La mamma? la riconosco a naso
Il Pensiero Scientifico Editore
Uno studio giapponese ha mostrato che i neonati, nei primi minuti di vita, sono tutt’altro che insensibili all’ambiente circostante, e la possibilità di un contatto precoce fra loro e la mamma incide in modo significativo sul loro legame e sulla durata dell’allattamento al seno. Ne parla la rivista Acta Paediatrica.
Se la mamma e il suo bambino possono stare insieme subito dopo il parto, la mamma sarà più disinvolta e a suo agio nell’accudire il figlio nei giorni successivi: questo si sa fin dai primi studi sul legame precoce compiuti negli anni ’70. Anche la capacità del bambino di rispondere alla presenza materna, secondo altre ricerche, sembra sia disturbata dalla separazione. Nell’ora che segue immediatamente il parto sia la madre che il neonato si trovano infatti in una condizione del tutto speciale, gli ormoni del travaglio rendono entrambi particolarmente vigili, sensibili e reattivi, a differenza delle ore che seguono e che sono tipicamente caratterizzate da torpore, rilassamento e sonno. Si tratta per alcuni di un “periodo sensibile” particolarmente importante per la conoscenza reciproca e lo stabilirsi del legame. Anche in altre specie animali si descrive il fenomeno dell’“imprinting”, ovvero una forma speciale di apprendimento sostenuto dall’istinto in cui, in periodi specifici e ristretti della vita (come immediatamente dopo il parto o la nascita) gli individui imparano a trasferire un generico istinto (ad esempio quello di succhiare) su un oggetto e un individuo specifico (il seno della mamma).
Questa ricerca esplora l’abilità del bambino di reagire alla presenza di sua madre, riconoscerla e ricercarla. Sono stati esaminati 60 neonati, distribuiti in modo casuale in due gruppi, uno dei quali riceveva l’abituale tipo di assistenza dopo il parto, mentre l’altro usufruiva di un periodo di almeno 50 minuti di contatto pelle a pelle con la mamma immediatamente dopo la nascita. In seguito, al primo e quarto giorno di vita, sono state filmate le reazioni dei neonati (in particolare i movimenti di ricerca fatti con la bocca) esposti a una serie di odori: latte della propria madre, latte di un’altra donna, latte artificiale, succo d’arancia o acqua distillata. Sono stati poi verificati ogni tre mesi fino all’anno di età i parametri relativi all’allattamento al seno. Tutti i neonati, indipendentemente dal gruppo di appartenenza, hanno reagito in modo speciale quando sono stati esposti all’odore del latte umano; tuttavia quelli che avevano goduto del contatto pelle a pelle con la mamma hanno mostrato un comportamento significativamente più reattivo per l’odore della propria madre, mostrando così di “riconoscerla” fra le altre. Anche la durata dell’allattamento al seno è risultata in media due mesi più lunga nel gruppo che aveva attuato un contatto precoce.
Appena nato il bambino possiede già capacità raffinate di porsi in relazione con la mamma, la quale da parte sua è pronta e desiderosa di abbracciare e conoscere meglio il piccolo che ha portato in grembo per nove mesi. I comportamenti che favoriscono il legame fra mamma e bambino hanno una base istintiva, ma per esprimersi nel modo ottimale necessitano delle condizioni adatte. La possibilità, nella prima ora dopo il parto, di toccarsi, annusarsi e conoscersi senza essere disturbati, permette tanto alla madre che al neonato di mettere in atto tutto il loro potenziale per affinare le abilità, da un lato, di accudire il bambino, e dall’altro, di riconoscere la mamma e poppare al seno nel modo più efficiente.
Fonte: Mizuno K et al. Mother-infant skin-to-skin contact after delivery results in early recognition of own mother’s milk odour. Acta Paedatr 2004;93:1640-45.