sabato 12 giugno 2004

archeologia:
Atlantide

La Stampa 12.6.04
LA SCOPERTA DI UN RICERCATORE TEDESCO
Atlantide riemerge a sorpresa in Andalusia
«Le foto scattate dal satellite coincidono con le descrizioni nei Dialoghi di Platone»
d Gian Antonio Orighi


MADRID Atlantide? E’ vicino a Cadice. Il mitico continente, reso immortale da Platone nei «Dialoghi» e costantemente riscoperto (alle Canarie come a Santorini), sarebbe stato localizzato grazie a un satellite in Andalusia nel golfo di Cadice. Più precisamente nelle maremme di Hinojos, a fianco del fiume Guadalquivir e della celebre Doñana, la più importante area protetta d'Europa. Parola di Rainer Kuehne, professore all'università tedesca di Wuppertal, che ha pubblicato la scoperta sulla rivista online inglese «Journal of Antiquity».
La descrizione classica dell’acropoli di Atlantide e le immagini del satellite «Eurosat» combaciano alla perfezione. Il filosofo, nella sua opera del 350 a.C, descrive con precisione, in 50 righe, l'allora paradisiaca e potentissima metropoli, situata, secono il mito, al di là dello Stretto di Gibilterra: «I discendenti di Atlante fondarono una città nell'isola principale, ricchissima di risorse naturali. Nel suo intorno, c'era una vasta pianura. Poi Poseidone, il dio del mare, costruì tre anelli di pietra pieni d'acqua intorno alla residenza della dinastia reale, e due templi, e all'interno un santuario».
Le istantanee satellitari, riprese per un rilevamento del Sud della Spagna, mostrano proprio le strutture rettangolari dei resti di due giganteschi edifici, uno dei quali potrebbe essere quello del santuario di Poseidone. Non solo: ci sono anche frammenti dei cerchi concentrici che avrebbero circondato il tempio, che secondo la leggenda tramandata da Platone aveva il tetto d'avorio, era ornato d'oro e aveva pareti d'argento.
«La disposizione delle costruzioni e le loro misure coincidono con quanto ha tramandato il filosofo - assicura, entusiasta, Kuehne -. Atlantide dev’essere stata sommersa a causa di un’inondazione prodotta da un maremoto, probabilmente tra l'800 e il 500 a.C.». E aggiunge: «Seguendo questa interpretazione, la zona si è poi trasformata in una baia durante l'epoca dell’impero romano, fino a Siviglia. Più tardi, nel Medio Evo, la zona si è trasformata in una vasta maremma, l'attuale parco di Doñaña».
Ma il pensatore parlava di «isola» e invece l’area di Hinojos è nella terraferma. E inoltre le misure della città scomparsa non collimano. «Nessun problema - aggiunge lo studioso -. Platone usò l’espressione isola, ma dev’essere intesa come zona costiera. E descrive un’”isola” di 925 metri di diametro, circondata da strutture circolari. Però potrebbe aver sottostimato le vere dimensioni di Atlantide: l'antica unità di misura potrebbe essere stata un 20% maggiore di quella descritta». Una affermazione, questa, che porta a un'ulteriore analogia: tarando i 925 metri, si scopre che uno dei due edifici corrisponde con uno dei rettangoli fotografati da «Eurosat», vale a dire il tempio di Poseidone. Ma non è finita. Le montagne, pennellate nel racconto del pensatore, potrebbero essere quelle della Sierra Morena e della Sierra Nevada, che sovrastano le maremme. E nella Sierra ci sono ricche miniere di rame.
Comunque, come in ogni giallo storico, c'è la polemica. Secondo il quotidiano madrileno «Abc», in realtà, le foto del satellite sarebbero state rese note dallo studioso spagnolo Georgeos Díaz-Montexano, il quale le aveva comprate da «Eurosat». Lo studioso teutonico, insomma, si sarebbe giovato delle immagini dello spagnolo, che docente universitario non è, per plagiare tesi non sue. Vero o falso? Sta di fatto che Kuehne ringrazia Díaz-Montexano «per avergli mostrato le immagini».