domenica 6 giugno 2004

Marco Bellocchio uno e due

Repubblica, ed. di Roma 5.4.04
VILLA DE SANCTIS
"Passeggiate romane" apertura con "Paisà"


Quasi a celebrare i dieci anni di attività, inaugurati con una memorabile proiezione di «Roma città aperta» in via Montecuccoli al Pigneto, «Passeggiate romane» inaugura questa sera il programma dell´attività 2004 ancora con Rossellini e con le storie capitoline legate al drammatico periodo della II guerra mondiale. Alle 21 a villa de Sanctis, in via Casilina 675, quartiere Torpignattara, saranno infatti proiettati con ingresso libero «Paisà» di Roberto Rossellini e, a seguire, «Roma città libera» di Marcello Pagliero. Il primo, come noto, è un film in sei episodi che racconta l´avanzata degli alleati attraverso l´Italia. Il film di Pagliero invece è un generoso tentativo di contaminazione fra impegno civile e commedia, tutto ambientato in una Roma notturna e stravolta, appena liberata.
Anche quest´anno «Passeggiate romane» organizzata con il Comune, proporrà una serie di film nei luoghi dove sono stati girati, per un simbolico raffronto fra realtà e fiction. Dal 15 giugno con tappa a Valle Giulia sono previsti fino altri cinque appuntamenti che prevedono anche la partecipazione di numerosi registi: Bertolucci, Bellocchio, Maselli, Vancini, oltre a due omaggi dedicati a Gian Maria Volontè e Enrico Maria Salerno.

Le Monde Diplomatique maggio 04
una nuova rivista di cinema ha aperto con Marco Bellocchio

EIDOS, Numero zero, (www.eidoscinema.it), aprile 2004, 35 euro l'anno in abbonamento


Far lavorare l'immagine come attivatrice di coscienza e non come «assassina» di anima e pensiero. Con questo intento nasce Eidos, una nuova rivista di cinema, psyche e arti visive dall'intento divulgativo.
Per chi lo richiede, il numero zero è gratis. Nel sommario, interviste e percorsi «nei film» d'impegno come Buongiorno Notte di Marco Bellocchio, ispirato al sequestro Moro. Per Lella Ravasi, è nella poesia della Dickinson e nei sogni di Chiara che sta la lettura più profonda del film: «una possibilità di stare nel buio eppure guardare altrove».
Per Paolo Cassetta, il regista ha invece dipinto un «gruppo di famiglia in un interno» mancando di confrontarsi con «l'elemento tragico (e non più romantico) che l'esperienza rivoluzionaria mostra quando è vissuta in modo non episodico». La discussione è aperta ai lettori.