lunedì 5 aprile 2004

la storia antica nelle scuole

Corriere della Sera 5.4.04
Follia e saggezza, i «tesori» dell’agorà di Atene


Il periodo storico delle civiltà greca e romana è uno tra i più affascinanti che io abbia studiato. Provo a dare qualche accenno del perché, sperando che le mie divagazioni non siano troppo azzardate. Innanzitutto per le divinità, dotate di una umana follia o di una altrettanto umana saggezza. Per i miti che alla religione politeista fanno da corollario, da Narciso a Edipo: attraverso la rappresentazione fantastica ci aiutano tuttora a capire qualcosa di noi stessi. Per la modernità di alcuni aspetti sia culturali che politici, così come per le intuizioni e la sistematicità nello studio delle scienze. La geometria è ancora in larga misura euclidea, il diritto romano continua a far sudare gli universitari. Eratostene con un paio di meridiane misurò la circonferenza terrestre, ottenendo un risultato così preciso che il margine di errore risulta intorno all’1 per cento. Le filosofie più analizzate? La platonica e l'aristotelica. E come scordare la letteratura: chi in preda a crisi romantiche non ha citato seppur inconsapevolmente il «dammi mille baci» di Catullo? Purtroppo arrivarono i Macedoni per i greci, e per i romani il fatidico 476, e iniziò il Medioevo. Nonostante la maggiore vicinanza temporale, con i medievali invece non mi ci sono riconosciuta. La consapevolezza dell’importanza per la nostra identità dei contributi classici non nasce da un giorno all’altro, cresce con lo studio ripetuto dalle elementari alle superiori, ogni volta con un maggiore approfondimento. La mia sorellina entra ora alle medie e la storia greca l’ha fatta a 8 anni. Dopo aver letto le nuove indicazioni nazionali per i piani di studio, che non prevedono lo studio della storia antica alle medie, supplico in ginocchio: fatele studiare l’agorà di Atene prima di torturarla con la liberazione del Santo Sepolcro.