mercoledì 26 maggio 2004

Pontormo

Repubblica - Firenze 26.5.04
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Esce il film con Joe Mantegna girato a Firenze
Ritratto di Pontormo paladino della libertà


Con un occhio alla verosimiglianza storica e uno all´appeal cinematografico, il regista Giovanni Fago ha dato al protagonista del suo «Pontormo», in uscita venerdì al Variety, la bella faccia stropicciata di Joe Mantegna e l´eroismo dignitoso di un paladino della libertà di pensiero nella Firenze medicea del 1555, stretta tra gli ultimi soprassalti della peste, l´ortodossia ossessiva della Santa Inquisizione e il profumo eretico degli insegnamenti di Savonarola. Così, mentre si macera sul grande affresco del Giudizio universale nel coro di San Lorenzo, il pittore trova la forza e il tempo di testimoniare a favore di un´esule fiamminga accusata di stregoneria; proprio lui, che le cronache dei contemporanei e le pagine del suo diario ci hanno descritto come un cupo misantropo e un lavoratore compulsivo, concentrato con uguale ostinazione sul raggiungimento della perfezione artistica e sui propri mal di pancia. «Il tema di base di questo film - spiega il regista - è la libertà di pensiero, perché quando si parla di storia si parla sempre di storia contemporanea, e oggi non esiste argomento più attuale. Ma è anche il ritratto di un artista che è l´esatto contrario di tanti personaggi, noti e meno noti, che ci circondano: schivo, non competitivo, libero. Il rapporto con Anna Hals, la giovane donna muta che Pontormo usa come modella e che difende al processo, è ovviamente una licenza fantastica, ma tutto sommato fedele alla sua personalità». «E´ la prima volta che mi capita di confrontarmi con un personaggio senza parola - gli fa eco Galatea Ranzi, che nel film interpreta Anna - Durante le riprese, ho incentrato il mio lavoro sul rapporto artistico tra uomo e donna, sulla creatività a due. Oggi mi colpisce soprattutto l´accento sulla libertà di culto. Sono due delle possibili chiavi di lettura di un film che ha più significati, ma tutti espressi con grande limpidezza». (b.m.)