venerdì 1 ottobre 2004

citato al Mercoledì
Ignác Semmelweis, l'«eroe imperfetto»

Il Sole 24ore Domenica 26.9.04
STORIA DELLA MEDICINA
La tragica vicenda di Ignác Semmelweis e della febbre puerperale
Dottori dalle mani sporche
di Sherwin B. Nuland

Sarà a giorni in libreria «Il morbo dei dottori» di Sherwin B. Nuland (Codice Edizioni, Torino, pagg 148, €18). Nuland, uno dei maggiori storici della medicina americani, vi racconta la «strana storia di Ignác Semmelweis». «La storia - ha commentato Matt Ridlesy - di come i medici dell''800 diffondevano la febbre puerperale da donna a donna negli ospedali di maternità è già di per sé abbastanza agghiacciante; la storia di come continuarono a farlo di fronte alla prova schiacciante della loro colpa è raccapricciante; e la storia dell'eroe imperfetto che cercò di persuaderli essendo però tradito dai suoi stessi difetti caratteriali è tragica». Di questa tragedia anticipiamo un breve brano. Nuland sarà presente al Festival della Scienza di Genova il 6 novembre prossimo

L'eziologia, il concetto e la profilassi della febbre puerperale è un libro complesso, scritto in modo complesso da un uomo complesso. Né si potrebbe in effetti venir criticati se si sostituisse "complesso" con "strano". La complessità e la stranezza di Semmelweis si riflettono nella sua grande opera e nel modo in cui procedette per scriverla.
Per circa diciotto mesi, Semmelweis lavorò furiosamente al progetto, buttando giù pagina dopo pagina in gran fretta - specie quando rispondeva alle critiche di quelli che denigravano il suo lavoro - inserendo paragrafi e intere sezioni in maniera disordinata - di solito perché, mentre stava affrontando un certo argomento, non esitava ad integrarlo con qualcosa di anche solo labilmente correlato a cui teneva comunque urgentemente dedicarsi. Ancora più dannoso rispetto all'esigenza di mantenere vivo l'interesse dl lettore fu il suo bisogno compulsivo di aggiungere nuovi capitoli anche quando aveva già trattato in precedenza lo stesso tema. Li inserì senza fare alcun riferimento al materiale precedente, abbassando ancora di più il grado di leggibilità del testo. Dopo anni di rinvii, era tanto ansioso di pubblicare il suo libro che sembra non abbia mai rivisto il testo man mano che questo prendeva forma. Certamente non vi fu alcun tentativo di sottoporlo a redazione, da parte né dell'autore né di chiunque altro. Fra la penna e il pubblico si frapponeva solo la stampa. Il risultato è un libro di 543 pagine, logorroico, ripetitivo, intimidatorio, accusatorio, trionfalistico, qualche volta confuso, tedioso, dettagliato fino all'aridità: insomma, in pratica illeggibile. La difficoltà nel seguire le frasi spesso contorte dell'originale tedesco si ingigantisce quando si passi a una traduzione letterale.
L'Eziologia è formata da due parti. La prima è un dettagliato racconto della Lehre e una cronaca del suo sviluppo, in cui non viene omessa la descrizione di alcun possibile fattore, circostanza, dato o elemento pertinente con il suo sfondo storico. La seconda è un'appassionata difesa contro le riserve e le critiche sollevate dagli oppositori, e un apprezzamento per i pochi che furono d'accordo con lui. Al primo gruppo appartengono in totale 28 persone, fra ostetrici e no, catalogate e liquidate una per una in una sezione di 208 pagine, di cui le ultime sei mirate contro quella vecchia nemesi di Carl Braun. Sottoscrittore del detto che la miglior difesa è l'attacco, Semmelweis va molto oltre la mera giustificazione della sua dottrina; non esita a rivolgere accuse contro i più importanti ostetrici del tempo, tacciandoli di ignoranza per non aver aderito ai suoi insegnamenti. E, ancor peggio, accusandoli di essere gli assassini impenitenti di donne le cui vite erano state loro affidate.
Dopo aver finalmente pubblicato il libro, Semmelweis non perse tempo e ne spedì copia a importanti ostetrici e a società mediche in tutta Europa. Solo raramente fu soddisfatto dalla risposta che ricevette. Alcuni dei destinatari dell'Eziologia la ignorarono senza dubbio credendo di non trovarvi nulla di nuovo alla luce della loro presunta familiarità con i fuorvianti scritti di 10 anni prima di Hebra e Skoda. Altri semplicemente non se ne curarono, persistendo nella convinzione di avere già una teoria sostenibile sulle origini della febbre puerperale: nessun cotributo di un agitatore ungherese avrebbe cambiato il loro fatalistico atteggiamento sull'inevitabilità delle epidemie ricorrenti. Altri ancora non potevano affrontare il compito scoraggiante di farsi strada attraverso la prosa contorta e la ripetitività del testo spesso ampolloso: leggevano alcune pagine e poi smettevano. Oltre a tutti questi vi erano i lettori così offesi dalla furia di insulti diretti verso uomini per i quali provavano grande rispetto che rifiutarono il libro, considerandolo come poco più che una polemica stizzita. Alcuni appartenenti a quest'ultimo gruppo, compresi parecchi di coloro che erano stati attaccati, presero la penna per rispondere all'attacco di Semmelweis e alla sua dottrina.
Semmelweis aveva supposto che la pubblicazione del suo libro avrebbe segnato un punto di svolta nell'accettazione della Lehre. Era così profondamente assorbito dalla validità scientifica e anche dalla rettitudine morale dei suoi insegnamenti da ignorare gli scoraggianti problemi che si presentavano a chiunque facesse un serio tentativo di seguire gli argomenti che veniva presentando. Inoltre presumeva che coloro che aveva attaccato con grande forza sarebbero stati smascherati nelle sue pagine come pericolosi propagatori di errori, quali lui li giudicava. Non solo non accadde nulla di tutto questo, la pubblicazione in realtà peggiorò la sua posizione: offrì ai suoi oppositori un bersaglio altamente visibile contro cui lanciare i loro attacchi. Semmelweis non poteva più consolarsi con la convinzione che il suo lavoro venisse rifiutato solo perché frainteso: eccolo qui, dispiegato in ogni dettaglio, perché tutto il mondo lo vedesse, e la grande maggioranza del pubblico cui era destinato vi aveva collettivamente girato le spalle. È ben vero che alcuni personaggi importanti avevano risposto sostenendolo, ma si trattava perlopiù di coloro che già gli avevano espresso la loro fiducia. Non solo non si era verificata una conversione su larga scale all'idea della materia animale decomposta e invisibile, ma l'Eziologia servì solo a rafforzare la resistenza a tale concetto.