lunedì 11 ottobre 2004

il sesso dei preti

Repubblica, cronaca di Napoli 11.10.04
IL SESSO DEI PRETI
di GIOVANNI ROMEO

Perversi aguzzini come il protagonista non corrispondono certo alle figure di preti che ci sono più familiari. È altrettanto vero, però, che la questione di fondo sollevata nel film - quella della sessualità degli ecclesiastici - è seria e importante, sia per gli interessati, sia per il mondo in cui essi operano. Si pensi soltanto agli scossoni che hanno sconvolto la Chiesa cattolica negli Stati Uniti, dopo i gravi abusi perpetrati da tanti preti, coperti dai superiori, ma smascherati dai giudici: pesanti indennizzi da pagare alle vittime e un danno d´immagine incalcolabile per l´istituzione.
Di nodi irrisolti ce ne sono svariati: dall´incompatibilità tra condizione clericale ed esperienze sessuali di qualsiasi tipo, ribadita con vigore da una Chiesa cattolica fermamente contraria a ogni apertura, alla tendenza a nascondere le magagne dei sacerdoti, anche quando - l´esperienza statunitense insegna - si tratta di atti violenti, penalmente perseguibili. È qui che i conti non tornano, come sanno bene gli studiosi che cercano di ricostruire in modo più equilibrato le relazioni proibite provocatoriamente illustrate da Almodóvar. Se la trasparenza ha finalmente prevalso pochi anni fa nella decisione di aprire l'Archivio centrale dell'Inquisizione romana, non si può dire altrettanto per la maggioranza degli archivi vescovili che conservano i processi intentati a ecclesiastici ritenuti colpevoli di abusi sessuali. Essi restano quasi sempre chiusi, con grave danno per la ricerca, ma anche per l'immagine stessa della Chiesa cattolica.
Tuttavia, già dalla limitata documentazione, soprattutto campana, finora disponibile, alcuni elementi di valutazione sono chiarissimi. In primo luogo, la questione della sessualità dei preti comincia a profilarsi in tutta la sua drammaticità in tempi relativamente recenti: è solo dal secondo Cinquecento in avanti che essi sono richiamati con forza a rinunciare a tutto, anche a esperienze familiari diffuse, oltre che benviste dalle comunità che guidavano spiritualmente, e costretti a una doppia vita. Il fatto curioso e poco noto che talvolta, ancora agli inizi del Novecento, in qualche paesino del Sud i nuovi parroci si vedessero "consegnare" dai capifamiglia una donna da loro scelta per sua compagna, perché non ne molestassero le mogli, è l´estrema propaggine di uno schema antico, che aveva funzionato bene per alcuni secoli. Nel nuovo, invece, le violenze sessuali dei preti aumentano e pongono alle competenti autorità ecclesiastiche - fino alla metà dell´Ottocento lo Stato non ha voce in capitolo - il problema di una risposta adeguata.
Proprio qui, peraltro, la continuità tra gli atteggiamenti di ieri e di oggi si mostra più netta: più che a rendere giustizia alle vittime degli abusi sessuali dei sacerdoti (siano esse donne o bambini), i tribunali ecclesiastici pensano a non infangare, con condanne pesanti, l´onore del clero e della Chiesa tutta. La prassi più diffusa, quando tutto va bene, è la monetizzazione del danno: si chiudono così molti processi di violenza carnale a carico di chierici o di preti. È ciò che capita ovunque, a Napoli come nelle più sperdute campagne del Sannio, anche quando le prove sono schiaccianti, complici la solida posizione economica degli ecclesiastici violenti e la difficoltà di difendersi adeguatamente da parte di chi ha subito gli abusi. L´aspetto più paradossale di questa situazione riguarda proprio l´omosessualità: i laici, se erano ritenuti colpevoli, finivano sul patibolo, a meno che non riuscissero a rifugiarsi in qualche chiesa, gli ecclesiastici se la cavavano con poco, grazie all´occhio di riguardo dei tribunali della Chiesa. Anche di queste dolorose contraddizioni, insomma, bisogna tener conto, se si vuole capire la complicata miscela che favorisce il perpetuarsi delle sgradevoli situazioni presentate da Almodóvar.