giovedì 16 dicembre 2004

il ministro Sirchia vuole controlli psicologici per tutto il personale sanitario, medici compresi

CORRIERE DELLA SERA 16.12.04
SIRCHIA: INTRODURRE TEST PSICHICI

Certificati di idoneità e prove di «tenuta» psicologica prima e durante i corsi di formazione universitaria. Poi, al momento dell'assunzione e una volta che entra in servizio o sceglie la libera professione, l'infermiere non è obbligato a superare altri esami. La stessa trafila vale per tutto il personale sanitario, medici compresi. Così avviene anche oggi, dopo l'istituzione del corso universitario per gli angeli custodi della corsia.
«Il caso di Lecco deve farci riflettere. Sarebbe opportuno prevedere verifiche psicoattitudinali periodiche e all'inizio del rapporto di lavoro come succede per certe categorie a rischio cli stress, ad esempio i piloti di aereo», si dice convinto il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, chiarendo però che «non è competenza dello Stato fissare i termini delle modalità di assunzione, ma di ospedali e Regioni".
Da nessuna parte è scritto che il personale sanitario è soggetto a test di verifica, conferma Gennaro Rocco, presidente del Collegio di Roma dell'Ipasvi, la federazione degli infermieri, e vicepresidente nazionale con un passato in prima linea al policlinico Umberto I. Rocco è preoccupato e ritiene scontato che la drammatica vicenda di Lecco getti ombre sull'immagine della categoria da lui rappresentata. Circa 320 mila professionisti in forze presso strutture pubbliche e private e, in minima parte, più o meno 15 mila, impegnati nella libera professione, come consulenti o per l'assistenza domiciliare: «Chi si avvia versoquesta professione e aspira al diploma universitario deve presentare un certificato del medico legale che attesta l'idoneità psicologica e fisica - si addentra nei particolari il presidente del Collegio -. Nei tre anni di corso il percorso di formazione include una decina di materie psicologiche e la partecipazione ai giochi di ruolo dove i laureandi vengono addestrati a gestire situazioni stressanti. Siamo gente ben preparata, la nostra affidabilità non va messa in dubbio».Una prima selezione naturale avviene già nei primi mesi di corso, quando comincia il tirocinio in un ospedale. In questa fase una parte considerevole degli iscritti si tirano indietro, rinunciano, perché si rendono conto di quanto sia pesante il confronto quotidiano con la sofferenza, la morte, il pianto. E' molto difficile che dopo l'assunzione si venga convocati per una visita psichiatrica, a meno che nelle ore di lavoro l'infermiere non abbia mostrato segni di disagio evidente. Sirchia denuncia un secondo problema: «La carenza di personale è tale che non sempre il personale viene selezionato e assegnato ai reparti che più si addicono alle sue capacità».
Margherita De Bac
mdebac@corriere. it