martedì 22 giugno 2004

la cultura greca fuori dalla Costituzione europea

La Gazzetta del Sud 22.6.04
La Costituzione ignora anche la filosofia greca
LE “RIMOZIONI” EUROPEE
di Giovanni Morandi


E così Tucidide l'ateniese è uscito dalla Costituzione europea (era citato nel penultimo preambolo, è scomparso nell'ultimo) non per eccesso di vetustà semmai, viene il sospetto, per il suo contrario, perché il suo nome avrebbe potuto creare imbarazzi non solo per le allusioni al passato prossimo ma più ancora per quelle al presente. È singolare il percorso che ha fatto la censura dei compromessi, che non ha aggiunto nulla al testo di dicembre ma lo ha amputato di parti, che se lette in successione hanno un loro significato, perché fanno riferimento ai temi del grande duello tra Atene e Sparta, tra società aperta e totalitarismo, tra democrazia – non è forse una parola mutuata dal greco antico? – e oligarchia. Troppo facile pensare al dissolto impero del Male, come lo chiamava il vecchio Reagan, e il confronto tra antico e attuale fa rischiare l'incidente diplomatico se, sia pure per un attimo, si associa il Tucidide della “Storia” a qualche slogan sgangherato di Bush, quando parla di guerra per esportare democrazia. Noi «serviamo da modello piuttosto che imitare gli altri». «Abbiamo forzato tutti i mari e tutte le terre ad aprirsi alla nostra audacia. Abbiamo lasciato ovunque monumenti perenni del bene e del male che abbiamo fatto», che nient'altro ci paiono che pericolose teorizzazioni di un ideologo dell'imperialismo democratico. E se così fosse e non fossero questi solo notturni pensieri di luglio, allora viene il sospetto che le censure dei compromessi abbiamo seguìto il criterio della troppa attualità piuttosto che quello dell'eccesso di storia antica. È vero, ricordare, soprattutto se si è inclini all'oblio, può riservare delle sorprese e far scoprire radici, che è meglio far finta che non esistano. Forse a questo principio sono stati sacrificati i riferimenti oltreché alla democrazia di cui parla l'ateniese anche alla civiltà ellenica e romana. Eppure 2400 anni fa nella cosiddetta guerra del Peloponneso raccontata dallo storico cassato c'erano già tutte le risposte ai dubbi che ci tormentano oggi, compreso il perché si debba a volte usare la forza, perché al più forte spettino più privilegi ma anche più doveri, perché nulla dura, nemmeno la vittoria, e perché, come gridano gli abitanti di Corinto, «gli ateniesi sono nati per non dar pace a se stessi e per non darla agli altri». Perché è delle democrazie e delle società aperte sottoporsi alla tirannide dell'interrogarsi. Con tutto quel che ne consegue. Ma chiedere questo alla vecchia Europa sarebbe troppo, meglio una vita modesta ma tranquilla.