lunedì 10 maggio 2004

omicidi in famiglia
i nuovi dati Eurispes

Repubblica.it 8.5.04
Eurispes: un omicidio ogni due giorni fra le mura domestiche
Da maggio ad agosto 2003 il 28% in più rispetto al 2002
Aumentano i delitti in famiglia
Uomini uccidono più delle donne

La convivenza matrimoniale è il terreno più fertile
Gli psichiatri: "Il raptus non esiste, è l'epilogo di un percorso"


ROMA - Un delitto in famiglia ogni due giorni. E in due casi su tre, ad uccidere è un uomo. Così come è avvenuto per la studentessa trovata morta in auto, uccisa forse dal nonno, e per la donna assassinata nel reggiano dal figlio. I dati arrivano da un'indagine dell'Eurispes, relativa al secondo quadrimestre del 2003, elaborata su numeri della Criminalpol.
Nel complesso, da maggio ad agosto sono stati registrati 257 omicidi, ben il 21,8 per cento in più rispetto al quadrimestre precedente. E gli omicidi maturati all'interno della coppia e dei rapporti familiari sono passati da 49 a 55, registrando una crescita del 12 per cento. Nel periodo interessato i tentati omicidi sono stati 23, di cui dieci di coppia.
La maggior parte degli omicidi, 39 su 55, è avvenuta all'interno della coppia. In 30 casi, l'omicida è stato l'uomo. Record al Nord: 26 omicidi su 55. A livello regionale, spicca la Lombardia (21), seguono il Lazio (9), l'Emilia Romagna (5), la Liguria (4). Roma e Milano sono le città dove si registra il maggior numero di omicidi, rispettivamente 5 e 6.
Secondo l'istituto di ricerca, la convivenza matrimoniale è il terreno più fertile nel quale matura la possibilità di uccidere il partner e, talvolta, anche i figli. Alcune volte la molla che fa scattare la violenza è la scoperta di un tradimento o la non accettazione della separazione. In atri casi, si è registrata una situazione di conflittualità preesistente o disagi economici.
"E' proprio fra le mura di casa che si consuma la maggior parte degli omicidi", osserva il presidente della Società italiana di psichiatria forense, Giancarlo Nivoli. E secondo il parere di alcuni psichiatri le cosiddette "tragedie della follia" non arrivano mai all'improvviso. Per Nivoli, ad esempio, "ogni delitto è scatenato da una costellazione di fattori che agiscono insieme, come un'orchestra".
"Il raptus non esiste" anche secondo lo psichiatra Tonino Cantelmi, dell'università Gregoriana di Roma. Esiste invece "una lunga catena di dolore e sofferenza che non viene intercettata e che a un certo punto si spezza". Saper riconoscere questi segnali e poter chiedere aiuto, ha aggiunto Cantelmi, farebbe evitare molti dei delitti in famiglia.