lunedì 20 settembre 2004

psicosomatica

Repubblica 20.9.04
È nella mente la medicina del corpo
Infarto, Parkinson, obesità: gli Usa investono sulle cure psicosomatiche
Nelle università americane studi e esperimenti per combattere le malattie senza farmaci
il placebo Fino a poco tempo fa gli esperti lo liquidavano semplicemente come un trionfo dell´autosuggestione
la meditazione Non può curare malattie gravi ma sicuramente fa in modo che molti pazienti si sentano meno oppressi
i limiti Certamente esistono, ma il vantaggio di queste cure è che non possono fare male
Washington l´anno prossimo stanzierà 16 milioni di dollari nella ricerca
L´obiettivo è anche quello di risparmiare in futuro sulle cure di tipo farmacologico
la mappatura Si incomincia a delineare la mappa dei sentieri che collegano le condizioni mentali a quelle mediche
GEOFFREY COWLEY
Herbert Benson, Julie Corliss

Immaginate di essere allergici all´olio dell´albero giapponese della lacca, così allergici che il solo contatto di una foglia sulla vostra pelle provoca un infiammato rash cutaneo. Supponete che uno scienziato, dopo avervi messo una benda sugli occhi, vi comunichi che si accinge a strofinare il vostro braccio destro con una foglia dell´albero giapponese della lacca, e il sinistro con un´innocua foglia di castagno. L´operazione ha inizio e prima ancora che il braccio destro si vada coprendo di chiazze, comincia il prurito, mentre il sinistro non dà problema alcuno. Niente di strano, vero? Almeno finché venite a sapere che è il braccio sinistro - e non il destro, come vi era stato detto - ad essere stato strofinato con la foglia dell´albero cui siete allergici. Immaginate adesso che il morbo di Parkinson abbia ridotto la vostra andatura a un barcollante passo strascicato e che la mano sinistra tremi così tanto da non poter neppure impugnare una penna. Vi rivolgete a uno studio medico nel quale vi sottopongono a un trattamento chirurgico sperimentale, dopo il quale sia la vostra andatura che la vostra presa migliorano in maniera sbalorditiva. Voi siete già pronti a gridare al miracolo, quand´ecco che scoprite che l´operazione è stata simulata: il chirurgo si è limitato a trapanarvi un piccolo foro nel cranio per poi richiuderlo.
Che i pensieri e le emozioni possano influire sulla nostra salute non è certo una novità, ma ora la relazione tra mente e corpo si sta rivelando sempre più interessante, molto più importante e complesso di quanto ciascuno di noi avrebbe potuto supporre. Analizzati con la lente del XXI secolo, l´ansia, l´alienazione e la depressione non sono soltanto stati d´animo, come del resto non sono soltanto emozioni l´amore, la serenità e l´ottimismo. Tutte queste sono condizioni psicologiche che influenzano la nostra salute tanto quanto l´obesità o la perfetta forma fisica. Il cervello, fonte di stati d´animo simili, offre un possibile accesso a innumerevoli altri tessuti e organi: dal cuore all´apparato circolatorio, dal sistema digerente a quello immunitario. La sfida consiste nel delineare la mappa dei sentieri che collegano le condizioni mentali a quelle mediche e nell´imparare a viaggiarci liberamente.
La ricerca è in pieno sviluppo: il quinquennale Integrated Neural Immune Program del governo federale degli Stati Uniti l´anno prossimo investirà 16 milioni di dollari nella ricerca psicosomatica, e le fondazioni private ne spenderanno molti altri. L´"Hip" Usa è una delle principali organizzazioni di assistenza medica che hanno già iniziato a rimborsare i costi sostenuti per le terapie psicosomatiche e "Medicare" rimborsa determinate tecniche di rilassamento praticate dagli psicologi. Gli ospedali, dal canto loro, stanno aprendo cliniche specializzate nella cura contemporanea del corpo e del cervello. Secondo un recente sondaggio del governo, quasi la metà degli americani nel 2002 ha fatto ricorso a qualche terapia psicosomatica associata.
Circa 90 anni fa Walter Cannon, psicologo di Harvard, già ipotizzava che il corpo umano, quando viene sottoposto a una minaccia reagisce con un innalzamento della pressione sanguigna, del battito cardiaco, della tensione muscolare e del ritmo della respirazione. Oggi sappiamo che questa fisiologica "reazione allo stress" coinvolge gli ormoni e alcune sostanze chimiche ad azione infiammatoria che, come sono benefiche in dosi adeguate, così si rivelano pericolosissime in "overdose", potendo scatenare sia un semplice mal di testa che l´infarto del miocardio. Oggi gli esperti ritengono che dal 60 al 90 per cento dei casi tutte le visite mediche interessino sintomi da mettere in relazione allo stress.
Dalle malattie, dunque, alle cure. L´"effetto placebo" è riconosciuto dagli anni Cinquanta, quando il dottor Henry Beecher di Harvard descrisse questo fenomeno per la prima volta. Fino a poco tempo fa, però, gran parte degli esperti lo liquidava come un trionfo dell´auto-suggestione, grazie alla quale gente che continuava ad essere malata (o che non lo era mai stata) di fatto si convinceva di stare meglio. Ora si è invece scoperto che le aspettative personali possono alterare in maniera diretta e sostanziale il decorso della malattia. Si consideri l´esempio del paziente affetto da Parkinson che si è sottoposto a una finta operazione chirurgica: i ricercatori per mezzo della Pet hanno messo a confronto il suo cervello con quello dei pazienti che avevano ricevuto un trattamento effettivo. Come previsto, l´intervento effettivo ha determinato un significativo aumento di dopamina, il neurotrasmettitore di cui è sprovvisto il comune paziente affetto da Parkinson. Anche i pazienti migliorati grazie al placebo, però, sono andati incontro a un simile aumento di dopamina.
Ma i placebo sono soltanto l´inizio: sempre più accertamenti lasciano intuire che qualsiasi tipo di esperienza emotiva tranquillizzante è in grado di migliorare la salute del nostro fisico. Presso la Duke University, i ricercatori hanno scoperto che l´osservanza dei precetti religiosi è associabile a più bassi indici di malattia e di ospedalizzazione. Negli studi condotti su pazienti maschi positivi all´Hiv, i ricercatori dell´Ucla hanno evidenziato che l´ottimismo è associato a un funzionamento più valido delle cellule immunitarie. Infine, una ricerca condotta ad Harvard indica che la "reazione di rilassamento", quella profonda sensazione di calma che ci pervade quando facciamo yoga, preghiamo o pratichiamo semplici esercizi di respirazione profonda, può aiutare a contrastare positivamente gli effetti dello stress cronico.
Possiamo dunque imparare a stare meglio? Questo il quesito fondamentale della medicina psicosomatica, la cui risposta non è un sì incondizionato. Le circostanze stressanti della vita sono talvolta inevitabili e l´eredità e il temperamento fanno sì che alcuni siano più portati allo stress di altri. Ovviamente la preghiera in sé non può sostituire la penicillina o un´adeguata alimentazione. Nonostante tutto ciò, le tecniche psicosomatiche possono migliorare la vita di chiunque. La meditazione non cura il cancro, ma alleviando la paura e mitigando gli effetti collaterali delle terapie, sicuramente fa sì che molti pazienti si sentano meno oppressi. Le malattie indotte dallo stress spesso mettono a dura prova i rimedi convenzionali e quando persistiamo ad assumere pillole hi-tech o a sottoporci a terapie sofisticate, spesso il loro costo può facilmente arrivare a superare i benefici arrecatici. Quali che siano i suoi limiti, la medicina psicosomatica ha comunque il vantaggio di non fare male.
(copiright Newsweek-la Repubblica traduzione di Anna Bissanti)