya Sansa, la giovane attrice emersa con Bellocchio e Giordana
"La mia meglio gioventù? Nei vicoli di Trastevere"
È al liceo Virgilio che ho imparato ad amare il teatro, perché ci fu un supplente di lettere che iniziò a farci leggere Shakespeare
Qualche volta converso anche in un locale interno di piazza S. Maria in Trastevere. E lì intorno si può passeggiare bene
di RODOLFO DI GIAMMARCO
«Sono nata al Fatebenefratelli, sull´Isola Tiberina. La gioventù l´ho trascorsa con mia madre a Trastevere, prima in casa di mia nonna (che ricordo come casa più di qualunque altro luogo) e poi, tranne una parentesi a Bologna, in abitazioni di amici. Se ci penso, quegli esodi e quelle ospitalità tutte nell´area d´uno stesso quartiere dal volto così popolare mi danno l´idea d´aver vissuto in un villaggio. Un villaggio dove s´incontrano persone in continuazione, dove si va in bicicletta, dove il cielo di Roma ha un rapporto particolare coi palazzi, con le architetture che riflettono sempre in modo strano e intenso la luce. E per me quest´orizzonte s´estende fino alla zona di Via Giulia dove andavo a scuola, al Virgilio. Ci fu un breve periodo di insediamento a Greccio, in campagna, e poi un bel giorno, avrò avuto cinque anni, io e mia madre abbiamo messo piede in una casetta tutta per noi, 18 metri quadrati a San Saba, in Via Giovanni Miani. Sarà stata una sfortuna ma lì, all´epoca, la gente non era molto comunicativa, e mamma non trovò amici sinceri».
«La tappa seguente, quando compii 8 anni, fu una casa che ci comprò nonna: 45 metri a Via delle Mura Ardeatine con un grande terrazzo. Personalmente ci ho trascorso dieci anni, perché poi dai miei 18 ai miei 24 ho avuto per base Londra, dove ho studiato, mi sono formata. Finché un´occasione inaspettata, i provini e una scrittura offertami da Bellocchio nel '98, m´ha fatto tornare in Italia. Mantenendo ancora un piede in Inghilterra, sono andata su e giù, e da marzo del 2000 mi sono ritrasferita a Roma abitando per conto mio al Testaccio, a Monteverde Vecchio (bellissimo quartiere, una scoperta), in casa di amici miei al centro storico e finalmente a Via Monte del Gallo con la quiete di una strada lontana dal chiasso, col portone su una scalinata?».
È irrequieto e nomade, è saltuario e temperamentale, il rapporto di Maya Sansa con Roma. La pirandelliana Annetta de La balia di Bellocchio, la benzinaia lesbica di Benzina della Stambrini, l´isolana energica de La meglio gioventù di Giordana e la terrorista implicata nel sequestro di Moro in Buongiorno, notte ancora di Bellocchio è una donna di madre italiana e di padre iraniano (conosciuto a 15 anni), una cittadina del mondo dotata di fervore stoico, di sensitività raggiante. Una che ama l´ambiente dello spettacolo grazie a un´educazione teatrale ricevuta proprio nella nostra città. «Sì, è al liceo che ho imparato ad amare il teatro, perché ci fu un supplente di lettere che iniziò a farci leggere Shakespeare e Beckett. E io, appartenente a una generazione che aveva appreso molto da una tv ancora (altri tempi) basata su programmi culturali, avevo fin lì una bella curiosità per gli aspetti visivi dell´arte, una curiosità che s´orientò agli scenari e alla pratica d´un teatro messo in cantiere al posto dell´ora di religione. A 15 anni facevo quest´esperienza di pomeriggio al Virgilio, e s´andava da cose alternative all´Aminta del Tasso. Il passo successivo, a 17 anni, fu il laboratorio di Cristiano Censi e Isabella Del Bianco al Teatro dei Cocci, e lì tutti m´incoraggiarono».
Tanto che fece il grande salto, andò a studiare inglese a Cambridge e s´iscrisse alla Guildhall School of Music and Drama di Londra, dove il corso durava tre anni, e si misurò col Bardo, con Cechov, Ayckbourn, Pinter, sorprendendosi che dall´Italia (grazie all´amico Andrea Di Stefano che l´aveva segnalata al casting) la convocassero mentre stavano cercando il volto adatto per "La balia" di Bellocchio. Andò tutto bene. Saltò 11 settimane del corso londinese. Lavorò sul set di Frascati, a Villa Parisi. Scrupolosa, tornò poi a Londra a frequentare sino al termine l´accademia. E dal marzo 2000 ritornò ad essere romana.
«Mettendo Trastevere al primo posto, le emozioni maggiori me le danno i ponti, l´Isola Tiberina, o anche San Lorenzo, e per certi versi l´Aventino. Roma mi dà gioie e dolori. La conosco girando in motorino solo da tre anni. La riconosco come un luogo d´affezione, come il terreno dove affondano le mie radici. Anche se i miei principali cambiamenti sono avvenuti, per una questione d´età, a Londra». È un misto di passionalità di indole e di pacatezza di modi, Maya Sansa, da far supporre che la "sua" Roma sia poco traducibile in mappe, in svelamenti, in dichiarazioni d´appartenenza. E invece?
«Mi faccia riflettere. Dove vedo più volentieri gli altri? Forse al Bibli: ideale, quieto, accogliente. E lì intorno si può passeggiare bene. Qualche volta converso anche in un locale interno di Piazza Santa Maria in Trastevere. La cultura del mangiare? Non so, forse tradisco Roma. Vado matta per i cibi delicati, per il sushi a Via dei Serpenti, a Via degli Scipioni, e a Via Regina Margherita. Lo so che fa tendenza, ma io ci vado in tuta e scarpe da ginnastica. Mi spiace un po´ constatare che è una faccenda élitaria, che i prezzi non sono sempre accessibili a tutti. Ma ho avuto anche un legame con la tradizione gastronomica: andavo da Augusto a Piazza Renzi in Trastevere, e vado al Ditirambo e al Grappolo d´Oro a vicolo de´ Bovari. Dove vado a fare i miei acquisti? Al mercato sotto casa, che affaccia su Via della Cava Aurelia. Scelgo solo in due bancarelle, vado per simpatia, non guardo i prezzi. Ah, ho un debole: non posso fare a meno delle tisane e delle creme biologiche Neal´s Yard Remedies a Via della Reginetta (anche per fare due passi). Non ho l´ossessione del biologico ma ho gusti leggeri. E allora viva l´Albero del Pane a Via S. Maria del Pianto dalle parti di Via Arenula. Sono pigrissima per l´abbigliamento. Devo chiedere a tanti amici dove andare».
Ma si sente romana, Maya Sansa? «Temevo questa domanda. Ora vado e vengo da Parigi. Da un anno. E ho deciso col mio compagno francese di stare più lì (vicino Montmartre) che qui. Ma le potrei rispondere che adesso ho vissuto in Toscana per il film "Contro natura" di Alessandro Tofanelli dove ero una donna del bosco di San Rossore e riandrò in Toscana per essere una donna anni Trenta sempre proveniente da San Rossore in Una relazione di Carlo Mazzacurati». Eppure questa sensibile attrice col volto solcato da storie lontane ha un fatalismo anche romano, un´ironia anche romana, una smania anche romana.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»