domenica 2 maggio 2004

«Cubismo, rivoluzione e tradizione»
una mostra che si prepara a Ferrara.
(un'anteprima di Simona Maggiorelli)

quotidiano EUROPA, sabato 1 maggio
IL CUBISMO IN MOSTRA A FERRARA
di Simona Maggiorelli


info: www3.comune.fe.it/mostre

L'onda lunga di una delle ultime, e più importanti, rivoluzioni che hanno attraversato l'arte europea. In palazzo dei Diamanti a Ferrara, dal 3 ottobre, la storia dell'innovazione radicale apportata dal cubismo. Attraverso un centinaio di opere, l'affascinante passaggio da una pittura come mimesi e riproduzione fedele del reale, a una pittura che è espressione e sintesi di un vissuto interiore del pittore nel rapporto con il mondo. Non più descrizioni, più o meno ispirate, di paesaggi e cose in dettaglio. Ma linee, cubi, triangoli, cercando di sfondare la superficie degli oggetti rappresentati alla ricerca di strutture più nascoste e profonde. Depositando su tela la traccia interiore, che rapporti e esperienze hanno lasciato nella psiche dell'artista. Un'avventura dell'arte iniziata nel 1908 quando Braque e Picasso dettero il la al movimento, a partire da un'opera decisiva come le "Demoiselles d'Avignon", quadro laboratorio, di lunga e tormentata
esecuzione in cui Picasso, sviluppava la lezione di Cézanne, scomparso un anno prima, fra suggestioni di arte africana e primitiva e molta ricerca sui volumi, sulla scomposizione delle forme. Intorno agli studi che portarono a quest'opera di importanza nodale la mostra ferrarese aggrega un centinaio di capolavori: opere dei fondatori, Picasso, Braque, Léger e Gris e di artisti che aderirono al movimento, come Gleizes, Metzinger e Dufy, ma anche di pittori e scultori che furono influenzati dal cubismo, da Duchamp a Mondrian. La mostra, anticipano i curatori, documenterà come i cubisti attuarono la loro rivoluzione a partire dai soggetti e dai generi della tradizione, come il ritratto, il paesaggio, la natura morta. Così all'inizio del percorso ci saranno i primi ritratti cubisti firmati da Braque e Picasso di una serie di personaggi del loro entourage, di donne amate, come la bella Fernande che Picasso ritrasse nel famoso "Donna con il vaso di mostarda" del 1910. A testimonianza dei mutamenti che rapidamente andava subendo l'anatomia delle figure. E tra le opere più significative degli anni Dieci, perlopiù quasi monocromi, uno dei quadri più riusciti di Leger, "Nudi nella Foresta". Al centro della sezione dedicata alla natura morta cubista, una scultura policroma di Henri Laurens, "Bottiglia di rum", mentre uno spazio importante sarà riservato ai papiers collé, invenzione con cui i cubisti sovvertirono ogni regola di rappresentazione. Fra i filoni collaterali e niente affatto marginali, i lavori che i cubisti fecero per il teatro, composizioni di gruppo, tra cui il monumentale "Rugby" di Lhote e, a chiudere il percorso, un'insieme di opere risalenti all'ultima stagione del movimento quando, alle soglie degli anni Venti, ancora Gris riusciva a distillare in stile cubista opere interessanti come "Chitarra e fruttiera".